STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
2° PARTE
Chi erano i
renaioli d’Arno ?
I renaioli
sono o per meglio dire erano personaggi tipici di una Firenze che non esiste
più e fa oramai parte del ricordo delle persone diversamente anziane, come sono io, o di foto sbiadite ed ingiallite dal tempo. Io che come detto non sono
più giovane me li ricordo piuttosto bene. Facevano un lavoro molto duro ma che
dico questo lavoro era massacrante ed oggi nessuno si sognerebbe di
farlo. Cavavano a forza di braccia la
rena dal fondo dell’alveo del fiume, rena che serviva per la realizzazione
degli edifici dai più grandi e maestosi a quelli più modesti che sono stati
realizzati nel corso dei secoli nella città del fiore.
Avevano
delle barche larghe e dal fondo piatto che venivano manovrate a mezzo di una
lunga e pesante pertica di legno. Arrivati nel punto dove dovevano eseguire lo
scavo, si armavano di un’altra pertica altrettanto lunga ed anche più pesante,
alla cui estremità era posto una specie di cucchiaio con piccoli e fitti fori
per favorire lo sgrondo dell’acque. Immergevano questo strumento nell’Arno fino
a raggiungere il fondo e con il
cucchiaio scavavano e riportavano alla superficie le rena che grondava
copiosamente d’acqua. Vi immaginate la forza che occorreva per portare a termine
questa operazione che veniva ripetuta e ripetuta fino a quando la barca fosse completamente carica tanto che i suoi
bordi sfioravano le acque al limite dell’affondamento. Queste persone avevano
dei fisici bestiali con dei bicipiti impressionanti, loro non avevano bisogno
di andare in palestra, la loro palestra era il barchino, la pertica di
escavazione e le acque dell’Arno.
Riempita la
barca del prezioso, per loro, carico andavano a riva e con una grossa pala
scaricavano la sabbia creando grandi e grossi cumuli dove si asciugava. C’erano
anche i setacci utilizzati per dividere il ghiaino dalla sabbia e la sabbia
grossa da quella finissima.
Sul finire
della giornata con il sole che era sulla linea dell’orizzonte vedevi queste
barche che nonostante il peso sembravano che volassero sulle le acque sbrilluccichenti
tanto che ti facevano venire a mente una
famosa canzone cavallo di battaglia del tenore CARLO BUTI che in una parte
faceva:
“Sull'Arno d'argento si specchia il firmamento,
mentre un sospiro e un canto si perde lontan
dorme Firenze sotto il raggio della luna
ma dietro ad un balcone veglia una modonna bruna………”
mentre un sospiro e un canto si perde lontan
dorme Firenze sotto il raggio della luna
ma dietro ad un balcone veglia una modonna bruna………”
Come detto queste
persone erano grandi e grosse e per questa loro caratteristica fisica molti di
loro erano anche calcianti del CALCIO STORICO FIORENTINO nonostante la loro
mole avevano un carattere disponibile sempre pronti a difendere le persone più
deboli da soprusi e violenze.
FINE SECONDA PARTE
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