nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ARABIA SAUDITA: SETTE ESECUZIONI IN UN GIORNO 2. NEWS FLASH: THAILANDIA: CONDANNA CAPITALE
CONFERMATA PER CITTADINO SPAGNOLO 3.
NEWS FLASH: OHIO (USA): ROBERT VAN HOOK GIUSTIZIATO 4. NEWS FLASH: TEXAS (USA): CHRISTOPHER YOUNG
GIUSTIZIATO 5. NEWS FLASH: IRAN: 80
FRUSTATE PER AVER BEVUTO ALCOL QUANDO ERA MINORENNE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
ARABIA SAUDITA: SETTE ESECUZIONI IN UN GIORNO
17 luglio 2018: L'Arabia Saudita ha giustiziato sette
persone condannate per reati penali, tra cui cinque uomini per la rapina e
omicidio di una guardia di magazzino pakistana, nella città occidentale di
Jiddah.
Il ministero dell'Interno ha detto che i cinque uomini,
due sauditi e tre cittadini del Ciad, hanno pugnalato e picchiato la guardia e
rubato il suo cellulare come parte di una rapina al magazzino.
Non è chiaro quando abbiano commesso il crimine e come
siano stati giustiziati, ma l'Arabia Saudita di solito esegue le condanne a
morte con decapitazioni o col plotone di esecuzione.
Nella città settentrionale di Tabuk, un uomo libanese è
stato giustiziato dopo essere stato condannato per contrabbando di droga e un
uomo saudita è stato messo a morte dopo essere stato condannato per l'omicidio
di un altro saudita, ha detto il Ministero.
Il Regno ha giustiziato 66 persone finora nel 2018. Nel
2017, 122 persone sono state giustiziate e 144 persone sono state messe a morte
nel 2016.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
THAILANDIA: CONDANNA CAPITALE CONFERMATA PER CITTADINO
SPAGNOLO
13 luglio 2018: Una Corte d'appello ha confermato in
Thailandia la condanna a morte di un cittadino spagnolo, Artur Segarra Princep,
che è stato condannato per aver ucciso un connazionale, mutilando il suo corpo
e gettando le parti nel fiume Chao Phraya nel gennaio 2016.
Princep, che sostiene di essere innocente, farà ora
appello alla Corte Suprema.
Il giudice della Corte d'appello ha citato prove solide,
tra cui riprese di telecamere di sicurezza, testimonianze, inclusi resoconti di
una cameriera del condominio PG e della sua fidanzata thailandese, e risultati
forensi su campioni di DNA raccolti da oggetti incriminanti, come il suo
congelatore, che hanno sufficientemente convinto il giudice sulla colpevolezza
del 39enne per la morte del connazionale spagnolo David Bernat, 41 anni.
Segarra è stato prelevato dalla prigione centrale di Bang
Kwang, dove si trova da due anni e cinque mesi, e portato al tribunale penale
di Ratchadapisek per ascoltare il verdetto della Corte d'Appello.
OHIO (USA): ROBERT VAN HOOK GIUSTIZIATO
17 luglio 2018: Robert Van Hook, 58 anni, bianco, è stato
giustiziato. Era stato condannato a morte nell’agosto 1985 con l’accusa di aver
ucciso, il 18 febbraio 1985, David Self, 34 anni. Van Hook aveva confessato
l’omicidio alla polizia, dicendo tra l’altro che già altre volte, a partire dai
15 anni di età, aveva accettato avances di omosessuali, per poi rapinarli. Al
processo aveva sostenuto di essere stato momentaneamente infermo di mente. Il
18 aprile 2006 (vedi) la Corte d’Appello del 6° Circuito aveva annullato il
verdetto di colpevolezza ritenendo che durante il processo non avrebbe dovuto
essere utilizzata la sua confessione, ottenuta dalla polizia in assenza di un
avvocato ma dopo che Van Hook ne aveva chiesto uno. Il 9 novembre 2009 la Corte
Suprema degli Stati Uniti aveva annullato l’annullamento. Van Hook diventa il
1° giustiziato di quest’anno in Ohio, il 56° da quando lo stato ha ripreso le
esecuzioni nel 1999, il 14° dell’anno negli Usa, e il n°
1479 da quando
gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.
TEXAS (USA): CHRISTOPHER YOUNG GIUSTIZIATO
17 luglio 2018: Christopher Young, 34 anni, nero, è stato
giustiziato.
Era stato condannato il 7 febbraio 2006 con l’accusa di
aver ucciso il 21 novembre 2004, nel corso di una rapina in un minimarket,
Hasmukh "Hash" Patel, 53 anni.
Young era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza,
e la sua linea di difesa era che quel giorno aveva bevuto molte birre e assunto
cocaina.
Young diventa l’8° giustiziato di quest’anno in Texas, il
553° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 13° giustiziato
di quest’anno in Texas, e il n° 1.478 da quando gli Usa hanno ripreso le
esecuzioni nel 1977.
IRAN: 80 FRUSTATE PER AVER BEVUTO ALCOL QUANDO ERA
MINORENNE
10 luglio 2018: La stampa iraniana ha pubblicato la
fotografia di un uomo, menzionato con le iniziali M.R., che il 10 luglio è
stato legato a un albero e frustato 80 volte sulla schiena da un altro uomo dal
volto coperto, in una piazza di Kashmar, nella provincia di Razavi Khorasan.
Oltre 10 anni fa, M.R. aveva bevuto alcol e aveva 14 o 15
anni.
"Siamo di fronte a un sistema che legalizza la
brutalità. Questo è un caso assolutamente sconvolgente", ha dichiarato
Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e l'Africa dal Nord
di Amnesty International. "Il diffuso ricorso alle pene corporali, anche
nei confronti di rei minorenni, dimostra il profondo disprezzo delle autorità
iraniane verso i principi elementari di umanità. Vanno subito cancellate dalle
leggi le amputazioni, gli accecamenti e le frustate", ha aggiunto Luther.
Secondo la Procura di Kashmar, M.R. aveva consumato
alcolici durante una festa di matrimonio, nel corso della quale era scoppiata
una rissa culminata con la morte di un invitato di 17 anni. I giudici della
Procura hanno chiarito che M.R. non fu coinvolto nell'omicidio e che le
frustate gli sono state inflitte solo per aver bevuto alcol.
I fatti risalgono al periodo compreso tra marzo 2006 e
marzo 2007 (corrispondente, secondo il calendario iraniano, all'anno 1385).
Poiché M.R. è nato nell'anno 1370, ossia tra marzo 1991 e marzo 1992, ne
consegue che all'epoca del "reato" aveva 14 o 15 anni. La sentenza è
stata emessa nell'anno 1386, dunque tra marzo 2007 e marzo 2008. Amnesty
International non è a conoscenza dei motivi per cui la pena corporale sia stata
eseguita con così tanto ritardo.
Nel 2018 le autorità iraniane hanno già inflitto ed
eseguito pene corporali, tra cui l'amputazione della mano a un ladro.
"L'uso di pene crudeli e inumane come le frustate, le amputazioni e gli
accecamenti - ha commentato Luther - sono un gravissimo affronto alla dignità
umana e violano il divieto assoluto di tortura e altri maltrattamenti previsto
dal diritto internazionale. In quanto stato parte del Patto internazionale sui
diritti civili e politici, l'Iran - ha aggiunto - è giuridicamente obbligato a
vietare la tortura e gli altri trattamenti o pene crudeli, inumani e
degradanti. Per questo, è del tutto inaccettabile che le autorità iraniane
continuino ad autorizzare sanzioni del genere e a giustificarle in nome della
protezione dei precetti religiosi", ha concluso Luther.
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