sabato 14 luglio 2018


      nessuno  tocchi   CAINO        
  NO  ALLA  PENA  DI  MORTE     
                                                                                                                        




1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN. REGIME IRANIANO COINVOLTO IN ATTENTATI TERRORISTICI, VERIFICARE PRESENZA AGENTI IRANIANI ALL’AMBASCIATA ROMA 2.  NEWS FLASH: GAMBIA: VERSO L'ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE 3.  NEWS FLASH: USA: POLIZIA E PRIVATI CITTADINI UCCIDONO MOLTO PIÙ DEI GIUDICI 4.  NEWS FLASH: SRI LANKA: 19 CONDANNATI PER DROGA SARANNO GIUSTIZIATI 5.  NEWS FLASH: MADHYA PRADESH (INDIA): CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO DI UNA BAMBINA DI NOVE ANNI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN. REGIME IRANIANO COINVOLTO IN ATTENTATI TERRORISTICI, VERIFICARE PRESENZA AGENTI IRANIANI ALL’AMBASCIATA ROMA


11 luglio 2018: Una delegazione di oltre venti persone, tra parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e attivisti dei diritti umani, molti dei quali iscritti al Partito Radicale e a Nessuno tocchi Caino, ha partecipato il 30 giugno al grande raduno annuale della Resistenza iraniana a Parigi, alla presenza della Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana Maryam Rajavi e di personalità come Rudy Giuliani, ex Sindaco di New York e Newt Gingrich, ex-portavoce della Camera dei Rappresentanti, oltre a Stephen Harper e John Baird, ex-Primo Ministro e Ministro degli Esteri del Canada, Bernard Kouchner, l’Ambasciatore Giulio Maria Terzi, a capo della nutrita delegazione italiana, Sid Ahmad Ghozali, ex-Primo Ministro d’Algeria, Pandeli Majko, Ministro albanese, il reverendo Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury e Nazir Hakim, Direttore Generale della coalizione dell’opposizione siriana.
La delegazione italiana, guidata dall’Amb. Giulio Maria Terzi, si è rivolta oggi al Ministro degli Esteri belga per sostenere la presa di distanza da una politica di accondiscendenza nei confronti del regime iraniano e per esprimere apprezzamento per le indagini che hanno portato a sventare un attentato terroristico alla manifestazione anti-regime di Parigi.
Nell’ambito dell’inchiesta è stato infatti arrestato anche Asdollah Assadi, un funzionario iraniano che risulterebbe ricoprire ruoli di intelligence presso l’ambasciata a Vienna dal 2014 ed essere mente dello sventato attacco.
Secondo i firmatari della lettera: “Da mesi la Resistenza iraniana denuncia piani, programmi e vaste azioni della teocrazia iraniana contro la Resistenza stessa dall’Albania alla Germania e agli Stati Uniti d’America. Oggi vediamo che quelle denunce hanno una drammatica fondatezza, con indagini che portano a riferire il connotato terroristico al regime stesso. L’accondiscendenza non è mai il modo giusto per trattare con regimi dispotici. Rivedere in questo senso la politica europea nei confronti dell’Iran è oltremodo urgente e necessario, come verificare la presenza presso l’ambasciata iraniana a Roma di agenti del Ministero dell’Intelligence e della forza Quds."


NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GAMBIA: VERSO L'ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE
11 luglio 2018: Il governo del Gambia ha dichiarato alla Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che il Paese sta lavorando per abrogare la pena di morte, commutando così le condanne a morte in ergastolo.
Il Gambia ha la pena di morte nelle sue leggi, ma il presidente Adama Barrow e il ministro della giustizia Abubacarr Tambadou hanno espresso l'intenzione di abrogare la legge.
Dall'ultima esecuzione ordinata dall'ex dittatore del Paese, Yahya Jammeh, alcuni anni fa, c'è stata una moratoria sulla pratica.
"Attualmente ci sono ventitre (23) prigionieri condannati a morte, di cui ventuno (21) sono stati condannati per omicidio; uno (1) per aver causato la morte illegalmente e uno (1) per omicidio colposo. Tutti questi reati sono punibili con la pena di morte", ha detto il Gambia nella sua presentazione al Consiglio delle Nazioni Unite.
"... Poiché la pena di morte è prevista dalla Costituzione, la sua abolizione comporterà un emendamento costituzionale. Dato il processo di revisione costituzionale in corso, si prevede che all'impegno politico per l'abolizione della pena di morte sarà data validità costituzionale nella nuova Costituzione".
Il Gambia è tra 171 paesi in tutto il mondo che sono firmatari del Patto internazionale sui diritti civili e politici e il paese si trova di fronte all’organismo per i diritti delle Nazioni Unite ogni quattro anni per la revisione.
Un team di delegati governativi guidato dal procuratore generale Cherno Marenah si è recata a Ginevra il 5 e il 6 luglio per rispondere alle domande sollevate dagli organismi di controllo dei diritti.
Il leader gambiano ha firmato il Secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici sull'abolizione della pena di morte nel settembre 2017 a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel suo discorso alla 53a celebrazione dell'indipendenza del Gambia il 18 febbraio 2018, il Presidente ha annunciato ufficialmente una moratoria sull'applicazione della pena di morte e ha commutato le condanne di tutte le persone nel braccio della morte in ergastolo.
Nel frattempo, il governo gambiano si è anche impegnato a rendere un crimine la tortura.
Di conseguenza, il Gambia ha già avviato il completamento del processo di adesione alla Convenzione contro la Tortura entro la fine del 2018.
Il programma di riforma della giustizia penale intrapreso dal governo ha in particolare il mandato di inserire la tortura nelle leggi penali.

USA: POLIZIA E PRIVATI CITTADINI UCCIDONO MOLTO PIÙ DEI GIUDICI
10 luglio 2018: La polizia uccide 50 volte più dei giudici, e i privati cittadini 45 volte di più. Secondo il conteggio effettuato dal sito “Killed By Police” (killedbypolice.net), dall’inizio dell’anno al 30 giugno la polizia negli Usa ha già ucciso 617 persone.
Per ognuna delle uccisioni registrate il sito pubblica il link alla notizia di stampa relativa al fatto.
In circa 50 casi le notizie di stampa riportate non indicano il nome della vittima, e alcune delle morti sembrano causate da incidenti, ad esempio incidenti stradali. La quasi totalità dei casi però riguarda persone uccise a seguito dell’uso volontario di armi da fuoco da parte di uno o più agenti di polizia.
Un altro sito, fatalencounters.org, segnala 806 morti. Le cifre maggiori di questo sito dipendono anche dal fatto che vengono contati 108 casi di suicidio, di solito di persone che, circondate dalla polizia o dopo aver preso ostaggi, spesso a seguito di liti domestiche, si suicidano.
Scorporati i suicidi, i morti scendono a 698, 81 in più rispetto a quelli censiti da Killed by Police. Anche questo sito fornisce un breve riassunto dei fatti, e i link alle notizie di stampa. Dei 698 morti, 587 vengono indicati come “uccisi da arma da fuoco”, 85 travolti da un veicolo della polizia, 17 morti sono stati causati dall’uso del Taser (pistola elettrica).
Divisi per “razza”, i 698 morti di fatalencounters sono: 240 di razza imprecisata (la stampa “politicamente corretta” negli Usa spesso ritiene “discriminatorio” indicare l’appartenenza razziale di una persona), 239 bianche, 127 neri, 74 ispanici, 10 “nativi”, intendendo con questo termine pellerossa o alaskani, 7 asiatici, 1 mediorientale.
Divise per sesso, le vittime sono 65 donne e 633 uomini. Di 659 vittime è stata riportata l’età. 8 vittime avevano 12 anni o meno. 4 di questi bambini sono stati uccisi da un uomo che li aveva presi in ostaggio dopo essere stato circondato dalla polizia.
Un bambino di 10 anni era in auto con un uomo che non si era fermato ad un posto di blocco, 3 bambini sono stati uccisi da poliziotti non per cause di servizio ma per motivi personali. Altre 17 vittime avevano meno di 18 anni. 9 vittime avevano più di 70 anni, e 5 più di 80 anni. L’età media di tutte le 698 vittime è 37 anni. 87 uccisioni sono avvenute in California, 80 in Texas, 55 in Florida, 29 in Oklahoma, 19 in North Carolina, 16 nello stato di New York, 16 in Illinois, 1 nel Distretto of Columbia (Washington).
Nelle statistiche Usa, le persone uccise dalla polizia vengono definite “omicidi giustificati”. Con tale definizione si intendono anche i casi di “legittima difesa”. In media ogni 4 cittadini uccisi legalmente dalla polizia, altri 3 vengono uccisi legalmente da privati cittadini. I siti citati non tengono conto delle vittime di civili, ma fecendo fede ai dati pubblicati ogni anno dal Federal Bureau of Investigation (FBI), nei primi 6 mesi di quest’anno i civili dovrebbero aver ucciso “legalmente” circa 490 persone. “Fatal Force”, un progetto del Washington Post, nei primi sei mesi dell’anno, ha censito 530 casi di persone “uccise a colpi di arma da fuoco da agenti di polizia in servizio”.
Nello stesso arco di tempo, negli Usa sono state compiute 12 esecuzioni. Facendo la media tra le statistiche di Killed By Police e di Fatal Encounters, a fronte di 12 assassini uccisi con tutte le garanzie processuali, circa 650 “criminali” o sospetti tali sono stati uccisi al momento dell’arresto, e 490 addirittura al momento di commettere il reato.
L’argomento viene trattato con un certo imbarazzo dalla stampa liberal, che preferisce lasciare che siano i numeri a parlare da soli, ma certo acquista peso la polemica sugli altissimi costi economici del tenere in piedi un costoso sistema penale capitale, se nella realtà un “criminale” ha 95 volte più probabilità di venir ucciso al momento di commettere un reato o di essere arrestato che non dopo una serie di regolari processi.
Uno studio del 2015 condotto congiuntamente dal Washington Post e dalla Bowling Green State University aveva calcolato che negli ultimi 10 anni solo 54 agenti di polizia erano stati formalmente accusati di omicidio. Dei 54 poliziotti, 23 erano poi stati assolti, 12 condannati, e per 19 il procedimento era ancora aperto. Nei casi di condanna, la pena media è stata 4 anni.


SRI LANKA: 19 CONDANNATI PER DROGA SARANNO GIUSTIZIATI
11 luglio 2018: Lo Sri Lanka giustizierà 19 condannati per gravi reati di droga, ha annunciato il governo, all’indomani della decisione del Paese di ripristinare la pena capitale per reati connessi alla droga.
La decisione del governo servirà ad applicare la pena di morte ai recidivi legati a reati di droga su larga scala", ha detto il portavoce del governo e ministro Rajitha Senaratne.
Ha aggiunto che il presidente Maithripala Sirisena firmerà i documenti per applicare la pena di morte.


MADHYA PRADESH (INDIA): CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO DI UNA BAMBINA DI NOVE ANNI
7 luglio 2018: Un uomo accusato di aver stuprato una bambina di nove anni nel distretto di Sagar, nel Madhya Pradesh, è stato condannato alla pena capitale da un tribunale di Bhopal.
Il processo è stato completato in 46 giorni e anche l'indagine della polizia sul caso è stata completata in sole 72 ore.
Il crimine è accaduto nel villaggio di Khamaria del quartiere Rehli del distretto di Sagar il 21 maggio. L'imputato è stato arrestato e accusato ai sensi delle sezioni 376-A, 376-B del codice penale indiano e di disposizioni della legge 2012 per la Protezione dei bambini dai reati sessuali, ha detto il procuratore del distretto di Sagar Satyendra Kumar Shukla.
Il giudice del blocco di Rehli, Sudhanshu Saxena, ha riconosciuto l’imputato Narayan Patel colpevole del crimine e lo ha condannato a morte.
Questo è forse il primo caso nel Madhya Pradesh in cui la pena capitale è stata pronunciata per lo stupro di un minore, dopo gli emendamenti alla legge penale da parte del governo di Narendra Modi che prevedono la pena capitale come punizione massima per lo stupro di minori fino a 12 anni.

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