mercoledì 11 luglio 2018

  CI SI ALZA AL MATTINO PER ANDARE A LAVORO E NON SI RITORNA PIU' A CASA.
        a Carrara un'altra morte bianca                 


Anche oggi sui vari social si continua a parlare di Ronaldo, dei suoi faraonici guadagni ma di un ragazzo di 37 anni morto mentre era a lavoro per guadagnarsi un misero stipendio sono state spese poche e sbagliate parole. Il  consueto rituale dei sindacati che protestano, del presidente della regione Toscana che dichiara di essere costernato e che non si può morire sul lavoro e dei vari politici che fanno dichiarazioni più o meno banali è iniziato. NON SI PUO' MORIRE SUL LAVORO  tutto ciò è profondamente vero,  poi nella sostanza niente viene fatto e tra qualche giorno anche questa triste storia andrà nel dimenticatoio in attesa del prossimo morto. Il bello o il brutto è che qualcuno ha voluto fare una comparazione che non c'entra per niente con le magliette rosse indossate domenica e il niente di oggi. I morti sono tutti uguali e meritano rispetto sia quelli che affogano in mare nel disperato tentativo di cercare una vita migliore e chi muore per portare a casa un tozzo di pane.  Se per questo triste avvenimento non è stata presa nessuna iniziativa concretamente visibile la colpa non è di una diversa sensibilità tra i due avvenimenti ma di chi dovrebbe impegnarsi  per tutelare la salute dei lavoratori. I SINDACATI DOVE SONO ?
Ecco il breve resoconto di ciò che è avvenuto
Luca Savio, 37 anni, è stato travolto da un blocco di marmo già posizionato e scaricato in un deposito a Marina di Carrara. Savio lascia la moglie e un figlio piccolo. Secondo quanto risulta alla Cgil aveva un contratto di soli sei giorni, iniziato il 9 luglio.


"Un ragazzo di 37 anni ha perso la vita per un contratto di soli 6 giorni"questo è stato il laconico commento della CGIL. L'operaio lavorava per una ditta di autogru e, prima di questo contratto, ne aveva avuto un altro di 5-6 mesi.
MALA TEMPORA CURRUNT
g.m.

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