Dopo l’attacco alle famiglie arcobaleno, all’aborto e le
simpatie per Putin e Orban ecco che arriva l’ennesima sparata del ministro per
la Famiglia Lorenzo Fontana: “Abroghiamo la legge MANCINO“. Secondo il ministro leghista la legge che punisce
chiunque faccia propaganda
fondata sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette
atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi “in
questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai
globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”,
scrive in un post su Facebook.
Per Fontana non esiste alcuna emergenza razzismo in Italia ma si tratta
solo di “un’arma ideologica dei globalisti” usata “per puntare il dito contro
il popolo italiano”, un’arma “sottile e pericolosa” che secondo il ministro è
stata “studiata per orientare le opinioni”.
Ma non basta. Alle parole di Fontana si aggiungono quelle di Salvini che
conferma: “Già in passato la Lega aveva proposto di abolire la Legge
Mancino. Sono d’accordo con la proposta di Fontana: alle idee contrappongono
altre idee, non le manette”.
Proposta, questa del ministro Fontana, che ovviamente non poteva non
piacere a Giorgia Meloni secondo la quale la Legge Mancino
andrebbe contro la libertà di espressione. E così la leader di Fratelli
d’Italia non perde l’occasione per sostenere l’iniziativa e si dice pronta a
votare a favore dell’abrogazione. Sulla questione intervengono anche Conte e Di
Maio ma senza troppa forza: premier e vicepremier si limitano infatti
a ricordare a Fontana e Salvini che l’abrogazione della legge Mancino “non
è nel contratto di governo”. Insomma, sempre il solito copione che si ripete
tra Lega e Movimento 5 stelle.
g.m.
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