sabato 31 gennaio 2015

NESSUNO TOCCHI CAINO..................


Anno 15 - n. 12 - 31-01-2015

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: ALTRE VENTUNO IMPICCAGIONI 2.  NEWS FLASH: PAKISTAN: SOPRINTENDENTE DELLA PRIGIONE SI RIFIUTA DI ESEGUIRE UNA CONDANNA CAPITALE 3.  NEWS FLASH: PAESI BASSI: CORTE BLOCCA ESTRADIZIONE A CAUSA DELLA TORTURA 4.  NEWS FLASH: SUD-EST ASIATICO: ONU CHIEDE STOP ESECUZIONI PER REATI DI DROGA 5.  NEWS FLASH: GAZA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN: ALTRE VENTUNO IMPICCAGIONI


30 gennaio 2015: i primi due prigionieri sono stati impiccati il 28 gennaio in due diverse città iraniane, hanno riportato media di stato.
L'agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA ha riferito che il primo uomo è stato impiccato questa mattina in pubblico nella città di Golpayegan (Iran centrale). Sono diverse migliaia le persone che hanno assistito all’esecuzione. L'uomo, che è stato identificato come Mansour Mirlouhi (43 anni), era stato accusato di mohareb (guerra contro Dio) e "Corruzione sulla Terra" per la partecipazione a diverse rapine a mano armata e a due scontri armati a Khomein e Golpayegan che causarono la morte di tre agenti di sicurezza e due civili.
Sempre secondo la nota di agenzia, Mirlouhi era stato arrestato il 1° gennaio 2015 e condannato a morte il 24 gennaio dalla Prima sezione del Tribunale Rivoluzionario di Isfahan. La sua condanna a morte è stata approvata dalla Corte Suprema iraniana due giorni dopo, il 26 gennaio, ed è stato impiccato dopo altri due giorni.
Il secondo uomo è stato impiccato a Teheran, ha riportato l’agenzia ufficiale iraniana FARS.
E’ stato identificato come “Ali Kamalvand”, ed era stato condannato a morte tre volte in relazione a tre stupri, inoltre era stato condannato a 74 colpi di frusta. Le accuse non sono state confermate da alcuna fonte indipendente.
Il 25 gennaio, dodici persone sono state impiccate in due carceri per reati legati alla droga, ha riferito Iran Human Rights.
Dieci prigionieri sono stati impiccati nella prigione di Kerman. Otto di loro sono stati identificati come: Rahmatollah Mokhtari, Mohammad Shahriari, Ebrahim Abai, Mehri Raeisi, Mansour Behrouzi, Hassan Ramyar, Ghodratollah Roudbari e Mohammad Karim Morad Zehi. Le famiglie dei prigionieri sono state informate sulle esecuzioni e hanno avuto la possibilità di incontrarli per l'ultima volta.
Lo stesso giorno, altri due prigionieri sono stati impiccati nel carcere di Arak, ha riferito il sito ufficiale della magistratura della Provincia di Markazi. Sono stati identificati come Milad Z. e Alireza A., e sono stati accusati di detenzione e spaccio di 2.950 grammi di eroina, secondo il rapporto.
Il 24 gennaio altri sette detenuti per reati di droga sono stati giustiziati nel cortile del carcere di Minab, ha riferito la Human Rights Activists News Agency (HRANA). Tra i giustiziati figurano Hossein Heidarizadeh del villaggio di Garook e Khosro Rostami del villaggio di Meshe. Erano stati accusati di trasporto e possesso di 2 chili di droga. Queste esecuzioni non sono state annunciati da media ufficiali iraniani.
(Fonti: Iran Human Rights, 25-28/01/2015; HRANA, 26/01/2015) Per saperne di piu' : http://iranhr.net/

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

PAKISTAN: SOPRINTENDENTE DELLA PRIGIONE SI RIFIUTA DI ESEGUIRE UNA CONDANNA CAPITALE
26 gennaio 2015: il Soprintendente della Prigione di Adiala, Malik Mushtaq, si è rifiutato di giustiziare l’omicida del famoso caso di Wah Cantt nonostante sia stato emesso un ordine di esecuzione, ha riportato il thenewstribe.com. Il giudice distrettuale di Rawalpindi ha convocato Malik Mushtaq in relazione al suo rifiuto di eseguire l'ordine del tribunale.
In precedenza, il giudice distrettuale di Rawalpindi Muhammad Tanvir Akbar nell’emettere l’ordine di esecuzione del condannato Shoaib Sarwar aveva ordinato al Soprintendente Malik Mushtaq di giustiziare l’uomo il 3 febbraio.
Rifiutandosi di eseguire l'ordine del giudice, Malik Mushtaq ha sostenuto che il governo federale abbia deciso di giustiziare i condannati in soli casi di terrorismo mentre Shoaib è stato condannato a morte in un comune caso di omicidio.
Sarwar è stato condannato nel luglio 1998 dal tribunale distrettuale di Rawalpindi per l'omicidio di Awais Nawaz, avvenuto il 21 gennaio 1996 a Wah Cantt. (Fonti: thenewstribe.com, 26/01/2015) Per saperne di piu' : http://www.thenewstribe.com/2015/01/26/superintendent-adiala-jail-refuses-to-execute-death-row-convict/

PAESI BASSI: CORTE BLOCCA ESTRADIZIONE A CAUSA DELLA TORTURA
20 gennaio 2015: un tribunale olandese ha bloccato l'estradizione di un uomo accusato di aver combattuto contro le truppe statunitensi in Afghanistan, dicendo che non si può escludere che sia stato torturato dalla CIA dopo il suo arresto in Pakistan.
Sabir Khan, un olandese-pakistano di doppia cittadinanza accusato di cospirazione al fine di commettere omicidi e di supporto ad Al-Qaeda, sarebbe stato torturato dopo il suo arresto da parte dei servizi di sicurezza pakistani.
La corte ha detto che i Paesi Bassi non potevano estradarlo perché il diritto olandese e internazionale lo vietano in quei Paesi che hanno giocato un ruolo in casi di tortura.
In una lettera inviata ai funzionari olandesi nel mese di ottobre, Washington ha negato che le autorità statunitensi siano state coinvolte nel suo arresto, ma il giudice olandese ha detto di non essere convinto che la CIA fosse estranea al caso e ha quindi negato la sua estradizione.
Nel dicembre 2014, un rapporto del Senato americano ha detto che la CIA ha tratto in inganno la Casa Bianca e l’opinione pubblica sulla tortura di detenuti dopo gli attacchi dell'11 settembre del 2001 e ha agito in modo brutale e diffuso nel torturare membri di Al-Qaeda e altri prigionieri in strutture segrete di tutto il mondo tra il 2002 e il 2006. (Fonti: Reuters, 20/01/2015) Per saperne di piu' : http://www.voanews.com/content/dutch-court-blocks-extradition-to-us-over-torture-concerns/2605695.html

SUD-EST ASIATICO: ONU CHIEDE STOP ESECUZIONI PER REATI DI DROGA
20 gennaio 2015: l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha espresso preoccupazione per l'uso della pena di morte per reati di droga nel sud-est asiatico e ha esortato le autorità ad abolire la pena, dopo la notizia che in quell’area altre otto persone sono state condannate a morte per traffico di eroina.
"Secondo la giurisprudenza internazionale dei diritti umani, la pena capitale potrebbe essere applicata solo al reato di omicidio o di uccisione intenzionale", ha detto la portavoce dell’OHCHR Ravina Shamdasani ai giornalisti a Ginevra, dove ha sede l'Ufficio.
"Reati connessi alla droga, reati economici, reati politici, adulterio e reati in materia di relazioni omosessuali consensuali non rientrano nella soglia dei" crimini più gravi" richiesta dal diritto internazionale per l'applicazione della pena di morte," ha detto Shamdasani.
L’OHCHR ha espresso la sua preoccupazione per il continuo ricorso alla pena di morte per reati legati alla droga in alcune parti del sud-est asiatico, dove domenica scorsa sei persone condannate per reati di droga sono state giustiziate in Indonesia, nonostante numerosi appelli nazionali e internazionali. Inoltre, un tribunale del Vietnam oggi ha condannato a morte otto persone, tra cui due donne, per traffico di eroina.
L'Ufficio è particolarmente preoccupato per il rispetto del giusto processo in questi casi, dopo che il presidente indonesiano Joko Widodo ha dichiarato che avrebbe rifiutato tutte le richieste di clemenza per i reati di droga, ha detto la portavoce.
L’OHCHR ha esortato le autorità indonesiane a ripristinare una moratoria sulla pena di morte e a condurre un esame approfondito di tutte le richieste di grazia in vista della commutazione della pena, ha detto Shamdasani.
Secondo il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che l'Indonesia ha ratificato, "chiunque sia condannato a morte ha il diritto di chiedere la grazia o la commutazione della pena", ha ricordato la portavoce.
L’OHCHR ha anche invitato il Vietnam a non praticare le esecuzioni degli otto condannati di oggi, a garantire la revisione delle condanne e considerare l'eliminazione della pena di morte per reati legati alla droga.
Nel sud-est asiatico, i reati legati alla droga sono punibili con la morte in Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia e Vietnam.
Sebbene questi reati siano punibili con la morte in Brunei Darussalam, Laos e Myanmar, questi tre Paesi non hanno effettuato esecuzioni rispettivamente dal 1957, 1989 e 1988.
Il portavoce ha detto che l'International Narcotics Control Board ha incoraggiato i Paesi che ancora impongono la pena di morte per reati legati alla droga di abolire questa punizione.
(Fonti: indiagazette.com, 27/01/2015)

GAZA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO
19 gennaio 2015: deliberando come corte d’appello, il tribunale di primo grado di Gaza City ha condannato all’impiccagione un uomo identificato come E. M. A. (24 anni), residente nel campo profughi di al-Maghazi, riconoscendolo colpevole di omicidio.
L’uomo, il 15 febbraio 2009 avrebbe ucciso con arma da fuoco M. B. A. (68 anni), residente nello stesso campo, nel corso di una disputa familiare.
Il 9 marzo 2014 l’imputato, che aveva all’epoca 18 anni, era stato condannato all’ergastolo, sentenza tuttavia impugnata in appello dal pubblico ministero.
Lo scorso 11 gennaio, un tribunale militare di Hebron ha condannato a morte un uomo identificato solo come A. L. A. dopo averlo riconosciuto colpevole di collaborazionismo a favore di Israele.
Con la condanna a morte del 19 gennaio, giungono a 157 le condanne capitali emesse nell’Autorità Palestinese dal 1994, 130 delle quali nella striscia di Gaza e le restanti 27 nella West Bank.
Delle 130 emesse nella Striscia, 72 sono state pronunciate a partire dal 2007, anno in cui Hamas ha preso il potere.
L’AP ha giustiziato 32 persone, di cui 30 nella Striscia e 2 nella West Bank.
Sono 19 le persone giustiziate da Hamas nella Striscia a partire dal 2007, senza la ratifica da parte del Presidente dell’AP, come previsto dalla legge. (Fonti: The Palestinian Center for Human Rights, 



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