sabato 9 giugno 2018


          nessuno   tocchi    CAINO               
   NO    ALLA     PENA    DI    MORTE        




1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : USA - TEXAS. LA CORTE D’APPELLO NON HA COMMUTATO LA CONDANNA A MORTE DI BOBBY MOORE.
2.  NEWS FLASH: TAIWAN. LI KUO-HUI CONDANNATO A MORTE 3.  NEWS FLASH: LA COMMISSIONE AFRICANA SUI DIRITTI UMANI DISCUTE DI PENA DI MORTE 4.  NEWS FLASH: EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO 5.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA. 4 CONDANNE PER TERRORISMO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


USA - TEXAS. LA CORTE D’APPELLO NON HA COMMUTATO LA CONDANNA A MORTE DI BOBBY MOORE.
CONTRO IL PARERE DI CORTE SUPREMA E PUBBLICA ACCUSA

08 Giugno 2018. La Corte d’Appello NON ha commutato la condanna a morte di Bobby Moore. Moore è un detenuto con disabilità mentale che ha ottenuto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti l’annullamento della condanna perché la disabilità era stata valutata con sistemi troppo rigidi e ormai scientificamente superati (vedi 28 marzo 2017), ed aveva anche ottenuto un parere favorevole da parte della Pubblica Accusa (vedi 1 novembre 2017), ma oggi si è visto confermare, con un voto 4-3, la condanna a morte da parte della Texas Court of Criminal Appeals, che è per procedura quella incaricata di rivedere i casi cassati dalla Corte Suprema. Moore, 59 anni, nero, venne condannato a morte il 24 luglio 1980 nella Harris County con l’accusa di aver ucciso il 25 aprile 1980, durante una rapina in un negozio, Jim McCarble, 73 anni. Il 17 giugno 2003 Moore, assistito da nuovi avvocati, contestò che ai sensi dell’Ottavo Emendamento e della sentenza Atkins v. Virginia (Corte Supr  ema degli Stati Uniti, 20 giugno 2002) la sua esecuzione non poteva essere consentita in quanto portatore di ritardo mentale (definizione che in seguito verrà aggiornata con “deficit intellettivo”). Nel 2014 un giudice di stato esaminò il ricorso, e dopo aver ascoltato diversi esperti concluse che Moore, il cui quoziente intellettivo era stato misurato in 70,6 punti, rientrava negli standard del ritardo mentale, e come tale non poteva essere giustiziato. La sentenza venne impugnata dalla pubblica accusa, e la Texas Court of Criminal Appeals aveva annullato l’annullamento. Il 28 marzo 2017 la Corte Sprema degli Stati Uniti, con la sentenza Moore v. Texas, aveva dichiarato incostituzionale il metodo per valutare la disabilità intellettuale utilizzato in Texas. Più precisamente, la Corte Sprema aveva annullato la decisione della corte d’appello, e aveva confermato la validità della sentenza precedente. Per la Corte Suprema di Washington (che aveva votato 5-3), il m  etodo di valutazione della corte d’appello, basato su protocolli vecchi di 25 anni, doveva considerarsi scientificamente superato in quanto basato largamente su concetti stereotipati, noti come “fattori Briseño” (dal nome di una sentenza del 1992 in cui per la prima volta venivano elencati 7 criteri di giudizio). La Corte d’appello inoltre aveva fatto riferimento a una sentenza del 2004 che citava un famoso personaggio letterario, Lennie Small, nel romanzo “Uomini e topi” di John Steinbeck, come esempio di una persona nei confronti della quale non si dovrebbe procedere con l’esecuzione. A marzo la Corte Suprema aveva deciso che i fattori Briseño o citare Lennie Small come parametro di chi è o non è un ritardato mentale non è un metodo scientifico. Nel 2014 la stessa Corte Suprema Usa aveva già affrontato il tema del ritardo mentale, e in un caso proveniente dalla Florida (Hall v. Florida) aveva dichiarato incostituzionale la legge di quello stato nella pa  rte in cui era troppo rigida e formale nel fissare a 70 punti il limite del deficit intellettivo. La sentenza di marzo 2017 si rifaceva a quella sentenza, ma oltre al deficit cognitivo indicava che deve essere preso in considerazione anche il deficit adattivo. La Corte Suprema aveva rimandato il caso di Moore alla Corte d’Appello del Texas. Il 1 novembre 2017 la procuratrice della Harris County Kim Ogg, Bianca, Democratica, aveva comunicato alla Corte d’Appello di riconoscere la disabilità intellettiva dell’imputato, e di concordare che la sua pena venisse rideterminata in un ergastolo. La Corte d’Appello invece oggi ha deciso di dover aggiornare i propri standard, ma anche con i nuovi standard di ritenere che Moore non abbia i requisiti per veder riconosciuta la disabilità intellettuale, e di confermare quindi la condanna a morte. A riprova della propria affermazione, la Corte d’Appello ha indicato che Moore durante la detenzione avrebbe imparato a leggere e scr  ivere, ed inoltre sa svolgere la procedura per effettuare acquisti dal negozio interno al carcere. I giudici che hanno votato in dissenso hanno allegato una loro opinione di 67 pagine. La Procuratrice Ogg non ha risposto alle domande della stampa, ma gli osservatori hanno fatto notare che un eventuale mandato di esecuzione dovrebbe essere richiesto da lei, cosa che non sembra probabile. 

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

TAIWAN. LI KUO-HUI CONDANNATO A MORTE
07 Giugno 2018. Un giudice della New Taipei District Court ha condannato a morte Li Kuo-hui, che al termine di una lite con i vicini avrebbe dato fuoco ad un palazzo causando la morte di 9 persone. Li, di etnia cinese e proveniente dal Myanmar, sostiene di aver sentito dei suoi vicini che lo prendevano in giro. Nella tarda serata del 22 novembre 2017, dopo aver versato benzina, avrebbe dato fuoco alle scale del palazzo dove viveva, causando la morte di 9 persone tra il 4° e il 5° piano. Li, inizialmente fuggito, sarebbe tornato nel palazzo per controllare la situazione e rubare indumenti per modificare il proprio aspetto. La Corte lo ha condannato in ragione della “estrema brutalità di un atto di vendetta condotto contro gente innocente”. Contro la condanna a morte è possibile fare ricorso. L’ultima esecuzione a Taiwan risale al 2016. 

LA COMMISSIONE AFRICANA SUI DIRITTI UMANI DISCUTE DI PENA DI MORTE
05 Giugno 2018. Si è conclusa la 62° Sessione Ordinaria della Commissione Africana sui diritti umani e dei Popoli (ACHPR), l’organismo dell’Unione Africana responsabile per la promozione e protezione dei diritti umani in Africa, che si è tenuta a partire dal 25 aprile a Nouakchott, in Mauritania. Il tema della pena di morte è stato dibattuto durante tutta la sessione, le discussioni del panel, i side-events e durante la revisione dei rapporti periodici.  :

EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO
04 Giugno 2018. Secondo una fonte giudiziaria locale, le autorità egiziane hanno giustiziato sei persone, cinque delle quali appartenenti alla stessa famiglia. Cinque dei sei giustiziati erano stati condannati per il rapimento e omicidio di una bambina di quattro anni nel 2013. I tre uomini Hamada Abdel Ghaffar Qandil, 46 anni, Hamada Abdel Ghaffar, 18 anni e Ayman Abdel Moneim Shalaby, 23 anni, sono stati giustiziati insieme a due donne, identificate come Al-Atef, di anni 40, casalinga, e Asma Hamada Abdel Ghaffar, di 19 anni. Le esecuzioni sono state effettuate nella prigione di Tanta nel Delta del Nilo, poco dopo che il presidente Abdel-Fattah al Sisi ha approvato le condanne a morte. La Corte Suprema egiziana aveva confermato le condanne a morte nel marzo 2017. Il sesto giustiziato nella stessa prigione, identificato come Ibrahim Rabie Al Azab, era stato riconosciuto colpevole nel caso n. 15590 del 2012 dell’omicidio di Mahalla, avvenuto sei anni fa. 

ARABIA SAUDITA. 4 CONDANNE PER TERRORISMO
07 Giugno 2018. Una Corte Speciale ha condannato a morte 4 persone accusate di costituire una “cellula terroristica dormiente”. Secondo l’accusa il gruppo sarebbe stato addestrato in Iran nei campi della Guardia Rivoluzionaria sull'uso di armi ed esplosivi e combattimenti nelle strade e sulle tecniche di clandestinità. Il reclutamento e i viaggi in Iran dei 4 sono stati organizzati attraverso un’agenzia di viaggi. Scopo della cellula terroristica, una volta completato l’addestramento all’uso i armi ed esplosivi, e alle tecniche di combattimento, era distruggere l'unità e la stabilità del Regno. Sono stati anche addestrati a fabbricare esplosivi e a effettuare attentati in Arabia Saudita. Il gruppo ha anche pianificato di assassinare alcune figure nel paese. La Corte ha deciso di chiudere l'agenzia turistica e revocarne la licenza. 

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