sabato 7 luglio 2018

       NESSUNO    TOCCHI      CAINO       
      no   alla   pena   di     morte        


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : GIAPPONE: GIUSTIZIATI SETTE RESPONSABILI DELL'ATTENTATO AL SARIN DEL 1995 2.  NEWS FLASH: GAZA: EMESSA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO 3.  NEWS FLASH: IRAQ: 12 IMPICCATI PER TERRORISMO 4.  NEWS FLASH: IRAN: 1700 COMMUTAZIONI DI CONDANNE A MORTE ED ERGASTOLI LEGATI ALLE DROGHE 5.  NEWS FLASH: MALESIA: GOVERNO VALUTA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


GIAPPONE: GIUSTIZIATI SETTE RESPONSABILI DELL'ATTENTATO AL SARIN DEL 1995
6 luglio 2018: Shoko Asahara, fondatore e leader del culto Aum Shinrikyo, responsabile degli attacchi compiuti nella metropolitana di Tokyo nel 1995 col gas sarin, è stato giustiziato assieme ad altri sei componenti del suo gruppo, tramite impiccagione.

Il 63enne Asahara, il cui vero nome era Chizuo Matsumoto, è stato il primo ad essere giustiziato.
In un secondo momento i media giapponesi hanno resto noto che altre sei persone erano state giustiziate per i loro legami con una serie di crimini commessi dal culto della "Verità suprema" che idealizzava la fine del mondo.
Asahara era stato arrestato nel maggio del 1995, due mesi dopo l'attacco del 20 marzo compiuto nella metropolitana di Tokyo, che aveva provocato 13 morti e coinvolto almeno 6.200 persone.
Asahara era stato condannato all'impiccagione nel 2004 per 13 imputazioni, tra cui gli attacchi col gas della metropolitana e una serie di altri crimini che uccisero più di una dozzina di persone.
La sentenza era stata confermata dalla Corte Suprema nel 2006.
Si era dichiarato non colpevole e non aveva mai testimoniato, ma regolarmente aveva pronunciato monologhi sconnessi e incoerenti in inglese e giapponese in tribunale durante gli otto anni del processo.

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GAZA: EMESSA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO
5 luglio 2018: Il Tribunale di primo grado di Gaza ha emesso una condanna a morte contro Y. B. di Gaza City, dopo averlo riconosciuto colpevole di omicidio. Questa è la prima condanna capitale dopo la firma lo scorso giugno da parte della Palestina del secondo protocollo facoltativo del 1989 al Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), mirante all'abolizione della pena di morte.
Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) ha condannato l'emissione di condanne a morte, soprattutto alla luce dell'assenza di garanzie per un processo equo nella Striscia di Gaza.
Il PCHR ha chiesto al Presidente palestinese di emanare un decreto presidenziale che ponga fine alla pena di morte fino all’introduzione degli emendamenti necessari nelle leggi locali.
Questa sentenza capitale è la terza pronunciata da inizio 2018, dal momento che il tribunale militare di Gaza ha confermato la sentenza emessa nei confronti del civile KH. S. per collaborazione con Israele. Pertanto, il numero totale di condanne a morte emesse nelle aree controllate dall'Autorità Palestinese (AP) è giunto a 204 dal 1994, 30 delle quali sono state emesse in Cisgiordania e 174 nella Striscia di Gaza. Tra quelle emesse nella Striscia, 116 sono state emesse dal 2007.
Dall'istituzione dell'Autorità Palestinese, sono state applicate 41 condanne, 39 delle quali nella Striscia di Gaza e due nella West Bank. Tra le sentenze applicate nella Striscia di Gaza, 28 sono state applicate dal 2007 senza la ratifica del Presidente palestinese, in violazione della legge.


IRAQ: 12 IMPICCATI PER TERRORISMO
28 giugno 2018: L'Iraq ha giustiziato 12 jihadisti che erano rinchiusi nel braccio della morte su ordine del primo ministro Haider al-Abadi, ha comunicato il suo ufficio, in rappresaglia per le uccisioni di otto prigionieri da parte dello Stato Islamico. Le esecuzioni sono state effettuate poco dopo che Abadi ha ordinato l'attuazione "immediata" delle condanne a morte di centinaia di jihadisti condannati, in risposta alle uccisioni dello Stato Islamico. "Per ordine del primo ministro Haider al-Abadi, 12 terroristi condannati a morte (i cui appelli erano esauriti) sono stati giustiziati il 28 giugno", ha detto una dichiarazione rilasciata dall'ufficio di Abadi. Non viene specificato come siano state eseguite, tuttavia le condanne a morte nei casi legati al terrorismo vengono solitamente applicate mediante impiccagione.


IRAN: 1700 COMMUTAZIONI DI CONDANNE A MORTE ED ERGASTOLI LEGATI ALLE DROGHE
3 luglio 2018: Abbas Jafari-Dolatabadi, il procuratore generale di Teheran, ha annunciato che 1.700 condanne relative agli stupefacenti sono state commutate dalla pena capitale e dall'ergastolo a forme meno severe di punizione.
Il cambiamento della legge sulle pene legate ai narcotici ha rivoluzionato le politiche del Paese nella lotta contro le droghe, ha detto Jafari-Dolatabadi in un incontro sui danni sociali causati dai narcotici, ha riportato l’agenzia di stampa IRNA.
Ha inoltre affermato che su 3.000 richieste di commutazione di pene relative ai narcotici, 1.700 sono state esaminate e 1.300 rimangono da rivedere molto presto.


MALESIA: GOVERNO VALUTA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA
29 giugno 2018: Il governo malese sta esaminando l’opportunità di introdurre emendamenti per abolire la pena di morte obbligatoria nella legislazione relativa ai reati penali, ha dichiarato il vice primo ministro Datuk Seri Dr Wan Azizah Wan Ismail.
A partire da ora, il governo ha rinviato la pena di morte per i crimini legati alla droga, ha detto.
"L'ultima riunione del Consiglio dei Ministri ha deliberato di attuare la decisione del governo di rinviare la pena di morte imposta a 17 persone condannate per reati di droga.
"In un contesto più ampio, abbiamo discusso la necessità di considerare se la stessa cosa possa essere applicata ai criminali autori di altri reati", ha detto in una conferenza stampa.
Wan Azizah ha detto che questa misura permetterebbe a Sirul Azhar Umar, che è stato condannato a morte per l'omicidio della modella mongola Altantuya Shaariibuu, di tornare in Malesia dall'Australia se lo volesse.
Ha detto che Sirul Azhar, che aveva cercato protezione in Australia, difficilmente potrebbe tornare in Malesia se dovesse affrontare la pena di morte al suo ritorno.
"Ecco perché stiamo discutendo se sia necessario per noi cambiare la sentenza o sostituirla con un’altra pena", ha detto.

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