LORENZO GHIBERTI-SAN MATTEO-CHIESA DI
ORSANMICHELE FIRENZE
La statua di San Matteo di Lorenzo Ghiberti fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze nelle nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionata dall'Arte del Cambio e risale al 1419-1422/23. È in bronzo ed è alta 270 cm. L'originale è conservato nel Museo di Orsanmichele.
La statua venne commissionata per rivaleggiare con quella dell'Arte di Calimala, il San Giovanni Battista sempre di Ghiberti, completato pochi anni prima: nei documenti infatti si menziona continuamente l'altra statua riguardo alle dimensioni finali (è infatti più alta di circa 20 centimetri). Resta una precisa documentazione della realizzazione dell'opera, contenuta nel "Libro del Pilastro" dell'Arte del Cambio: venne commissionata da un comitato appositamente eletto nel giugno 1419 (nel quale era membro anche Cosimo il Vecchio), con la scelta dell'artista il 21 giugno di quell'anno; il 26 agosto vienne stilato un contratto molto dettagliato, che prevedeva un tempo di consegna di tre anni; seguono vari documenti sull'andamento dei lavori e sulla nicchia, per arrivare al pagamento della considerevole somma totale di 650 fiorini nel marzo 1423. La testa e il corpo erano stati modellati nel 1420 ed erano stati fusi separatamente e poi uniti. La prima fusione del 1421 fu fallimenatre, per questo il Ghiberti dovette farne una seconda a sue spese, nel corso del 1422. In uno di questi documenti è ricordato come assistente del Ghiberti, tra gli altri, il giovane Michelozzo. Tale notizia generò una certa confusione negli storiografi cinquecenteschi, assegnando l'intera statua a Michelozzo (Libro di Antonio Billi, Giovan Battista Gelli), un errore che si protrasse fino al XIX secolo, quando lo replicò ancora il Burkhard.
In vecchiaia Ghiberti la ricordò nei suoi Commentari: «ancora produssi di mia mano la statua di San Matteo, fu braccia quattro e mezzo d'ottone».
La nicchia venne pure commissionata al Ghiberti, e risulta in via di costruzione quando la statua era già terminata: solo nel marzo 1423 la statua poté essere collocata. Pare che vi collaborò nelle fasi finali Michelozzo, anche se il suo apporto dovette essere piuttosto limitato.
Il bronzo è stato oggetto di un complesso restauro da parte dell'Opificio delle Pietre Dure, che si è concluso dopo quattro anni nel 2005, l'ultima statua della serie a venire completata. Nel 2006 venne presentata nel corso della Settimana della Cultura, ma problemi di statica ne hanno permesso un ricollocamento solo nel 2007.
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