mercoledì 27 giugno 2018

DANTE E LA NUMEROLOGIA NELLA DIVINA COMMEDIA.

Dante non era solo un poeta e scrittore, non possedeva cioè soltanto una cultura di tipo umanistico, ma anche scientifico e filosofico. Il rapporto tra la numerologia, tra la scelta non casuale del ricorrere di alcuni numeri, e la Divina Commedia è evidente in tutta l’opera, sia a livello strutturale che narrativo. L’attenzione di Dante per le corrispondenze numeriche mostra la sua conoscenza della filosofia antica (soprattutto di Plotino e Pitagora), ma anche della religione, della Bibbia, dei filosofi ebraici del Medioevo e, forse, anche della Cabala. Ogni numero ha infatti un significato e quelli che ricorrono più spesso nell’opera dantesca sono questi:
1 è l’origine di tutte le cose; rappresenta la perfezione e l’assoluto, la divinità. Simbolo del monoteismo è espressione della completezza, del Dio Creatore.
3 rimanda alla Trinità Cristiana, alla perfezione e alla conoscenza.
7 è il numero della perfezione umana. Ha molti significati legati alla sfera religiosa: 7 giorni della settimana, che sono i 7 giorni della creazione raccontati nella Genesi; 7 è però anche il numero dei peccati capitali. Infine l’antico sistema solare era composto da 7 pianeti.
9 è il quadrato di 3, rappresenta il cambiamento e l’invenzione.
10 simbolo della totalità della realtà rappresentata; da un punto di vista religioso richiama il numero dei comandamenti che Dio affida a Mosè sul monte Sinai.
Dante sceglie in numero 3 per costruire la sua opera; esso ritorna infatti in molti aspetti. A livello strutturale l’opera è formata da 100 canti, suddivisi in 3 cantiche secondo uno schema: 1+33+33+33, dove il primo canto svolge il ruolo di introduzione. Per quanto riguarda la forma metrica il poeta sceglie la terzina di endecasillabi a rima incatenata.

A livello della storia invece, Dante attraversa 3 differenti regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso; nel suo viaggio è accompagnato da 3 diverse guide: Virgilio, che rappresenta la ragione, Beatrice, simbolo della grazia e infine San Bernardo, emblema dell’ardore mistico. L’Inferno è diviso in 9 cerchi; qui Dante incontra 3 fiere e attraversa 3 fiumi (Acheronte, Stige, Flegetonte). Anche Lucifero non ha una sola faccia, ma ben 3. Si arriva al Purgatorio, alla cui porta sia accede dopo 3 scalini di diverso colore. Questo regno è formato da 7 cornici, che rappresentano proprio i 7 peccati capitali, ma aggiungendo l’Antipurgatorio e il Paradiso Terrestre si arriva a 9 zone. Infine il Paradiso è composto da 9 cieli mobili, a cui se ne aggiunge un decimo immateriale e immobile. Le anime sono divise in tutti i regni in 3 gruppi. Nell’Inferno si trovano gli incontinenti, i violenti e i fraudolenti; nel Purgatorio le anime sono divise fra coloro che indirizzarono il loro amore su un oggetto sbagliato, quelli che furono poco solleciti al bene e quelli che amarono troppo i beni mondani; nel Paradiso i beati sono divisi fra gli spiriti che furono dediti alla ricerca della gloria terrena, gli spiriti attivi e gli spiriti contemplativi.

Anche nella figura divina non può non ricorrere il numero 3. Quando Dante, al termine di una preghiera, riesce a vedere Dio, lo descrive come una grande luce di 3 cerchi concentrici aventi 3 colori diversi (bianco, rosso e verde).
g.m.

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