sabato 23 giugno 2018



           nessuno    tocchi     CAINO            
     NO    ALLA    PENA    DI    MORTE       


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : MAFIA: A DETENUTI VIETATO SCRIVERE A NESSUNO TOCCHI CAINO. ‘SENTENZA INAUDITA E SENZA PRECEDENTI’
2.  NEWS FLASH: THAILANDIA: PRIMA ESECUZIONE DAL 2009 3.  NEWS FLASH: SUD COREA: L’UFFICIO PRESIDENZIALE POTREBBE VALUTARE UNA MORATORIA 4.  NEWS FLASH: MYANMAR: PARLAMENTO RESPINGE PENA DI MORTE PER GLI STUPRATORI DI BAMBINI 5.  NEWS FLASH: ETIOPIA: RILASCIATI CENTINAIA DI PRIGIONIERI CONDANNATI PER TERRORISMO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DEVOLVI IL 5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO


MAFIA: A DETENUTI VIETATO SCRIVERE A NESSUNO TOCCHI CAINO. ‘SENTENZA INAUDITA E SENZA PRECEDENTI’
Secondo quanto riportato dall’ANSA il 21 giugno 2018, una sentenza della Corte Suprema di Cassazione avrebbe confermato le decisioni, prima, del Magistrato di Sorveglianza di Novara, poi, del Tribunale di Sorveglianza di Torino, di bloccare una missiva di Giuseppe Falsone, sottoposto al regime di 41 bis, nella quale il detenuto chiedeva a una sua congiunta di inviare 200 euro per l'iscrizione al Partito Radicale e/o a Nessuno tocchi Caino, cosa che, secondo i magistrati, sarebbe vietato da una circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap).

Secondo i magistrati, inoltre, i detenuti in regime di 41 bis non dovrebbero scrivere lettere a Nessuno tocchi Caino, perché potrebbe determinare un pericolo per la sicurezza del carcere.
Su questa sentenza, Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, Presidente, Segretario e Tesoriera di Nessuno tocchi Caino, hanno dichiarato:
“È una sentenza inaudita e senza precedenti, che dice l’opposto di quel che siamo e che nega tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni. Non sappiamo a quali circolari i magistrati di sorveglianza piemontesi e i giudici della Cassazione facciano riferimento, quel che sappiamo è che, in questi anni, noi di Nessuno tocchi Caino, come Marco Pannella in tutta la sua vita, non abbiamo fatto altro che convertire ai connotati del Partito Radicale, alla nonviolenza, allo stato di diritto e alla legalità costituzionale le carceri e l’intera comunità penitenziaria. Se nelle carceri non vi sono più rivolte dei detenuti, ma sempre più scioperi della fame per far valere i propri diritti, è anche grazie al Partito Radicale e Nessuno tocchi Caino. Questa ‘radicalizzazione’ nonviolenta, positiva e costruttiva continueremo a perseguirla, anche per aiutare lo Stato, l’amministrazione della giustizia e penitenziaria ad avere successo sugli imprenditori della paura che si illudono di
  poter risolvere le emergenze – sconfiggere la mafia, la violenza e il fanatismo – con la “terribilità”, contrapponendo al terrore un terrore uguale e contrario, derogando ai principi fondamentali dello Stato di Diritto e di Diritti Umani. Se ci sarà ancora consentito, quest’opera di conversione alla nonviolenza la continueremo a svolgere, soprattutto, nei luoghi più bui e violenti del carcere come le sezioni del 41 bis e, in particolare, nei confronti dei condannati all’ergastolo, dai quali abbiamo avuto in questi anni le prove più significative di un cambiamento sempre possibile, come testimonia il docufilm “Spes contra Spem – Liberi dentro”, ideato da Nessuno tocchi Caino e realizzato da Ambrogio Crespi, con protagonisti uomini che, negata loro per legge la speranza, hanno deciso di incarnarla, di essere fonte di un processo attivo di cambiamento.”


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

THAILANDIA: PRIMA ESECUZIONE DAL 2009
19 giugno 2018: La Thailandia ha giustiziato il suo primo prigioniero dal 2009, ha comunicato il Dipartimento di Correzione, una mossa che Amnesty International ha condannato come tentativo "profondamente fuorviato" di ridurre il crimine.
Theerasak Longji, 26 anni, è stato giustiziato per iniezione letale nella prigione centrale di Bang Kwang, a nord di Bangkok, il 18 giugno. Era stato riconosciuto colpevole di aver ucciso un ragazzo di 17 anni nel 2012, ha detto il dipartimento.
E’ la settima persona ad essere giustiziata con iniezione letale da quando la Thailandia ha introdotto il metodo nel 2003 per sostituire il plotone di esecuzione. Prima di Theerasak, le ultime persone giustiziate sono stati due spacciatori thailandesi nel 2009.
"Questa è una deplorevole violazione del diritto alla vita", ha detto l'attivista di Amnesty in Thailandia Katherine Gerson a proposito dell'esecuzione di Theerasak.
Ha detto che la Thailandia ha rinnegato l'impegno a muoversi verso l'abolizione della pena di morte e non è al passo con il trend globale di allontanamento dalla pena capitale.
"Non ci sono prove che la pena di morte abbia un effetto deterrente, quindi la speranza da parte delle autorità tailandesi che questa mossa riduca il crimine e' profondamente fuorviante", ha detto Gerson.
"Il governo thailandese deve immediatamente interrompere ogni progetto di praticare ulteriori esecuzioni", ha aggiunto.
Narat Sawettanan, direttore generale del Dipartimento di Correzione, ha rifiutato di commentare quando contattato da Reuters.
Il primo ministro Prayuth Chan-ocha ha detto ai giornalisti che le ricerche hanno mostrato che la maggior parte dei thailandesi sono a favore della pena capitale.
"Abbiamo molti reati pericolosi ... è una necessità e la volontà della gente", ha detto Prayuth.
La Thailandia ha alcune delle prigioni più affollate dell'Asia, con la maggior parte dei detenuti in carcere per reati di droga. Vari governi hanno avuto scarso successo nell'affrontare il sovraffollamento.
La Thailandia ha 361.030 detenuti, di cui 520 nel braccio della morte, secondo i dati del Dipartimento di Correzione.
La pena capitale può essere applicata per 35 reati in Thailandia, tra cui omicidio e traffico di droga.


SUD COREA: L’UFFICIO PRESIDENZIALE POTREBBE VALUTARE UNA MORATORIA
19 giugno 2018: L'ufficio presidenziale ha detto che valuterà una moratoria sulla pena di morte se l'organismo statale per i diritti umani ne farà richiesta.
La Commissione nazionale per i diritti umani il 18 giugno ha rivelato i piani per il prossimo 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre, compresa la proposta che il presidente sudcoreano Moon Jae-in annunci una moratoria sulla pena di morte.
L’ufficio presidenziale ha dichiarato che la questione non è stata ancora discussa e che sarebbe stata valutata in caso di richiesta ufficiale.
La Commissione per i diritti umani ha anche reso noto che è ancora in fase di progettazione la cooperazione con l'ufficio presidenziale e altri ministeri del governo.


MYANMAR: PARLAMENTO RESPINGE PENA DI MORTE PER GLI STUPRATORI DI BAMBINI
19 giugno 2018: Il parlamento del Myanmar ha respinto la proposta di condannare alla pena di morte gli stupratori di bambini, ha riferito lo statale Global New Light of Myanmar. Il voto segue mesi di proteste da parte di gruppi locali per i diritti che chiedevano il via libera del parlamento all'esecuzione di stupratori di bambini.
"[Il Myanmar ha] accettato incondizionatamente il fatto che nessun crimine debba avere la pena di morte, come concordato da molti paesi membri dell'ONU", ha detto il deputato della municipalità di Botataung, Daw Myint Myint Soe, durante la sessione parlamentare di ieri. "Inoltre, non ci sono prove che dimostrino che la pena di morte scoraggia o riduce i crimini".
Ha aggiunto: "La pena di morte è contraria al sistema democratico, alla creazione della pace e allo stato di diritto, che il nostro Paese sta iniziando a intraprendere".
Diversi parlamentari e funzionari governativi hanno preso in considerazione la proposta, introdotta dal deputato della Township di Rathedaung, Daw Khin Saw Wai. Il vice ministro per il welfare, il soccorso e il reinsediamento Soe Aung ha detto durante la discussione: "C'è la pena di morte in Myanmar, ma non è più imposta".
Mentre la pena di morte nel Myanmar per alcuni gravi crimini, tra cui omicidio e tradimento, è ancora nei codici, il Paese è considerato abolizionista di fatto perché non applica la pena dagli anni '80.
La mozione è stata sconfitta con 141 voti a favore e 227 contrari, con quattro astensioni.
I funzionari governativi hanno detto a Daw Khin Saw Wai che la prevenzione dello stupro sui minori sarà invece assicurata da due disegni di legge - uno speciale sui diritti dei minori e uno sulla prevenzione della violenza contro le donne - che il governo sta attualmente elaborando.


ETIOPIA: RILASCIATI CENTINAIA DI PRIGIONIERI CONDANNATI PER TERRORISMO
15 giugno 2018: Il governo dell'Etiopia ha dichiarato che rilascerà più di 304 prigionieri, tra cui 289 condannati con accuse di "terrorismo", secondo i media statali.
Il provvedimento fa parte di una serie di riforme promesse dalle autorità dopo lo scoppio di violenti disordini tre anni fa, innescato da un piano di sviluppo urbano per la capitale, Addis Abeba, che secondo i critici avrebbe comportato sequestri di terre nella regione circostante dell'Oromia.
Le manifestazioni si diffusero rapidamente in altre parti del Paese, con i manifestanti che chiedevano una più ampia libertà politica e uguaglianza, nonché la fine delle violazioni dei diritti umani.
Tra i graziati del 15 giugno ci sono tre keniani, che sono stati rilasciati a seguito di un accordo tra i due Paesi per rafforzare le relazioni bilaterali, secondo una dichiarazione del procuratore generale dell'Etiopia.
Più di 1.000 prigionieri sono stati rilasciati o preparati per il rilascio da quando il primo ministro Abiy Ahmed è salito al potere in aprile.

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