no alla pena di morte..........
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : PAKISTAN: PIÙ DI 350 PRIGIONIERI IMPICCATI DA DICEMBRE 2014 2. NEWS FLASH: GIAPPONE: IMPICCATI DUE
PRIGIONIERI RESPONSABILI DI SETTE OMICIDI 3.
NEWS FLASH: MALESIA: TRE PRIGIOINIERI IMPICCATI ‘IN SEGRETO’
4. NEWS FLASH:
TEXAS (USA): ADAM WARD GIUSTIZIATO 5.
NEWS FLASH: LIBRI: ‘UN VUOTO DOVE PASSA OGNI COSA’, RACCOLTA DI
INTERVENTI, ARTICOLI, LETTERE E RACCONTI DI MARIATERESA DI LASCIA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
PAKISTAN: PIÙ DI 350 PRIGIONIERI IMPICCATI DA DICEMBRE
2014
22 marzo 2016: a Islamabad, il governo federale pakistano
ha comunicato alla Corte Suprema che sono 353 i prigionieri impiccati nel Paese
dal dicembre 2014.
In precedenza, una risposta da parte del governo era
stata sollecitata dalla Corte Suprema in relazione alle numerose richieste di
grazia presentate da prigionieri che da anni si trovano nel braccio della
morte.
Il Vice Procuratore Generale Sajid Ilyas Bhatti ha
comunicato, per conto del Ministero degli Interni, che sono 444 le richieste di
grazia respinte dal Presidente dal dicembre 2014.
Sono 33 le petizioni in fase di esame, mentre su 38 casi
il Ministero degli Interni deve ancora decidere, ha aggiunto.
Un panel di tre giudici della Corte Suprema il 2 febbraio
ha discusso una petizione presentata da Zafarullah, che chiede ai giudici di
convertire le condanne a morte in ergastolo e di decidere la sorte dei
prigionieri sulla base delle modifiche apportate dal 1972 al Decreto di Riforme
della Legge.
Sono più di 6.000 i prigionieri nel braccio della morte
pakistano.
Il 17 dicembre 2014, il Pakistan ha revocato una
moratoria legale che durava da sei anni sulla pena di morte, a seguito del
massacro perpetrato il 16 dicembre dai talebani in una scuola a conduzione
militare a Peshawar, in cui sono state uccise 150 persone, tra cui 134 bambini.
---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GIAPPONE: IMPICCATI DUE PRIGIONIERI RESPONSABILI DI SETTE
OMICIDI
25 marzo 2016: un serial killer e la mente di omicidi
commessi per intascare l’assicurazione sono stati giustiziati in Giappone,
portando a quattro il numero dei detenuti impiccati da quando ad ottobre il
ministro della Giustizia Mitsuhide Iwaki si è insediato.
Il Ministero della Giustizia ha reso noto che Yasutoshi
Kamata, 75 anni, è stato giustiziato nel carcere di Osaka.
Kamata era stato condannato per aver ucciso cinque persone
tra il 1985 e il 1994, inclusa una bambina di 9 anni nel 1987. Rapì la bambina
che stava rientrando dalla scuola elementare e la strangolò a casa sua.
Tutte le sue altre vittime furono donne di età compresa
tra 19 e 45 anni.
Il Tribunale Distrettuale di Osaka condannò a morte
Kamata nel 1999. La Corte Suprema in seguito confermò la sentenza.
Junko Yoshida, 56 anni, è stata impiccata in carcere a
Fukuoka ed è la quinta donna giustiziata in Giappone dal 1950, ha detto il
Ministero.
Yoshida e altre tre ex infermiere di Kurume, Prefettura
di Fukuoka, cospirarono per uccidere i mariti di due delle donne tra il 1998 e
il 1999, nel tentativo di ottenere i soldi dell'assicurazione.
Yoshida fu condannata a morte nel 2004 dal tribunale
distrettuale di Fukuoka, e la sentenza fu approvata dalla Corte Suprema nel
2010.
Sempre il ministro Iwaki a dicembre ha autorizzato la
prima esecuzione di un prigioniero condannato da una giuria mista, composta
cioè da giudici togati e giudici popolari.
Sedici condannati a morte sono stati giustiziati da
quando il Partito Liberal Democratico è tornato al potere in Giappone nel
dicembre 2012.
Secondo il Ministero della Giustizia, 124 condannati in
via definitiva si trovano attualmente nel braccio della morte giapponese.
(Fonti: ajw.asahi.com, 25/03/2016)
Per saperne di piu' :
MALESIA: TRE PRIGIOINIERI IMPICCATI ‘IN SEGRETO’
25 marzo 2016: la Malesia ha giustiziato tre uomini
riconosciuti colpevoli di omicidio, ha reso noto il loro avvocato, mediante
quelle che i gruppi per i diritti chiamano impiccagioni "segrete".
"Le impiccagioni sono state effettuate tra le 4:30 e
le 5:30 di questa mattina," ha detto al Guardian l’avvocato Palaya
Rengaiah.
Rengaiah ha spiegato che le famiglie hanno ricevuto una
lettera solo due giorni prima dell'esecuzione, con il consiglio di fare
un’ultima visita agli uomini e di preparare il funerale. L’avvocato ha aggiunto
che il 24 marzo è stato comunicato ai tre condannati che sarebbero stati
impiccati il giorno seguente.
Gunasegar Pitchaimuthu, 35 anni, Ramesh Jayakumar, 34, e
suo fratello Sasivarnam Jayakumar, 37, erano stati condannati alla forca dopo
essere stati giudicati colpevoli dall'Alta Corte di aver ucciso un uomo di 25
anni, in un parco giochi nel 2005.
I tre avevano sostenuto in aula di aver agito per
legittima difesa dopo essere stati attaccati da un gruppo che comprendeva la
vittima.
Il dipartimento carceri malese ha reso noto essere più di
1.000 i detenuti in attesa di esecuzione, sebbene nel Paese nessuno fosse stato
giustiziato dal 2013, secondo il Death Penalty Worldwide.
Amnesty International ha condannato quella che ha
definito un'esecuzione "dell'ultimo minuto" dei tre uomini accusati
di omicidio, un reato che nel Paese comporta la pena di morte obbligatoria.
In Malesia, le informazioni sulle impiccagioni in
programma non sono rese pubbliche prima, e talvolta neanche dopo, il loro
svolgimento - una pratica che Amnesty definisce "segreta" e in
contrasto con gli standard internazionali sull’applicazione della pena di
morte.
Diverse figure di alto livello hanno parlato contro la
pena di morte obbligatoria, una legge vecchia di decenni che viene anche usata
per gravi reati di droga, tradimento e relativi ad armi da fuoco.
Queste voci includono il procuratore generale, Apandi
Ali, che ha detto a novembre di voler proporre al governo di cambiare la legge
sulla pena di morte, definendola un "paradosso", dal momento che
priva i giudici della discrezionalità nell’imporre condanne ai criminali.
"Se fosse per me, vorrei introdurre la
discrezionalità per il giudice nei casi capitali. Dare la possibilità al
giudice di mandare al patibolo o in prigione ", ha detto.
Alcuni giorni dopo, il ministro del governo Nancy Shukri,
ha detto di sperare nella modifica del codice penale per abolire la pena di
morte.
"Non è facile da emendare, ma ci stiamo lavorando.
Spero di presentarla il prossimo anno, a marzo," ha detto Shukri ai
giornalisti, aggiungendo che la pena è servita poco nel ridurre il numero dei
reati commessi.
Charles Hector, coordinatore di Malesi Contro la Pena di
Morte e la Tortura, il 24 marzo ha chiesto al Sultano di Kedah e al Sultano di
Perak, regioni nei cui bracci della morte i tre uomini erano detenuti, di usare
il loro potere per fermare le impiccagioni.
Aveva anche esortato Shukri, che è il ministro della
Giustizia de facto, e il Procuratore generale, ad ottenere la sospensione delle
esecuzioni.
Il Guardian non è stato in grado di raggiungere
immediatamente il governo per un commento.
Josef Benedict, vice direttore della campagna di Amnesty
International per il sud-est asiatico e Pacifico, aveva detto prima
dell'esecuzione che "mentre le discussioni sulla abolizione della pena di
morte obbligatoria in Malesia continuano, il governo malese deve immediatamente
mettere in atto una moratoria per tutte le esecuzioni come primo passo verso la
completa abolizione della pena di morte".
TEXAS (USA): ADAM WARD GIUSTIZIATO
22 marzo 2016: Adam Ward, 40 anni, bianco, è stato
giustiziato in Texas.
Era accusato, e in parte aveva ammesso, di avere sparato
ed ucciso, il 13 giugno 2005, un ausiliario del comune che aveva fotografato la
spazzatura in disordine fuori dalla sua abitazione.
Ward ha ammesso il fatto ma ha sempre sostenuto si sia
trattato di “legittima difesa”, nonostante la vittima, Michael Walker, 44 anni,
fosse armato solo di macchina fotografica e telefonino.
I difensori sia durante il processo che in tutti gli
appelli successivi, compresi quelli presentati nelle ultime ore, hanno
insistito sulle diagnosi di schizofrenia ed altri disturbi mentali
dell’imputato, ma la legge negli Stati Uniti vieta la condanna a morte dei
ritardati mentali (di solito con un quoziente intellettivo inferiore a 70
punti), non quella dei malati di mente.
La pubblica accusa, anche in occasione dei ricorsi
respinti nei giorni scorsi, ha evidenziato che quanto ai test intellettivi,
Ward aveva riportato un ottimo punteggio, 123 punti. La differenza tra ritardo
mentale e malattia mentale è da tempo un argomento di dibattito, ma la Corte
Suprema degli Stati Uniti non ha ancora accettato di affrontare, e allo stato
attuale il discrimine per giustiziare un detenuto è che esso “sia in grado di
comprendere che sta per essere messo a morte, e per quale motivo”.
Ward è il 5° giustiziato di quest’anno in Texas, il 536°
da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 9° di quest’anno negli
Usa e il n° 1431 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.
LIBRI: ‘UN VUOTO DOVE PASSA OGNI COSA’, RACCOLTA DI
INTERVENTI, ARTICOLI, LETTERE E RACCONTI DI MARIATERESA DI LASCIA Nessuno
tocchi Caino segnala l’uscita nelle librerie di “Un vuoto dove passa ogni cosa”,
una raccolta di interventi, articoli, lettere e racconti di Mariateresa Di
Lascia, a cura di Antonella Soldo, edizioni dell’asino.
“La politica, così come la facciamo noi, è anche il
nostro vivere”. Di ciò Mariateresa Di Lascia era convinta. Ogni riga di questa
raccolta è attraversata da qualcosa che va ben oltre un pensiero militante,
qualcosa che appartiene piuttosto all’etica e alle inquietudini profonde della
nostra esistenza. Tornare su questi testi, a oltre vent’anni dalla scomparsa
dell’autrice,non è un nostalgico tributo, ma rappresenta, invece, l’occasione
di ragionare su contraddizioni e possibilità ancora aperte, nell’agire politico
come nelle scelte quotidiane. Sotto il segno di un radicalismo esigente e
tuttavia libero dalle costrizioni di un ideale che non sappia farsi carne e
azione, cambiamento intimo del singolo e trasformazione collettiva.
Mariateresa Di Lascia (Rocchetta Sant’Antonio 1954 - Roma
1994) è stata dirigente del Partito radicale e deputata nella IX Legislatura.
Ha fondato l’associazione Nessuno tocchi Caino, per l’abolizione della pena di
morte nel mondo. Nel 1995 il suo romanzo Passaggio in ombra ha vinto, postumo,
il Premio Strega.
Nessun commento:
Posta un commento