venerdì 10 agosto 2018


   GRAVI   CONTRASTI   NEL   GOVERNO    

Si sblocca (per il momento) lo stallo sulle nomine delle partecipate pubbliche. Il governo sembra aver trovato una quadra sui vertici di Cassa depositi e prestiti, ma è un accordo sospirato, che arriva dopo veti, tensioni e contrasti. Più che altro una tregua, visto che mancano ancora altre importanti nomine (vedi quella imminente sulle Ferrovie). E se si aggiunge che il ministro Tria ancora non ha assegnato tutte le deleghe, lo scontro interno al governo – che va avanti ormai da settimane – non sembra per nulla destinato a placarsi.
Da una parte, lo ricordiamo, ci sono i “dioscuri” Di Maio e Salvini, che non condividono le scelte di Tria e che con i loro annunci acchiappavoti continuano ad alzare l’asticella del deficit promettendo sogni inattuabili; dall’altra c’è invece una figura più raziocinante come Tria, che propone nomi rassicuranti, graditi al Quirinale, e che cerca ogni giorno di riportare con i piedi per terra i due leader sul fronte dei conti pubblici.
I contrasti evidenti all’interno del governo sono stati confermati ieri in serata quando il premier Conte – sempre più evanescente – si è visto costretto ad annullare un vertice convocato proprio per pacificare gli animi, dopo che Di Maio e Salvini, impuntandosi, hanno fatto sapere di avere ben altro da fare. Contrasti interni che si sono riversati ancora una volta sul mercato obbligazionario italiano, visto che nelle ultime ore, in concomitanza con quelle tensioni, i Titoli di Stato italiani sono stati venduti in maniera evidente: il rendimento del tasso decennale è tornato sopra quota 2,50%.
Tornando però alla nomina di oggi di Cassa depositi e prestiti, si può forse dire che per il momento hanno avuto la meglio Di Maio e Salvini, considerando che il nuovo amministratore delegato sarà Fabrizio Palermo, nome fortemente voluto dal duo gialloverde. Una scelta che vede quindi escluso Dario Scannapieco, l’altro nome proposto invece da Tria e gradito al Quirinale.
Il nervosismo c’è, tanto che Di Maio nei giorni scorsi si sarebbe sfogato con i suoi in Aula alla CAMERA dicendo che Tria “sostiene sempre il contrario di quello che diciamo noi”. Eppure ufficialmente il viceministro bolla come “pura fantasia” le voci sulle tensioni interne. Di sicuro la guerriglia vedrà alzare di molto i suoi toni in autunno, quando si cominceranno a mettere nero su bianco i provvedimenti delle legge di Bilancio: su Flat tax, reddito di cittadinanza e riforma della Fornero ce ne saranno di sciabole da incrociare.

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