PALAGIO DI PARTE GUELFA-FIRENZE
Dalla Cronica di Giovanni Villani sappiamo che nel 1267 la Parte Guelfa, fazione dominante in città, non possedeva ancora una propria sede e svolgeva le proprie riunioni nella chiesa di Santa Maria sopra Porta. In un'area contigua alla chiesa fu edificato nei primi decenni del Trecento il nucleo originario del palazzo, poi ampliato e modificato nel corso degli anni fino ad occupare l'intero isolato con un complesso edilizio molto articolato. La costruzione trecentesca era costituita da una sala di riunione posta su cinque botteghe al piano terra e raggiungibile con una scala esterna in pietra
La lunetta di Luca della Robbia
Nella prima metà del XV secolo, al palazzo originario fu aggiunto, prima un corpo di fabbrica su via delle Terme e poi, demolendo alcune proprietà della Parte, un monumentale corpo di fabbrica posto in angolo tra via delle Terme e via di Campaccio destinato ad accogliere la nuova sala del consiglio.
Nella prima metà del XV secolo, al palazzo originario fu aggiunto, prima un corpo di fabbrica su via delle Terme e poi, demolendo alcune proprietà della Parte, un monumentale corpo di fabbrica posto in angolo tra via delle Terme e via di Campaccio destinato ad accogliere la nuova sala del consiglio.
Dopo la costruzione del piano terra voltato, sembra che dal 1420 sia subentrato Filippo Brunelleschi come progettista della grande sala del piano primo caratterizzata da grandi aperture a tutto sesto e sovrastanti oculi ciechi. Il cantiere dell'ampliamento, sospeso durante la guerra contro Lucca e Milano (1426-1431) ed ostacolato dalle difficoltà economiche dei committenti, venne poi proseguito, forse da Francesco della Luna nella prima metà del XV secolo. Intorno al 1452 lo scalpellino Maso di Bartolomeo mise in opera l'interno della sala, caratterizzato da lesene in pietra serena. A quella data il corpo di fabbrica doveva quindi essere coperta sia pure, probabilmente, ad una quota più bassa dei quanto progettato. Nel XVI secolo Giorgio Vasari aggiunse un soffitto ligneo a cassettoni alla sala grande ed intervenne sul palazzo per ricavarne una sede per gli "Ufficiali del Monte Comune", distinguendola dal nucleo trecentesco lasciato come sede alla Parte, trasformata in vera e propria magistratura statale con nuovi compiti. Vasari costruì un nuovo scalone, oggi trasformato, ed una loggetta che invece si è conservata.
Nessun commento:
Posta un commento