ASSOCIAZIONE COSCIONI
CONSULTA, AVVOCATI: SU
LEGGE 40 E' PIENA FACOLTA' DEI GIUDICI AUDIRE RICERCATORI ED ESPERTI
Dichiarazione congiunta
degli avvocati:
Filomena Gallo, Gianni
Baldini, Massimo Clara, Cinzia Ammirati, rispettivamente legali della coppia e
dell'associazione Vox
Il prossimo 22 marzo dinanzi
alla Corte Costituzionale sarà all'esame il divieto stabilito dall'art. 13
della legge 40 di utilizzo per la ricerca degli embrioni residuali non idonei
per una gravidanza.
Abbiamo presentato istanza
alla Corte Costituzionale affinché possa essere valutata la possibilità che
rientra nelle funzioni esclusive della Corte di azionare i poteri istruttori
(come avviene normalmente anche in Corte EDU) attesa la natura delle questioni
in discussione e la specificità della cultura scientifica di cui si discute che
ha ricaduta costituzionale per la tutela della ricerca scientifica, il diritto
alla scienza finalizzata alla tutela della salute collettiva.
La giurisprudenza
Costituzionale ha affermato nel tempo che “Salvo che entrino in gioco
altri diritti o doveri costituzionali, non è, di norma, il legislatore a poter
stabilire direttamente e specificamente quali siano le pratiche terapeutiche
ammesse, con quali limiti e a quali condizioni. Poiché la pratica dell’arte medica
si fonda sulle acquisizioni scientifiche e sperimentali, che sono in continua
evoluzione, la regola di fondo in questa materia è costituita dalla autonomia e
dalla responsabilità del medico che, sempre con il consenso del paziente, opera
le scelte professionali basandosi sullo stato delle conoscenze a disposizione.
Autonomia del medico nelle sue scelte professionali e obbligo di tener conto
dello stato delle evidenze scientifiche e sperimentali, sotto la propria
responsabilità, configurano dunque un altro punto di incrocio dei principi di
questa materia.”
La tutela delle
blastociti/embrioni residuati a cicli di procreazione medicalmente assistita,
che non sono idonei per una gravidanza e sono quindi destinati a
perire senza destinazione nei crioconservatori, non trova fondamento normativo
e non può limitare l'accesso ai benefici della ricerca per i cittadini italiani
che invece godono di tutele costituzionali.
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