STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
9° PARTE
“FIRENZE NON
E’ SOLO DEI FIORENTINI E’ PATRIMONIO DEL MONDO ED IN QUESTA TRISTE CIRCOSTANZA
E’ GIUSTO CHE IL MONDO SIA QUI”. Riparto dalla risposta che mi fu data da un
ragazzo bergamasco che era a Firenze per dare il suo contributo affinchè la
città potesse risollevarsi.
Come detto
io prestavo, con tantissimi altri ragazzi provenienti da tutto il mondo, il mio
servizio presso la BIBLIOTECA NAZIONALE, il lavoro era improbo a causa della
difficoltà che trovavamo a togliere i libri che erano posti su grandi scaffali
metallici. La carta a causa dell’acqua che aveva assorbito si era rigonfiata,
il fango li teneva incollati gli uni con gli altri. La migliore soluzione
sarebbe stata quella di tagliare i montanti di ferro ma questa operazione come
potevamo farla? L’unica dotazione che avevamo era costituita da seghetti per il
ferro ma il lavoro diventava lunghissimo ed estremamente faticoso. Sarebbero
occorsi quei frullini rotanti con i quali tagliare i montanti metallici sarebbe
diventato uno scherzo da ragazzi. I problemi però erano due: il primo che
questi strumenti non ce li avevamo ed il secondo anche se li avessimo avuti con
che cosa li avremmo messi in moto visto che non c’era la corrente elettrica.
Nel secondo
o terzo giorno, questo particolare non me lo ricordo visto che sono passati
tanti anni, ero chinato su un banco intento a dividere le pagine di un prezioso
tomo ed ad inserirvi la carta assorbente quando mi sentii toccare una spalla,
mi girai e con mia somma sorpresa mi trovai davanti il senatore TED KENNEDY
l’ultimo rampollo della grande e prestigiosa famiglia americana.
-HELLO !
Ed io
risposi quasi balbettando a causa dell’emozione
di trovarmi di fronte un personaggio così famoso ed autorevole,
-MY NAME IS
GUIDO
Lui mi volle
lo stesso stringere la mano sporca di fango e poi se ne andò.
Il giorno dopo,
udite, udite arrivarono alcuni camion
militari americani provenienti dalla base di CAMP DARBY situata nelle vicinanze
di Livorno. Finalmente avevamo i tanto agognati frullini, cavi elettrici fari
per illuminare gli ambienti e dei potentissimi ed efficientissimi generatori di
corrente. Fino a quel giorno ci eravamo rifocillati con acqua e con le schifose
gallette del nostro esercito. I militari USA ci rifornirono con le razioni che
loro usavano in guerra. In quella scatola di cartone c’era di tutto, dal pane
sotto vuoto, alla carne in scatola ai dolcetti a stecche di cioccolato, bibite
per dissetarci, fazzoletti detergenti, carta igienica ed anche una confezione
di profilattici………hai visto mai ?
Come già
detto per natale molte cose erano tornate a posto e l’evento più importante fu
l’arrivo del PAPA PAOLO VI che in Duomo celebrò la messa di mezza notte.
Che cosa ci
ha lasciato l’alluvione del ’66 ?
Innazitutto i
morti, le distruzioni, gli immensi danni al patrimonio artistico. Solo agli
inizi di quest’anno sono finiti i lavori di restauro del capolavoro del Vasari “L’ULTIMA
CENA” che è stata ricollocata nella Basilica di Santa Croce. Ci ha lasciato la paura
ed ancor oggi appena l’Arno sale di livello le persone preoccupate si precipitano sui lungarni per vedere l’andamento
della piena del fiume. Nonostante siano passati quasi 60 anni da quei tragici
eventi alcuni lavori sono stati eseguiti come ad esempio la diga del Bilancino
od alcune casse di espansione nel VALDARNO aretino e fiorentino ma tutto ciò
ancora non è sufficiente per mettere in completa sicurezza Firenze e i suoi
dintorni.
Ci ha
lasciato anche che per la prima volta
nella sua secolare storia i fiorentini erano tutti uniti per salvare la loro
città.
Quel
torrentaccio che noi chiamiamo fiume ha
periodicamente messo sott’acqua Firenze speriamo che quella del ’66 sia stata l’ultima
volta.
FINE
NONA PARTE
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