PONTE A SANTA TRINITA FIRENZE
Fu costruito in legno nel 1252, con il patrocinio della famiglia Frescobaldi, prendendo il nome dalla vicina chiesa della Santa Trinita (con l'accento spostato sulla prima sillaba), ma crollò dopo pochi anni, nel 1259 sotto il peso della folla che assisteva ad uno spettacolo sull'Arno. Fu riedificato in pietra, ma cedette sotto la spinta della grande piena del 1333 che risparmiò solo il ponte alle Grazie. La successiva riedificazione fu lenta e durò un cinquantennio, dal 1356 al 1415.
La nuova distruzione del 1557, sempre per via di un'alluvione, portò alla costruzione della struttura odierna. La progettazione, su incarico di Cosimo I, fu ad opera di Bartolomeo Ammannati, su disegno di Michelangelo, il quale suggerì la moderna linea delle tre arcate, rifacendosi ai suoi studi, già messi in pratica nelle tombe delle Cappelle medicee e nella scalinata del vestibolo della Biblioteca Medicea Laurenziana. Questa linea curva è un'innovazione che anticipa la moda del barocco ed ha anche un importante risvolto tecnico, perché ha una notevole resistenza statica; ha la forma di un arco di catenaria, la versione capovolta cioè della figura che disegna una catena sospesa per i suoi due capi, e che somiglia a una parabola.
La realizzazione ebbe luogo fra il 1567 e il 1571, in pietra forte di colore bruno giallognolo. Oltre che alla già citata linea degli archi, il ponte deve la sua eleganza anche ai piloni di sostegno, che hanno una sezione orizzontale ad angoli acuti per evitare ai tronchi di rimanere impigliati, ai cartigli bianchi sugli archi ed alle quattro statue allegoriche che ne decorano gli angoli e che raffigurano le quattro stagioni: collocate nel 1608, sono opera di Pietro Francavilla (Primavera), Taddeo Landini (Inverno) e Giovanni Caccini (Estate e Autunno) e celebravano le nozze di Cosimo II con Maria Maddalena d'Austria.
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