no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : GIAPPONE: GIUSTIZIATI SETTE RESPONSABILI DELL'ATTENTATO AL SARIN
DEL 1995 2. NEWS FLASH: GAZA: EMESSA
CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO 3. NEWS
FLASH: IRAQ: 12 IMPICCATI PER TERRORISMO 4.
NEWS FLASH: IRAN: 1700 COMMUTAZIONI DI CONDANNE A MORTE ED ERGASTOLI
LEGATI ALLE DROGHE 5. NEWS FLASH:
MALESIA: GOVERNO VALUTA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
GIAPPONE: GIUSTIZIATI SETTE RESPONSABILI DELL'ATTENTATO
AL SARIN DEL 1995
6 luglio 2018: Shoko Asahara, fondatore e leader del
culto Aum Shinrikyo, responsabile degli attacchi compiuti nella metropolitana
di Tokyo nel 1995 col gas sarin, è stato giustiziato assieme ad altri sei
componenti del suo gruppo, tramite impiccagione.
Il 63enne Asahara, il cui vero nome era Chizuo Matsumoto,
è stato il primo ad essere giustiziato.
In un secondo momento i media giapponesi hanno resto noto
che altre sei persone erano state giustiziate per i loro legami con una serie
di crimini commessi dal culto della "Verità suprema" che idealizzava
la fine del mondo.
Asahara era stato arrestato nel maggio del 1995, due mesi
dopo l'attacco del 20 marzo compiuto nella metropolitana di Tokyo, che aveva
provocato 13 morti e coinvolto almeno 6.200 persone.
Asahara era stato condannato all'impiccagione nel 2004
per 13 imputazioni, tra cui gli attacchi col gas della metropolitana e una
serie di altri crimini che uccisero più di una dozzina di persone.
La sentenza era stata confermata dalla Corte Suprema nel
2006.
Si era dichiarato non colpevole e non aveva mai
testimoniato, ma regolarmente aveva pronunciato monologhi sconnessi e
incoerenti in inglese e giapponese in tribunale durante gli otto anni del
processo.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GAZA: EMESSA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO
5 luglio 2018: Il Tribunale di primo grado di Gaza ha
emesso una condanna a morte contro Y. B. di Gaza City, dopo averlo riconosciuto
colpevole di omicidio. Questa è la prima condanna capitale dopo la firma lo
scorso giugno da parte della Palestina del secondo protocollo facoltativo del
1989 al Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), mirante
all'abolizione della pena di morte.
Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) ha
condannato l'emissione di condanne a morte, soprattutto alla luce dell'assenza
di garanzie per un processo equo nella Striscia di Gaza.
Il PCHR ha chiesto al Presidente palestinese di emanare
un decreto presidenziale che ponga fine alla pena di morte fino
all’introduzione degli emendamenti necessari nelle leggi locali.
Questa sentenza capitale è la terza pronunciata da inizio
2018, dal momento che il tribunale militare di Gaza ha confermato la sentenza
emessa nei confronti del civile KH. S. per collaborazione con Israele.
Pertanto, il numero totale di condanne a morte emesse nelle aree controllate
dall'Autorità Palestinese (AP) è giunto a 204 dal 1994, 30 delle quali sono
state emesse in Cisgiordania e 174 nella Striscia di Gaza. Tra quelle emesse
nella Striscia, 116 sono state emesse dal 2007.
Dall'istituzione dell'Autorità Palestinese, sono state
applicate 41 condanne, 39 delle quali nella Striscia di Gaza e due nella West
Bank. Tra le sentenze applicate nella Striscia di Gaza, 28 sono state applicate
dal 2007 senza la ratifica del Presidente palestinese, in violazione della
legge.
IRAQ: 12 IMPICCATI PER TERRORISMO
28 giugno 2018: L'Iraq ha giustiziato 12 jihadisti che
erano rinchiusi nel braccio della morte su ordine del primo ministro Haider
al-Abadi, ha comunicato il suo ufficio, in rappresaglia per le uccisioni di
otto prigionieri da parte dello Stato Islamico. Le esecuzioni sono state
effettuate poco dopo che Abadi ha ordinato l'attuazione "immediata"
delle condanne a morte di centinaia di jihadisti condannati, in risposta alle
uccisioni dello Stato Islamico. "Per ordine del primo ministro Haider
al-Abadi, 12 terroristi condannati a morte (i cui appelli erano esauriti) sono
stati giustiziati il 28 giugno", ha detto una dichiarazione rilasciata
dall'ufficio di Abadi. Non viene specificato come siano state eseguite,
tuttavia le condanne a morte nei casi legati al terrorismo vengono solitamente
applicate mediante impiccagione.
IRAN: 1700 COMMUTAZIONI DI CONDANNE A MORTE ED ERGASTOLI
LEGATI ALLE DROGHE
3 luglio 2018: Abbas Jafari-Dolatabadi, il procuratore
generale di Teheran, ha annunciato che 1.700 condanne relative agli
stupefacenti sono state commutate dalla pena capitale e dall'ergastolo a forme
meno severe di punizione.
Il cambiamento della legge sulle pene legate ai narcotici
ha rivoluzionato le politiche del Paese nella lotta contro le droghe, ha detto
Jafari-Dolatabadi in un incontro sui danni sociali causati dai narcotici, ha
riportato l’agenzia di stampa IRNA.
Ha inoltre affermato che su 3.000 richieste di
commutazione di pene relative ai narcotici, 1.700 sono state esaminate e 1.300
rimangono da rivedere molto presto.
MALESIA: GOVERNO VALUTA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE
OBBLIGATORIA
29 giugno 2018: Il governo malese sta esaminando
l’opportunità di introdurre emendamenti per abolire la pena di morte
obbligatoria nella legislazione relativa ai reati penali, ha dichiarato il vice
primo ministro Datuk Seri Dr Wan Azizah Wan Ismail.
A partire da ora, il governo ha rinviato la pena di morte
per i crimini legati alla droga, ha detto.
"L'ultima riunione del Consiglio dei Ministri ha
deliberato di attuare la decisione del governo di rinviare la pena di morte imposta
a 17 persone condannate per reati di droga.
"In un contesto più ampio, abbiamo discusso la
necessità di considerare se la stessa cosa possa essere applicata ai criminali
autori di altri reati", ha detto in una conferenza stampa.
Wan Azizah ha detto che questa misura permetterebbe a
Sirul Azhar Umar, che è stato condannato a morte per l'omicidio della modella
mongola Altantuya Shaariibuu, di tornare in Malesia dall'Australia se lo
volesse.
Ha detto che Sirul Azhar, che aveva cercato protezione in
Australia, difficilmente potrebbe tornare in Malesia se dovesse affrontare la
pena di morte al suo ritorno.
"Ecco perché stiamo discutendo se sia necessario per
noi cambiare la sentenza o sostituirla con un’altra pena", ha detto.
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