nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN. REGIME IRANIANO COINVOLTO IN ATTENTATI TERRORISTICI,
VERIFICARE PRESENZA AGENTI IRANIANI ALL’AMBASCIATA ROMA 2. NEWS FLASH: GAMBIA: VERSO L'ABOLIZIONE DELLA
PENA CAPITALE 3. NEWS FLASH: USA:
POLIZIA E PRIVATI CITTADINI UCCIDONO MOLTO PIÙ DEI GIUDICI 4. NEWS FLASH: SRI LANKA: 19 CONDANNATI PER
DROGA SARANNO GIUSTIZIATI 5. NEWS FLASH:
MADHYA PRADESH (INDIA): CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO DI UNA BAMBINA DI NOVE
ANNI 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN. REGIME IRANIANO COINVOLTO IN ATTENTATI
TERRORISTICI, VERIFICARE PRESENZA AGENTI IRANIANI ALL’AMBASCIATA ROMA
11 luglio 2018: Una delegazione di oltre venti persone,
tra parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e attivisti dei diritti umani,
molti dei quali iscritti al Partito Radicale e a Nessuno tocchi Caino, ha
partecipato il 30 giugno al grande raduno annuale della Resistenza iraniana a
Parigi, alla presenza della Presidente eletta del Consiglio Nazionale della
Resistenza Iraniana Maryam Rajavi e di personalità come Rudy Giuliani, ex
Sindaco di New York e Newt Gingrich, ex-portavoce della Camera dei
Rappresentanti, oltre a Stephen Harper e John Baird, ex-Primo Ministro e
Ministro degli Esteri del Canada, Bernard Kouchner, l’Ambasciatore Giulio Maria
Terzi, a capo della nutrita delegazione italiana, Sid Ahmad Ghozali, ex-Primo
Ministro d’Algeria, Pandeli Majko, Ministro albanese, il reverendo Rowan
Williams, Arcivescovo di Canterbury e Nazir Hakim, Direttore Generale della
coalizione dell’opposizione siriana.
La delegazione italiana, guidata dall’Amb. Giulio Maria
Terzi, si è rivolta oggi al Ministro degli Esteri belga per sostenere la presa
di distanza da una politica di accondiscendenza nei confronti del regime
iraniano e per esprimere apprezzamento per le indagini che hanno portato a
sventare un attentato terroristico alla manifestazione anti-regime di Parigi.
Nell’ambito dell’inchiesta è stato infatti arrestato
anche Asdollah Assadi, un funzionario iraniano che risulterebbe ricoprire ruoli
di intelligence presso l’ambasciata a Vienna dal 2014 ed essere mente dello
sventato attacco.
Secondo i firmatari della lettera: “Da mesi la Resistenza
iraniana denuncia piani, programmi e vaste azioni della teocrazia iraniana
contro la Resistenza stessa dall’Albania alla Germania e agli Stati Uniti
d’America. Oggi vediamo che quelle denunce hanno una drammatica fondatezza, con
indagini che portano a riferire il connotato terroristico al regime stesso.
L’accondiscendenza non è mai il modo giusto per trattare con regimi dispotici.
Rivedere in questo senso la politica europea nei confronti dell’Iran è
oltremodo urgente e necessario, come verificare la presenza presso l’ambasciata
iraniana a Roma di agenti del Ministero dell’Intelligence e della forza
Quds."
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GAMBIA: VERSO L'ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE
11 luglio 2018: Il governo del Gambia ha dichiarato alla
Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che il Paese sta lavorando
per abrogare la pena di morte, commutando così le condanne a morte in
ergastolo.
Il Gambia ha la pena di morte nelle sue leggi, ma il
presidente Adama Barrow e il ministro della giustizia Abubacarr Tambadou hanno
espresso l'intenzione di abrogare la legge.
Dall'ultima esecuzione ordinata dall'ex dittatore del
Paese, Yahya Jammeh, alcuni anni fa, c'è stata una moratoria sulla pratica.
"Attualmente ci sono ventitre (23) prigionieri
condannati a morte, di cui ventuno (21) sono stati condannati per omicidio; uno
(1) per aver causato la morte illegalmente e uno (1) per omicidio colposo.
Tutti questi reati sono punibili con la pena di morte", ha detto il Gambia
nella sua presentazione al Consiglio delle Nazioni Unite.
"... Poiché la pena di morte è prevista dalla
Costituzione, la sua abolizione comporterà un emendamento costituzionale. Dato
il processo di revisione costituzionale in corso, si prevede che all'impegno
politico per l'abolizione della pena di morte sarà data validità costituzionale
nella nuova Costituzione".
Il Gambia è tra 171 paesi in tutto il mondo che sono
firmatari del Patto internazionale sui diritti civili e politici e il paese si
trova di fronte all’organismo per i diritti delle Nazioni Unite ogni quattro
anni per la revisione.
Un team di delegati governativi guidato dal procuratore
generale Cherno Marenah si è recata a Ginevra il 5 e il 6 luglio per rispondere
alle domande sollevate dagli organismi di controllo dei diritti.
Il leader gambiano ha firmato il Secondo protocollo
opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici sull'abolizione
della pena di morte nel settembre 2017 a margine dell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite.
Nel suo discorso alla 53a celebrazione dell'indipendenza
del Gambia il 18 febbraio 2018, il Presidente ha annunciato ufficialmente una
moratoria sull'applicazione della pena di morte e ha commutato le condanne di
tutte le persone nel braccio della morte in ergastolo.
Nel frattempo, il governo gambiano si è anche impegnato a
rendere un crimine la tortura.
Di conseguenza, il Gambia ha già avviato il completamento
del processo di adesione alla Convenzione contro la Tortura entro la fine del
2018.
Il programma di riforma della giustizia penale intrapreso
dal governo ha in particolare il mandato di inserire la tortura nelle leggi
penali.
USA: POLIZIA E PRIVATI CITTADINI UCCIDONO MOLTO PIÙ DEI
GIUDICI
10 luglio 2018: La polizia uccide 50 volte più dei
giudici, e i privati cittadini 45 volte di più. Secondo il conteggio effettuato
dal sito “Killed By Police” (killedbypolice.net), dall’inizio dell’anno al 30
giugno la polizia negli Usa ha già ucciso 617 persone.
Per ognuna delle uccisioni registrate il sito pubblica il
link alla notizia di stampa relativa al fatto.
In circa 50 casi le notizie di stampa riportate non
indicano il nome della vittima, e alcune delle morti sembrano causate da incidenti,
ad esempio incidenti stradali. La quasi totalità dei casi però riguarda persone
uccise a seguito dell’uso volontario di armi da fuoco da parte di uno o più
agenti di polizia.
Un altro sito, fatalencounters.org, segnala 806 morti. Le
cifre maggiori di questo sito dipendono anche dal fatto che vengono contati 108
casi di suicidio, di solito di persone che, circondate dalla polizia o dopo
aver preso ostaggi, spesso a seguito di liti domestiche, si suicidano.
Scorporati i suicidi, i morti scendono a 698, 81 in più
rispetto a quelli censiti da Killed by Police. Anche questo sito fornisce un
breve riassunto dei fatti, e i link alle notizie di stampa. Dei 698 morti, 587
vengono indicati come “uccisi da arma da fuoco”, 85 travolti da un veicolo
della polizia, 17 morti sono stati causati dall’uso del Taser (pistola
elettrica).
Divisi per “razza”, i 698 morti di fatalencounters sono:
240 di razza imprecisata (la stampa “politicamente corretta” negli Usa spesso
ritiene “discriminatorio” indicare l’appartenenza razziale di una persona), 239
bianche, 127 neri, 74 ispanici, 10 “nativi”, intendendo con questo termine
pellerossa o alaskani, 7 asiatici, 1 mediorientale.
Divise per sesso, le vittime sono 65 donne e 633 uomini.
Di 659 vittime è stata riportata l’età. 8 vittime avevano 12 anni o meno. 4 di
questi bambini sono stati uccisi da un uomo che li aveva presi in ostaggio dopo
essere stato circondato dalla polizia.
Un bambino di 10 anni era in auto con un uomo che non si
era fermato ad un posto di blocco, 3 bambini sono stati uccisi da poliziotti
non per cause di servizio ma per motivi personali. Altre 17 vittime avevano
meno di 18 anni. 9 vittime avevano più di 70 anni, e 5 più di 80 anni. L’età
media di tutte le 698 vittime è 37 anni. 87 uccisioni sono avvenute in
California, 80 in Texas, 55 in Florida, 29 in Oklahoma, 19 in North Carolina,
16 nello stato di New York, 16 in Illinois, 1 nel Distretto of Columbia
(Washington).
Nelle statistiche Usa, le persone uccise dalla polizia
vengono definite “omicidi giustificati”. Con tale definizione si intendono
anche i casi di “legittima difesa”. In media ogni 4 cittadini uccisi legalmente
dalla polizia, altri 3 vengono uccisi legalmente da privati cittadini. I siti
citati non tengono conto delle vittime di civili, ma fecendo fede ai dati
pubblicati ogni anno dal Federal Bureau of Investigation (FBI), nei primi 6
mesi di quest’anno i civili dovrebbero aver ucciso “legalmente” circa 490
persone. “Fatal Force”, un progetto del Washington Post, nei primi sei mesi
dell’anno, ha censito 530 casi di persone “uccise a colpi di arma da fuoco da
agenti di polizia in servizio”.
Nello stesso arco di tempo, negli Usa sono state compiute
12 esecuzioni. Facendo la media tra le statistiche di Killed By Police e di
Fatal Encounters, a fronte di 12 assassini uccisi con tutte le garanzie
processuali, circa 650 “criminali” o sospetti tali sono stati uccisi al momento
dell’arresto, e 490 addirittura al momento di commettere il reato.
L’argomento viene trattato con un certo imbarazzo dalla
stampa liberal, che preferisce lasciare che siano i numeri a parlare da soli,
ma certo acquista peso la polemica sugli altissimi costi economici del tenere
in piedi un costoso sistema penale capitale, se nella realtà un “criminale” ha
95 volte più probabilità di venir ucciso al momento di commettere un reato o di
essere arrestato che non dopo una serie di regolari processi.
Uno studio del 2015 condotto congiuntamente dal
Washington Post e dalla Bowling Green State University aveva calcolato che
negli ultimi 10 anni solo 54 agenti di polizia erano stati formalmente accusati
di omicidio. Dei 54 poliziotti, 23 erano poi stati assolti, 12 condannati, e
per 19 il procedimento era ancora aperto. Nei casi di condanna, la pena media è
stata 4 anni.
SRI LANKA: 19 CONDANNATI PER DROGA SARANNO GIUSTIZIATI
11 luglio 2018: Lo Sri Lanka giustizierà 19 condannati
per gravi reati di droga, ha annunciato il governo, all’indomani della
decisione del Paese di ripristinare la pena capitale per reati connessi alla
droga.
La decisione del governo servirà ad applicare la pena di
morte ai recidivi legati a reati di droga su larga scala", ha detto il
portavoce del governo e ministro Rajitha Senaratne.
Ha aggiunto che il presidente Maithripala Sirisena
firmerà i documenti per applicare la pena di morte.
MADHYA PRADESH (INDIA): CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO
DI UNA BAMBINA DI NOVE ANNI
7 luglio 2018: Un uomo accusato di aver stuprato una
bambina di nove anni nel distretto di Sagar, nel Madhya Pradesh, è stato
condannato alla pena capitale da un tribunale di Bhopal.
Il processo è stato completato in 46 giorni e anche
l'indagine della polizia sul caso è stata completata in sole 72 ore.
Il crimine è accaduto nel villaggio di Khamaria del
quartiere Rehli del distretto di Sagar il 21 maggio. L'imputato è stato
arrestato e accusato ai sensi delle sezioni 376-A, 376-B del codice penale
indiano e di disposizioni della legge 2012 per la Protezione dei bambini dai
reati sessuali, ha detto il procuratore del distretto di Sagar Satyendra Kumar
Shukla.
Il giudice del blocco di Rehli, Sudhanshu Saxena, ha
riconosciuto l’imputato Narayan Patel colpevole del crimine e lo ha condannato
a morte.
Questo è forse il primo caso nel Madhya Pradesh in cui la
pena capitale è stata pronunciata per lo stupro di un minore, dopo gli
emendamenti alla legge penale da parte del governo di Narendra Modi che
prevedono la pena capitale come punizione massima per lo stupro di minori fino
a 12 anni.
Nessun commento:
Posta un commento