NANNI DI BANCO-SANT'ELIGIO-ORSANMICHELE
FIRENZE
La statua di Sant'Eligio di Nanni di Banco fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze nelle nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionata dall'Arte dei Maniscalchi e risale al 1417-1421 circa, collocata in situ nel 1422 circa. È in marmo apuano ed è alta 240 cm. Oggi si trova conservata all'interno del Museo di Orsanmichele, mentre all'esterno è sostituita da una copia.
Sant'Eligio era patrono dei maniscalchi e degli Orafi, che per l'occasione si associarono nell'impresa. Non si ha documentazione ufficiale circa l'autografia di Nanni di Banco, così come per le altre statue che egli curò per Orsanmichele (i Quattro Santi Coronati e il San Filippo), ma la critica è unanime nell'attribuzione anche grazie alle indicazioni dell'Anonimo Magliabechiano e di Giorgio Vasari. La datazione resta però discussa e controversa. Elementi stilistici del tabernacolo sembrano rilevare un'influenza da parte del vicino rilievo di San Giorgio che uccide il drago di Donatello, che è del 1417. Quindi si ipotizza una realizzazione immediatamente successiva, interrotta dalla morte di Nanni nel 1421; si immagina che poi il tabernacolo sia stato montato dalla sua bottega nell'anno successivo, per alcune disarmonie nell'assemblaggio della statua e della nicchia.
Sant'Eligio era patrono dei maniscalchi e degli Orafi, che per l'occasione si associarono nell'impresa. Non si ha documentazione ufficiale circa l'autografia di Nanni di Banco, così come per le altre statue che egli curò per Orsanmichele (i Quattro Santi Coronati e il San Filippo), ma la critica è unanime nell'attribuzione anche grazie alle indicazioni dell'Anonimo Magliabechiano e di Giorgio Vasari. La datazione resta però discussa e controversa. Elementi stilistici del tabernacolo sembrano rilevare un'influenza da parte del vicino rilievo di San Giorgio che uccide il drago di Donatello, che è del 1417. Quindi si ipotizza una realizzazione immediatamente successiva, interrotta dalla morte di Nanni nel 1421; si immagina che poi il tabernacolo sia stato montato dalla sua bottega nell'anno successivo, per alcune disarmonie nell'assemblaggio della statua e della nicchia.
Il pastorale del vescovo Eligio fu rifatto e rubato più volte, finché si decise di lasciarlo senza. La statua originale venne rimossa dall'esterno nel 1988 e restaurata dall'Opificio delle pietre dure nel 1990. In quell'occasione non venne effettuato il calco in gesso poiché ne esisteva già uno nella Gipsoteca dell'Istituto d'Arte di Firenze. La copia, tratta dal gesso, venne ricollocata all'esterno nel 1996.
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