i libici fanno morire donne e bambini in mare
La ong Proactiva Open Arms sul suo account twitter denuncia l'”omissione di soccorso” e posta un video in cui si vedono una sopravvissuta e i cadaveri di una seconda donna e di un bambino abbandonati su una “imbarcazione distrutta dai cosiddetti guardiacoste libici”, che “l’Italia legittima e manda avanti”, a 80 miglia dalle coste della Libia. “Ogni morte – si legge nel tweet – è conseguenza diretta di questa politica”.
“La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l’imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche”, ha twittato l’attivista catalano. “Quando siamo arrivati”, ha aggiunto, “abbiamo trovato una delle donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l’altra donna e il bambino, che a quanto pare era morto poche ore prima che li trovassimo
“Quanto tempo ancora dovremo lottare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?“, si è chiesto il fondatore dell’Ong. In un messaggio audio, Camps ha affermato che quanto accaduto “è la conseguenza diretta del fatto che si tratta con le milizie armate” e “si dice all’Europa che la Libia è un Paese sicuro” mentre “la Guardia Costiera libica è capace di tutto”. “E’ la conseguenza diretta – continua ancora – del non lasciare lavorare le Ong che salvano vite umane in mare”. Oltre alla “cosiddetta Guardia Costiera libica”, il fondatore di Open Arms ha accusato anche il mercantile Triades che, sostiene, ha “abbandonato in mare nella notte un’imbarcazione in pericolo”.
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