nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : MAFIA: A DETENUTI VIETATO SCRIVERE A NESSUNO TOCCHI CAINO.
‘SENTENZA INAUDITA E SENZA PRECEDENTI’
2. NEWS FLASH:
THAILANDIA: PRIMA ESECUZIONE DAL 2009 3.
NEWS FLASH: SUD COREA: L’UFFICIO PRESIDENZIALE POTREBBE VALUTARE UNA
MORATORIA 4. NEWS FLASH: MYANMAR:
PARLAMENTO RESPINGE PENA DI MORTE PER GLI STUPRATORI DI BAMBINI 5. NEWS FLASH: ETIOPIA: RILASCIATI CENTINAIA DI
PRIGIONIERI CONDANNATI PER TERRORISMO 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DEVOLVI IL 5X1000 A NESSUNO TOCCHI
CAINO
MAFIA: A DETENUTI VIETATO SCRIVERE A NESSUNO TOCCHI
CAINO. ‘SENTENZA INAUDITA E SENZA PRECEDENTI’
Secondo quanto riportato dall’ANSA il 21 giugno 2018, una
sentenza della Corte Suprema di Cassazione avrebbe confermato le decisioni,
prima, del Magistrato di Sorveglianza di Novara, poi, del Tribunale di
Sorveglianza di Torino, di bloccare una missiva di Giuseppe Falsone, sottoposto
al regime di 41 bis, nella quale il detenuto chiedeva a una sua congiunta di
inviare 200 euro per l'iscrizione al Partito Radicale e/o a Nessuno tocchi
Caino, cosa che, secondo i magistrati, sarebbe vietato da una circolare del
Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap).
Secondo i magistrati, inoltre, i detenuti in regime di 41
bis non dovrebbero scrivere lettere a Nessuno tocchi Caino, perché potrebbe
determinare un pericolo per la sicurezza del carcere.
Su questa sentenza, Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed
Elisabetta Zamparutti, Presidente, Segretario e Tesoriera di Nessuno tocchi
Caino, hanno dichiarato:
“È una sentenza inaudita e senza precedenti, che dice
l’opposto di quel che siamo e che nega tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni.
Non sappiamo a quali circolari i magistrati di sorveglianza piemontesi e i
giudici della Cassazione facciano riferimento, quel che sappiamo è che, in
questi anni, noi di Nessuno tocchi Caino, come Marco Pannella in tutta la sua
vita, non abbiamo fatto altro che convertire ai connotati del Partito Radicale,
alla nonviolenza, allo stato di diritto e alla legalità costituzionale le
carceri e l’intera comunità penitenziaria. Se nelle carceri non vi sono più
rivolte dei detenuti, ma sempre più scioperi della fame per far valere i propri
diritti, è anche grazie al Partito Radicale e Nessuno tocchi Caino. Questa
‘radicalizzazione’ nonviolenta, positiva e costruttiva continueremo a
perseguirla, anche per aiutare lo Stato, l’amministrazione della giustizia e penitenziaria
ad avere successo sugli imprenditori della paura che si illudono di
poter risolvere
le emergenze – sconfiggere la mafia, la violenza e il fanatismo – con la
“terribilità”, contrapponendo al terrore un terrore uguale e contrario,
derogando ai principi fondamentali dello Stato di Diritto e di Diritti Umani.
Se ci sarà ancora consentito, quest’opera di conversione alla nonviolenza la
continueremo a svolgere, soprattutto, nei luoghi più bui e violenti del carcere
come le sezioni del 41 bis e, in particolare, nei confronti dei condannati
all’ergastolo, dai quali abbiamo avuto in questi anni le prove più
significative di un cambiamento sempre possibile, come testimonia il docufilm
“Spes contra Spem – Liberi dentro”, ideato da Nessuno tocchi Caino e realizzato
da Ambrogio Crespi, con protagonisti uomini che, negata loro per legge la
speranza, hanno deciso di incarnarla, di essere fonte di un processo attivo di
cambiamento.”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
THAILANDIA: PRIMA ESECUZIONE DAL 2009
19 giugno 2018: La Thailandia ha giustiziato il suo primo
prigioniero dal 2009, ha comunicato il Dipartimento di Correzione, una mossa
che Amnesty International ha condannato come tentativo "profondamente
fuorviato" di ridurre il crimine.
Theerasak Longji, 26 anni, è stato giustiziato per
iniezione letale nella prigione centrale di Bang Kwang, a nord di Bangkok, il
18 giugno. Era stato riconosciuto colpevole di aver ucciso un ragazzo di 17
anni nel 2012, ha detto il dipartimento.
E’ la settima persona ad essere giustiziata con iniezione
letale da quando la Thailandia ha introdotto il metodo nel 2003 per sostituire
il plotone di esecuzione. Prima di Theerasak, le ultime persone giustiziate
sono stati due spacciatori thailandesi nel 2009.
"Questa è una deplorevole violazione del diritto
alla vita", ha detto l'attivista di Amnesty in Thailandia Katherine Gerson
a proposito dell'esecuzione di Theerasak.
Ha detto che la Thailandia ha rinnegato l'impegno a muoversi
verso l'abolizione della pena di morte e non è al passo con il trend globale di
allontanamento dalla pena capitale.
"Non ci sono prove che la pena di morte abbia un
effetto deterrente, quindi la speranza da parte delle autorità tailandesi che
questa mossa riduca il crimine e' profondamente fuorviante", ha detto
Gerson.
"Il governo thailandese deve immediatamente
interrompere ogni progetto di praticare ulteriori esecuzioni", ha
aggiunto.
Narat Sawettanan, direttore generale del Dipartimento di
Correzione, ha rifiutato di commentare quando contattato da Reuters.
Il primo ministro Prayuth Chan-ocha ha detto ai
giornalisti che le ricerche hanno mostrato che la maggior parte dei thailandesi
sono a favore della pena capitale.
"Abbiamo molti reati pericolosi ... è una necessità
e la volontà della gente", ha detto Prayuth.
La Thailandia ha alcune delle prigioni più affollate
dell'Asia, con la maggior parte dei detenuti in carcere per reati di droga.
Vari governi hanno avuto scarso successo nell'affrontare il sovraffollamento.
La Thailandia ha 361.030 detenuti, di cui 520 nel braccio
della morte, secondo i dati del Dipartimento di Correzione.
La pena capitale può essere applicata per 35 reati in
Thailandia, tra cui omicidio e traffico di droga.
SUD COREA: L’UFFICIO PRESIDENZIALE POTREBBE VALUTARE UNA
MORATORIA
19 giugno 2018: L'ufficio presidenziale ha detto che
valuterà una moratoria sulla pena di morte se l'organismo statale per i diritti
umani ne farà richiesta.
La Commissione nazionale per i diritti umani il 18 giugno
ha rivelato i piani per il prossimo 70° anniversario della Dichiarazione
universale dei diritti umani del 10 dicembre, compresa la proposta che il
presidente sudcoreano Moon Jae-in annunci una moratoria sulla pena di morte.
L’ufficio presidenziale ha dichiarato che la questione
non è stata ancora discussa e che sarebbe stata valutata in caso di richiesta
ufficiale.
La Commissione per i diritti umani ha anche reso noto che
è ancora in fase di progettazione la cooperazione con l'ufficio presidenziale e
altri ministeri del governo.
MYANMAR: PARLAMENTO RESPINGE PENA DI MORTE PER GLI
STUPRATORI DI BAMBINI
19 giugno 2018: Il parlamento del Myanmar ha respinto la
proposta di condannare alla pena di morte gli stupratori di bambini, ha
riferito lo statale Global New Light of Myanmar. Il voto segue mesi di proteste
da parte di gruppi locali per i diritti che chiedevano il via libera del
parlamento all'esecuzione di stupratori di bambini.
"[Il Myanmar ha] accettato incondizionatamente il
fatto che nessun crimine debba avere la pena di morte, come concordato da molti
paesi membri dell'ONU", ha detto il deputato della municipalità di
Botataung, Daw Myint Myint Soe, durante la sessione parlamentare di ieri.
"Inoltre, non ci sono prove che dimostrino che la pena di morte scoraggia
o riduce i crimini".
Ha aggiunto: "La pena di morte è contraria al
sistema democratico, alla creazione della pace e allo stato di diritto, che il
nostro Paese sta iniziando a intraprendere".
Diversi parlamentari e funzionari governativi hanno preso
in considerazione la proposta, introdotta dal deputato della Township di
Rathedaung, Daw Khin Saw Wai. Il vice ministro per il welfare, il soccorso e il
reinsediamento Soe Aung ha detto durante la discussione: "C'è la pena di
morte in Myanmar, ma non è più imposta".
Mentre la pena di morte nel Myanmar per alcuni gravi
crimini, tra cui omicidio e tradimento, è ancora nei codici, il Paese è
considerato abolizionista di fatto perché non applica la pena dagli anni '80.
La mozione è stata sconfitta con 141 voti a favore e 227
contrari, con quattro astensioni.
I funzionari governativi hanno detto a Daw Khin Saw Wai
che la prevenzione dello stupro sui minori sarà invece assicurata da due
disegni di legge - uno speciale sui diritti dei minori e uno sulla prevenzione
della violenza contro le donne - che il governo sta attualmente elaborando.
ETIOPIA: RILASCIATI CENTINAIA DI PRIGIONIERI CONDANNATI
PER TERRORISMO
15 giugno 2018: Il governo dell'Etiopia ha dichiarato che
rilascerà più di 304 prigionieri, tra cui 289 condannati con accuse di
"terrorismo", secondo i media statali.
Il provvedimento fa parte di una serie di riforme
promesse dalle autorità dopo lo scoppio di violenti disordini tre anni fa,
innescato da un piano di sviluppo urbano per la capitale, Addis Abeba, che
secondo i critici avrebbe comportato sequestri di terre nella regione
circostante dell'Oromia.
Le manifestazioni si diffusero rapidamente in altre parti
del Paese, con i manifestanti che chiedevano una più ampia libertà politica e
uguaglianza, nonché la fine delle violazioni dei diritti umani.
Tra i graziati del 15 giugno ci sono tre keniani, che
sono stati rilasciati a seguito di un accordo tra i due Paesi per rafforzare le
relazioni bilaterali, secondo una dichiarazione del procuratore generale
dell'Etiopia.
Più di 1.000 prigionieri sono stati rilasciati o
preparati per il rilascio da quando il primo ministro Abiy Ahmed è salito al
potere in aprile.
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