NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : YEMEN: TRE PEDOFILI GIUSTIZIATI E APPESI A UNA GRU 2. NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATO E
CROCIFISSO PER OMICIDIO E FURTO 3. NEWS
FLASH: CINA: CONDANNA A MORTE CONFERMATA PER SIGNORE DELLA DROGA 4. NEWS FLASH: EGITTO: 45 CONDANNE A MORTE
5. NEWS FLASH: EAU: CITTADINO INDIANO
LIBERATO 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA :
YEMEN: TRE PEDOFILI GIUSTIZIATI E APPESI A UNA GRU
8 agosto 2018: Tre pedofili sono stati uccisi
pubblicamente e poi impiccati a una gru nello Yemen come punizione per aver
stuprato e ucciso un bambino di dieci anni.
Immagini mostrano gli stupratori in tuta blu sfilare di
fronte alla folla nel centro di Sana'a, la città più grande del paese.
Sono stati ammanettati, gli è stato ordinato di stendersi
a faccia in giù e gli hanno sparato cinque volte al cuore.
I loro cadaveri sono poi stati issati a una gru da cui
penzolavano come un severo avvertimento ad altri potenziali trasgressori,
mentre gli spettatori facevano foto coi telefoni cellulari.
La pena di morte può anche essere teoricamente utilizzata
in casi di reati islamici o "Hudud" secondo la legge della Sharia
come adulterio, cattiva condotta sessuale, sodomia, prostituzione, blasfemia e
apostasia.
Tutte le sentenze vengono eseguite con armi da fuoco
anche se la lapidazione, l'impiccagione e la decapitazione sono consentite nel
codice penale yemenita.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATO E CROCIFISSO PER OMICIDIO E
FURTO
8 agosto 2018: L'Arabia Saudita ha giustiziato e
crocifisso un uomo del Myanmar nella città santa della Mecca in una rara forma
di punizione riservata ai crimini più eclatanti.
Elias Abulkalaam Jamaleddeen era stato accusato di aver
fatto irruzione nella casa di una donna del Myanmar, sparando con un'arma e poi
pugnalandola più volte, cosa che ha portato alla sua morte, ha riportato
l'agenzia di stampa ufficiale saudita, citando una dichiarazione del ministero
dell'Interno. Era stato anche accusato di aver rubato armi e tentato di
uccidere un altro uomo nella cui casa si era introdotto, oltre a tentare di
violentare una donna.
La sentenza era stata approvata dalla Corte Suprema del
Paese e dal Re.
Le crocifissioni in Arabia Saudita consistono
nell’appendere un corpo in pubblico dopo un'esecuzione e sono inusuali. Un uomo
yemenita fu crocifisso nel 2010 per aver violentato e ucciso una ragazza e
ucciso suo padre.
CINA: CONDANNA A MORTE CONFERMATA PER SIGNORE DELLA DROGA
7 agosto 2018: E’ stata confermata in Cina la condanna
capitale di un signore della droga locale noto come il "padrino delle
metanfetamine crystal".
Cai Dongjia, 55 anni, è l'ex capo del villaggio di Boshe
nella provincia del Guangdong.
Ha usato il suo potere politico per creare la
metanfetamina e fornire protezione ai trafficanti di droga locali, secondo
l'agenzia di stampa Xinhua.
Durante il mandato di sei anni di Dongjia, Boshe divenne
il famigerato "villaggio della droga" della Cina arrivando a produrre
un terzo del rifornimento di metanfetamina del Paese.
Il villaggio contava ben 77 fabbriche di droga, tutte
sostenute da Dongjia, che era segretario del Partito Comunista di Boshe.
Il villaggio è stato distrutto il 29 dicembre 2013, dopo
che la polizia del Guangdong ha dispiegato 3.000 agenti armati, motoscafi ed
elicotteri in un grande raid.
Secondo la polizia del Guangdong, Dongjia e altri 181
sospetti furono catturati durante il raid, e gli agenti confiscarono quasi tre
tonnellate di metanfetamine, 260 chilogrammi di ketamina e 23 tonnellate di
materia prima usata per fare la droga.
Dongjia è stato condannato a morte dal Tribunale
Intermedio di Foshan in prima istanza nel 2016, insieme a due complici.
Tutti e tre successivamente hanno presentato ricorso
contro la decisione.
Il 7 agosto 2018 l'Alta Corte del Popolo di Guangdong ha
respinto i loro ricorsi e ha mantenuto la sentenza originale.
L'Alta Corte ha detto che Cai Dongjia e i suoi complici,
Cai Guangchuang e Cai Zhaogui, hanno prodotto metanfetamine crystal a Boshe dal
2011.
Dongjia e Guangchuang hanno prodotto 180 chilogrammi di
metanfetamina con l'aiuto di altre persone; mentre Zhaogui si è unito agli
altri per produrre 150 chilogrammi di metanfetamina prima di venderli, ha detto
la Corte.
Dopo che Guangchuang e Zhaogui furono arrestati, Dongjia
cercò anche di corrompere la polizia per salvare i due, ha aggiunto la Corte.
Dongjia è stato riconosciuto colpevole di aver prodotto e
commerciato droghe oltre che di aver nascosto criminali ed è stato condannato a
morte.
A Guangchuang e Zhaogui è stata data una condanna a morte
sospesa con due anni di libertà vigilata per aver prodotto e commerciato droga.
Le decisioni sono in attesa di approvazione da parte
della Corte Suprema cinese.
EGITTO: 45 CONDANNE A MORTE
8 agosto 2018: Un tribunale penale egiziano ha condannato
a morte 45 persone in relazione alle uccisioni di tre persone in uno scontro
armato nella provincia costiera di Alessandria.
Quattro di loro sono detenute mentre gli altri 41 sono
stati condannati in contumacia, secondo l'agenzia ufficiale MENA.
Il caso risale al 2012, quando scoppiò uno scontro tra
due grandi famiglie in cui furono usati coltelli, pistole e bottiglie Molotov,
lasciando tre morti.
Il verdetto non è definitivo ed è ancora appellabile.
EAU: CITTADINO INDIANO LIBERATO
24 luglio 2018: un cittadino indiano, che si trovava nel
braccio della morte degli Emirati per aver ucciso un connazionale, sta per
tornare oggi stesso nel suo paese d'origine, da uomo libero. Grazie agli sforzi
di un filantropo di base a Dubai, il nativo del Punjab Sandeep Singh è stato
rilasciato 12 anni dopo essere stato incarcerato.
Il tribunale di Sharjah lo aveva condannato a morte e la
Corte Suprema Federale aveva confermato la condanna, dopo che la famiglia della
vittima aveva inizialmente rifiutato il prezzo del sangue. Ma il dott. Singh
Oberoi, capo della fondazione Sarbat Da Bhala, è riuscito a convincere la
famiglia ad accettare il prezzo del sangue e perdonare il condannato. Ma a
causa di alcuni problemi di documentazione, ci sono voluti altri 6 anni per
rilasciare Sandeep.
La polizia di Sharjah aveva arrestato Sandeep per aver
ucciso il connazionale Mandeep Singh, l'11 novembre 2007. Dopo essere stato
processato, il tribunale di prima istanza di Sharjah gli ha assegnato la pena
di morte. La Corte d'appello di Sharjah aveva commutato la sentenza in
ergastolo. Tuttavia, il Pubblico Ministero di Sharjah ha rinviato il caso alla
Corte Suprema Federale, che lo aveva condannato a morte.
Oberoi si è recato alla Corte d'appello di Sharjah e ha
chiesto un periodo per negoziare con la famiglia della vittima, in quanto non
disposta ad accettare il prezzo del sangue.
Nel dicembre 2012, Oberoi è riuscito a convincere la
famiglia e ha pagato loro il prezzo del sangue. Nel 2013, ha presentato i
documenti relativi al compromesso ai tribunali di Sharjah e alla Corte Suprema.
Nell'aprile 2018, la Corte Suprema ha chiesto che
venissero apportati cambiamenti ai documenti di compromesso, che sono stati
fatti e presentati nuovamente.
Nello stesso mese, i giudici della Corte di Appello di
Sharjah hanno commutato la pena di morte in 3 anni di carcere. Avendo
completato più di 10 anni in carcere, per Sandeep è stato emesso l’ordine di
rilascio. Tuttavia, poiché mancava una clausola dal documento di compromesso,
la corte ha chiesto una nuova serie di documenti.
Dopo che questo è stato fatto, il 22 luglio il tribunale
ha emesso l’ordine di rilascio. Il consolato indiano ha presentato i documenti
di viaggio per Sandeep che tornerà in India oggi stesso.
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