STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
10° PARTE
TRA STORIA E
FANTASIA
Era
all'incirca l’anno 1963, le scuole terminate ed i risultati pubblicati negli
appositi cartelloni. La tanto attesa e sperata parolina “PROMOSSO” accanto al
mio nome. La primavera era agli sgoccioli e stava già scoppiando un’estate che
si preannunciava particolarmente calda. Come tutti gli anni il nostro
professore di Costruzioni ci aveva dato un compito per le vacanze estive
lasciando alla nostra scelta il tema da trattare. Io avevo scelto le ville
antiche sulle colline di Firenze. La mattina preannunciava una giornata piuttosto
calda, il cielo era terso, di un azzurro quasi abbagliante le rondini numerose
svolazzavano alte in cerca del loro cibo preferito-insetti- al che decisi di
anticipare i tempi per realizzare il compito che avevo scelto. Mi armai della
mia macchinetta fotografica a fuoco fisso e con l’autobus mi diressi verso il
PIAZZALE MICHELANGELO che gli antichi chiamavano MONS FLORENTINUS.
Giunto allo
chalet FONTANA pensando che quello fosse un luogo adatto per la mia ricerca
scesi dal bus ed indeciso se prendere la stradina che scende verso il Forte di
San Giorgio meglio conosciuto come forte Belvedere o le stradine che salgono
verso Arcetri dove si trova il celebre osservatorio astronomico e nelle cui
vicinanze c’è la dimora di GALILEO GALILEI nel periodo dell’esilio a seguito
delle note vicende che lo videro coinvolto con la chiesa cattolica e che poi
divenne la sua ultima dimora terrena.
Decisi di
salire e mi inoltrai in una stradina
stretta pavimentata con un lastricato sconnesso dal tempo e dalle intemperie.
Era incassata tra due muri che avevano l’intonaco scrostato in molti punti, era
in leggera, dolce e costante pendenza. Fatti alcuni passi mi rigirai ed allora
si mostrò ai miei occhi uno spettacolo di stupefacente bellezza. Il cielo era
di un azzurro intenso anche se mostrava alcune leggerissime venature
biancastre, sulla sinistra si stagliava la grossa ed elegante mole del Forte di
Belvedere ed accanto più in basso cominciava ad apparire il rosso della
copertura della cupola del Brunelleschi con accanto il campanile di Giotto, il
mio sguardo continuò fino ad incontrare l’elegante forma della torre di Arnolfo
che caratterizza Palazzo vecchio, di fronte a tanta bellezza non potei fare a
meno di scattare alcune foto.
Il Forte di
SAN GIORGIO o BELVEDERE fu fatto realizzare dal terzo GRAN DUCA di TOSCANA
FERDINANDO I DE’ MEDICI tra il 1590 ed il 1595.
Lo spostamento definitivo della corte granducale da
Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, avrà certamente influenzato la decisione di
realizzare la nuova fortezza a ridosso delle mura che circondavano il giardino
di Boboli contiguo a Palazzo Pitti. Il principe e la corte avrebbero raggiunto,
in caso di pericolo interno, in velocità e sicurezza un rifugio fortificato da
dove si poteva dominare la città.
Il diarista fiorentino Agostino Lapi così lasciò
scritto in data 28 ottobre 1590: “… si
murò la prima pietra del fondamento primo della nuova muraglia e maravigliosa
fortezza, posta sopra Porta San Giorgio…nell’Orto de’Pitti li inventori e li
architettori principali furono il signor Giovanni figlio del Granduca Cosimo e
Messer Bernardo Buontalenti di ingegno elevatissimo”.
Per la realizzazione quindi di questa formidabile
fortezza “a guardia della città e del palazzo” il Granduca Ferdinando si
rivolse a due architetti esperti nelle fortificazioni: Bernardo Buontalenti e
Don Giovanni de’ Medici, fratellastro dello stesso Granduca. La coppia,
assistita da Alessandro Pieroni, lavorerà al progetto e con difficoltà siamo in
grado di stabilire a chi concedere un ruolo primaziale.
Sappiamo, da un disegno dell’epoca, che la
fortificazione doveva essere ancora più complessa con una serie di bastioni e
tenaglie pronti a inglobare le antiche mura e le difese più recenti per rendere
ancora più efficace la difesa dall’esterno. Comunque la spettacolare
struttura messa in atto sulla sommità del colle di Boboli ancora impressiona
per potenza e eleganza.
La caratteristica pianta stellare, prevista dalla
trattatistica per le fortezze poste in luoghi con accentuate variazioni
altimetriche, è definita con cinque bastioni dei quali due rivolti verso la
città (con i nomi suggestivi di Boboli e Le Monache) con al centro un
contrafforte triangolare detto la Diamantina, e gli altri tre posti a difesa di
Firenze ( chiamati La Pace, Casin Interno e San Giorgio) verso le colline di
San Miniato e Arcetri.
E’ importante sottolineare come la palazzina, forse di
disegno ammanatiano, fosse preesistente alla realizzazione del forte che la
ingloba e che rappresentasse un reale “belvedere” ad uso della corte
granducale. La palazzina divenne il centro di comando della fortezza e nei
suoi sotterranei venne realizzata una vera e propria camera “blindata” in grado
di tenere al sicuro, grazie a una serie di accorgimenti e trabocchetti, il
tesoro di stato. Per secoli il Forte del Belvedere ha assolto alla sua
funzione militare, senza peraltro subire attacchi né esterni né interni.
FINE DECIMA PARTE
Nessun commento:
Posta un commento