MICHELANGELO POETA
Riprendiamo la rubrica MICHELANGELO POETA ed alla poesia selezionata abbiniamo un piccolo grande capolavoro del maestro “IL CROCIFISSO DI SANTO SPIRITO” che attualmente trova la sua collocazione nella sacrestia della basilica Agostiniana di SANTO SPIRITO A FIRENZE.
Michelangelo fu ospitato nel convento di Santo Spirito nel 1492, a diciassette anni, dopo la morte del suo protettore Lorenzo il Magnifico, che lo aveva ospitato durante i suoi studi artistici nel grande palazzo di famiglia in Via Larga (oggi Palazzo Medici Riccardi). In questo convento, grazie all'intercessione di Piero de' Medici e con l'autorizzazione del priore, ebbe la possibilità di analizzare i cadaveri provenienti dall'ospedale del convento per studiarne l'anatomia, ed è anche grazie a questa esperienza che Michelangelo divenne tra i più capaci nel rappresentare il corpo umano in ogni suo più piccolo dettaglio.
Come ringraziamento dell'ospitalità il giovane artista scolpì per il priore Niccolò di Lapo Bichiellini, il crocifisso ligneo, che venne collocato sopra l'altare maggiore, dove lo vide verso il 1510 l'Albertini, finché, durante l'occupazione francese della fine del XVIII secolo, con la soppressione del convento venne registrato come perduto. In realtà l'opera non si era mossa da Santo Spirito, come sostenne Margrit Lisner, che nel 1964, durante una catalogazione dei crocifissi toscani, lo riscoprì sotto una spessa ridipintura che alterava la forma e il carattere dell'opera. L'opera dopotutto confermava alcune informazioni tratte dalle fonti antiche (come il Condivi, che parlò di una dimensione "poco meno che'l naturale" o le misure rilevate da Bottari nel 1759-1760, che lo disse "alto circa due braccia e mezzo).
Venne destinato, dopo l'immediato restauro, al museo di Casa Buonarroti, dove rimase fino al 2000 quando si decise di riesporlo nella sagrestia di Santo Spirito.
In seguito allo studio di due medici nel 1999 è stata riconosciuta la stretta aderenza del crocifisso alla realtà, ritraente un giovane quattordicenne morto da poche ore: il profondo studio anatomico del corpo ha reso ancora più probabile l'attribuzione del legno al maestro fiorentino.
Un altro piccolo crocifisso in legno di tiglio, facente parte di una collezione privata ed esposto temporaneamente nel 2004 nel piccolo Museo Horne è stato attribuito a Michelangelo attraverso il confronto col crocifisso di Santo Spirito, specie in dettagli difficili come i tendini dei piedi o l'articolazione del ginocchio. Michelangelo infatti era tra i pochi a poter vantare conoscenza "scientifica" del corpo umano da poterlo raffigurare tanto realisticamente.
g.m.
RIME DI MICHELANGELO BUONARROTI
Signor, se vero è alcun proverbio antico,
questo è ben quel, che chi può mai non vuole.
Tu hai creduto a favole e parole
e premiato chi è del ver nimico.
I’ sono e fui già tuo buon servo antico,5
a te son dato come e’ raggi al sole,
e del mie tempo non ti incresce o dole,
e men ti piaccio se più m’affatico.
Già sperai ascender per la tua altezza,
e ’l giusto peso e la potente spada10
fussi al bisogno, e non la voce d’ecco.
Ma ’l cielo è quel c’ogni virtù disprezza
locarla al mondo, se vuol c’altri vada
a prender frutto d’un arbor ch’è secco.
questo è ben quel, che chi può mai non vuole.
Tu hai creduto a favole e parole
e premiato chi è del ver nimico.
I’ sono e fui già tuo buon servo antico,5
a te son dato come e’ raggi al sole,
e del mie tempo non ti incresce o dole,
e men ti piaccio se più m’affatico.
Già sperai ascender per la tua altezza,
e ’l giusto peso e la potente spada10
fussi al bisogno, e non la voce d’ecco.
Ma ’l cielo è quel c’ogni virtù disprezza
locarla al mondo, se vuol c’altri vada
a prender frutto d’un arbor ch’è secco.
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