mercoledì 22 agosto 2018


STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi


2° PARTE

Chi erano i renaioli d’Arno ?
I renaioli sono o per meglio dire erano personaggi tipici di una Firenze che non esiste più e fa oramai parte del ricordo delle persone diversamente anziane, come  sono io, o di foto sbiadite ed ingiallite dal tempo. Io che come detto non sono più giovane me li ricordo piuttosto bene. Facevano un lavoro molto duro ma che dico questo lavoro era massacrante ed oggi nessuno si sognerebbe di farlo.  Cavavano a forza di braccia la rena dal fondo dell’alveo del fiume, rena che serviva per la realizzazione degli edifici dai più grandi e maestosi a quelli più modesti che sono stati realizzati nel corso dei secoli nella città del fiore.
Avevano delle barche larghe e dal fondo piatto che venivano manovrate a mezzo di una lunga e pesante pertica di legno. Arrivati nel punto dove dovevano eseguire lo scavo, si armavano di un’altra pertica altrettanto lunga ed anche più pesante, alla cui estremità era posto una specie di cucchiaio con piccoli e fitti fori per favorire lo sgrondo dell’acque. Immergevano questo strumento nell’Arno fino a raggiungere il fondo  e con il cucchiaio scavavano e riportavano alla superficie le rena che grondava copiosamente d’acqua. Vi immaginate la forza che occorreva per portare a termine questa operazione che veniva ripetuta e ripetuta fino a quando la barca  fosse completamente carica tanto che i suoi bordi sfioravano le acque al limite dell’affondamento. Queste persone avevano dei fisici bestiali con dei bicipiti impressionanti, loro non avevano bisogno di andare in palestra, la loro palestra era il barchino, la pertica di escavazione e le acque dell’Arno.
Riempita la barca del prezioso, per loro, carico andavano a riva e con una grossa pala scaricavano la sabbia creando grandi e grossi cumuli dove si asciugava. C’erano anche i setacci utilizzati per dividere il ghiaino dalla sabbia e la sabbia grossa da quella finissima.
Sul finire della giornata con il sole che era sulla linea dell’orizzonte vedevi queste barche che nonostante il peso sembravano che volassero sulle le acque sbrilluccichenti  tanto che ti facevano venire a mente una famosa canzone cavallo di battaglia del tenore CARLO BUTI che in una parte faceva:
Sull'Arno d'argento si specchia il firmamento,
mentre un sospiro e un canto si perde lontan
dorme Firenze sotto il raggio della luna
ma dietro ad un balcone veglia una modonna bruna………”
Come detto queste persone erano grandi e grosse e per questa loro caratteristica fisica molti di loro erano anche calcianti del CALCIO STORICO FIORENTINO nonostante la loro mole avevano un carattere disponibile sempre pronti a difendere le persone più deboli da soprusi e violenze.

FINE SECONDA PARTE




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