mercoledì 29 agosto 2018

STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi


9° PARTE
“FIRENZE NON E’ SOLO DEI FIORENTINI E’ PATRIMONIO DEL MONDO ED IN QUESTA TRISTE CIRCOSTANZA E’ GIUSTO CHE IL MONDO SIA QUI”. Riparto dalla risposta che mi fu data da un ragazzo bergamasco che era a Firenze per dare il suo contributo affinchè la città potesse risollevarsi.
Come detto io prestavo, con tantissimi altri ragazzi provenienti da tutto il mondo, il mio servizio presso la BIBLIOTECA NAZIONALE, il lavoro era improbo a causa della difficoltà che trovavamo a togliere i libri che erano posti su grandi scaffali metallici. La carta a causa dell’acqua che aveva assorbito si era rigonfiata, il fango li teneva incollati gli uni con gli altri. La migliore soluzione sarebbe stata quella di tagliare i montanti di ferro ma questa operazione come potevamo farla? L’unica dotazione che avevamo era costituita da seghetti per il ferro ma il lavoro diventava lunghissimo ed estremamente faticoso. Sarebbero occorsi quei frullini rotanti con i quali tagliare i montanti metallici sarebbe diventato uno scherzo da ragazzi. I problemi però erano due: il primo che questi strumenti non ce li avevamo ed il secondo anche se li avessimo avuti con che cosa li avremmo messi in moto visto che non c’era la corrente elettrica.
Nel secondo o terzo giorno, questo particolare non me lo ricordo visto che sono passati tanti anni, ero chinato su un banco intento a dividere le pagine di un prezioso tomo ed ad inserirvi la carta assorbente quando mi sentii toccare una spalla, mi girai e con mia somma sorpresa mi trovai davanti il senatore TED KENNEDY l’ultimo rampollo della grande e prestigiosa famiglia americana.
-HELLO !
Ed io risposi quasi balbettando  a causa dell’emozione di trovarmi di fronte un personaggio così famoso ed autorevole,
-MY NAME IS GUIDO
Lui mi volle lo stesso stringere la mano sporca di fango e poi se ne andò.
Il giorno dopo, udite, udite  arrivarono alcuni camion militari americani provenienti dalla base di CAMP DARBY situata nelle vicinanze di Livorno. Finalmente avevamo i tanto agognati frullini, cavi elettrici fari per illuminare gli ambienti e dei potentissimi ed efficientissimi generatori di corrente. Fino a quel giorno ci eravamo rifocillati con acqua e con le schifose gallette del nostro esercito. I militari USA ci rifornirono con le razioni che loro usavano in guerra. In quella scatola di cartone c’era di tutto, dal pane sotto vuoto, alla carne in scatola ai dolcetti a stecche di cioccolato, bibite per dissetarci, fazzoletti detergenti, carta igienica ed anche una confezione di profilattici………hai visto mai ?
Come già detto per natale molte cose erano tornate a posto e l’evento più importante fu l’arrivo del PAPA PAOLO VI che in Duomo celebrò la messa di mezza notte.
Che cosa ci ha lasciato l’alluvione del ’66 ?
Innazitutto i morti, le distruzioni, gli immensi danni al patrimonio artistico. Solo agli inizi di quest’anno sono finiti i lavori di restauro del capolavoro del Vasari “L’ULTIMA CENA” che è stata ricollocata nella Basilica di Santa Croce. Ci ha lasciato la paura ed ancor oggi appena l’Arno sale di livello le persone  preoccupate  si precipitano sui lungarni per vedere l’andamento della piena del fiume. Nonostante siano passati quasi 60 anni da quei tragici eventi alcuni lavori sono stati eseguiti come ad esempio la diga del Bilancino od alcune casse di espansione nel VALDARNO aretino e fiorentino ma tutto ciò ancora non è sufficiente per mettere in completa sicurezza Firenze e i suoi dintorni.
Ci ha lasciato  anche che per la prima volta nella sua secolare storia i fiorentini erano tutti uniti per salvare la loro città.
Quel torrentaccio che noi chiamiamo fiume  ha periodicamente messo sott’acqua Firenze speriamo che quella del ’66 sia stata l’ultima volta.
FINE NONA PARTE

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