giovedì 1 gennaio 2015

Buddismo e Società n.119 - novembre dicembre 2006
Speciale
Daimoku, il richiamo che risveglia
Seconda lezione

Recitare Nam-myoho-renge-kyo è la pratica buddista corretta istituita dal Daishonin per condurre tutti gli esseri umani all'Illuminazione

http://www.sgi-italia.org/foto/riviste/BS/2006/119spe2.jpg 
Illustrazione di Valeria Gasparrini
La recitazione del Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo è una pratica che arreca benefici incommensurabili perché ci permette di risvegliare e manifestare nella nostra vita il potere illimitato della Legge mistica, la Legge fondamentale dell'universo.
Nichiren Daishonin si batté per realizzare la felicità di tutta l'umanità grazie all'illimitato potere benefico di Nam-myoho-renge-kyo, e nel brano d'apertura di Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza espone con grande semplicità e concisione le basi dottrinali di quest'impresa.

«Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dal tempo senza inizio e ottenere sicuramente la suprema Illuminazione in questa esistenza, devi cogliere la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi. Questa verità è Myoho-renge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di cogliere questa mistica verità originariamente presente negli esseri viventi».

Questo brano esprime sinteticamente i profondi principi del Buddismo e della rivoluzione religiosa, iniziata dal Budda Shakyamuni e completata dal Daishonin, per realizzare l'Illuminazione di tutte le persone. Ogni singola parola e frase è pervasa della sublime saggezza del Buddismo.
"Liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte sopportate dal tempo senza inizio" è la questione fondamentale dell'esistenza umana e lo scopo originale della religione. "Raggiungere la suprema Illuminazione" è la profonda risposta del Buddismo a questa domanda. "Cogliere la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi" costituisce un ulteriore approfondimento di tale risposta sulla base degli insegnamenti del Sutra del Loto, e "recitare Myoho-renge-kyo" si riferisce alla pratica istituita dal Daishonin per consentire a tutte le persone di tradurre questa saggezza buddista in azione. L'istituzione di questa pratica è il frutto di una grande compassione che aspira alla felicità di ogni persona, ed esprime la natura veramente rivoluzionaria del Buddismo di Nichiren. Da questo scritto, nel suo complesso, appare chiaro che la pratica di recitare il Daimoku istituita dal Daishonin è la pratica buddista corretta e suprema. Nelle poche righe d'apertura vengono sintetizzate le profonde e penetranti intuizioni del Buddismo, affinate per più di due millenni, insieme alla compassione e alla saggezza per condurre tutte le persone all'Illuminazione che ritroviamo nel Buddismo del Daishonin.
Scopo di questa puntata è riconfermare che la pratica di recitare Daimoku stabilita dal Daishonin è la forma fondamentale della pratica buddista corretta, e che la sua istituzione segna l'inizio di un autentico "Buddismo della gente", che rende possibile a tutta l'umanità di raggiungere la stessa condizione illuminata del Budda.

Liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte e conseguire una condizione di felicità eterna

Cominciamo ad analizzare il profondo significato della prima frase: «Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dal tempo senza inizio».
Il riferimento del Daishonin alle "sofferenze di nascita e morte sopportate dal tempo senza inizio" si basa sull'idea di trasmigrazione secondo cui gli esseri viventi attraversano un ciclo di nascite e morti, incessante e pieno di sofferenza, che perdura dall'infinito passato all'infinito futuro. Il Buddismo ritiene che questo circolo vizioso di sofferenza sorga in ultima analisi dalle illusioni e dai desideri (giapp. bonno), e che la negativa successione ciclica di illusioni e desideri, karma e sofferenza sia parte integrante della trasmigrazione. In tal senso le "sofferenze di nascita e morte sopportate dal tempo senza inizio" rappresentano anche un'interminabile successione di illusione e sofferenza.
Poiché il pensiero di tale infinita trasmigrazione è veramente insostenibile, le persone cercarono una via per mettere fine a questo ciclo doloroso di nascita e morte e per liberarsi dalle catene dell'illusione e della sofferenza.
Il Buddismo propone sostanzialmente due modi per affrontare tale questione. Uno sostiene che le persone possono liberarsi dal ciclo di nascita e morte sradicando le illusioni e i desideri che conducono alla trasmigrazione nel regno del karma. L'altro è l'approccio mahayana secondo cui l'essenza della vita, sottoposta alla trasmigrazione, non viene considerata una fenomeno transitorio e impermanente. 
Le dottrine mahayana espongono per esempio il concetto di attraversare il ciclo di nascita e morte in accordo con il voto del bodhisattva di condurre tutti gli esseri viventi all'Illuminazione, oppure considerano nascita e morte come un ciclo che emerge e ritorna alla vita fondamentale dell'universo che tutto abbraccia. Quest'ultima visione si può comprendere con la metafora delle onde del mare: la nascita è come un'onda che appare sulla superficie dell'oceano - la vita dell'universo - mentre la morte è l'onda che si inabissa nuovamente. Acquisire questa comprensione dell'essenza della vita che ripete il ciclo di nascita e morte significa raggiungere la "suprema Illuminazione", la più alta forma di risveglio del Budda.

La verità mistica abbraccia tutte le cose ed è inerente a esse

L'espressione «cogliere la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi» significa "ottenere la suprema Illuminazione". La saggezza per capire questa "verità originariamente presente" rappresenta la suprema Illuminazione del Budda.
Il punto in cui il Buddismo si distacca radicalmente dalle filosofie e dalle religioni che lo hanno preceduto è che esso scopre all'interno della vita dell'individuo la Legge, l'illimitato potere interiore per risolvere tutte le sofferenze al livello fondamentale. 
Un Budda è una persona che, basandosi su questa Legge, ha conseguito la saggezza ultima per porre fine alla sofferenza e costruire un'incrollabile felicità.
Il Buddismo è un insegnamento d'impareggiabile umanesimo che crede nell'illimitato potenziale contenuto negli esseri umani. Perciò viene chiamato la "via interiore".
«Cogliere la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi» significa raggiungere la suprema Illuminazione, ed è l'unico mezzo per liberarsi dalle «sofferenze di nascita e morte sopportate dal tempo senza inizio». Questo è il punto di partenza di Shakyamuni e la conclusione del pensiero buddista. La scrittura che proclama questa filosofia della "via interiore" è il Sutra del Loto, che insegna che tutte le persone possono raggiungere l'Illuminazione. Si potrebbe dire che il Sutra del Loto incarna il principio fondamentale del rispetto per la dignità e la sacralità dell'essere umano.
In questo scritto il Daishonin afferma che «la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi» è «la relazione di mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni». Quest'ultimo principio riguarda la relazione insondabile che sussiste fra noi - la nostra mente o ciascun istante di vita - e l'universo; il suo significato è che nella nostra vita sono contenuti tutti i fenomeni e che, al tempo stesso, la nostra vita pervade tutti i fenomeni. Questo principio corrisponde sicuramente al significato del "principio di inerenza e pervasione"1 elaborato da Nichikan Shonin (1665-176), un'importante restauratore del Buddismo del Daishonin, per descrivere la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita.
La vita cosmica abbraccia e pervade tutte le cose e proprio per questo è anche inerente a tutte le cose. Il concetto della sostanziale unicità della vita dell'universo e delle nostre esistenze individuali è alla base della «relazione di mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni». Risvegliarsi a questa mistica verità significa raggiungere la "suprema Illuminazione" del Budda.

Dare un nome alla Legge mistica

Il punto è come mettere in grado le persone di cogliere questa mistica verità originariamente presente in tutti gli esseri viventi. Sarebbe impossibile fondare un Buddismo accessibile a tutti se soltanto un numero limitato di persone fosse in grado di seguire la via stabilita per comprendere la Legge mistica. Prima del Daishonin il Gran maestro cinese T'ien-t'ai cercò di stabilire il mezzo per percepire questa mistica verità attraverso la pratica della contemplazione e della meditazione sulla Legge. Ma non si trattava di un mezzo facilmente accessibile alle persone dell'Ultimo giorno della Legge.
Il primo passo che il Daishonin compì per aprire il grande sentiero dell'Illuminazione universale fu di "chiamare per nome" la Legge mistica. La Legge mistica inerente a tutte le cose in origine non aveva nome ma, come spiega il Daishonin ne L'entità della legge mistica, un saggio, risvegliato a questa verità che aveva percepito nella propria vita, riuscì a dargli il nome più appropriato2. Denominare è un processo creativo. Dare un nome che colga con esattezza l'essenza di una cosa ha l'importante effetto di rendere tale essenza disponibile alle persone in modo che anch'esse ne possano comprendere il valore.
Ne Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, come attesta la frase «la mistica verità originariamente presente negli esseri viventi è Myoho-renge-kyo», il Daishonin afferma chiaramente che la mistica verità che costituisce la Legge fondamentale dell'universo non è altro che Myoho-renge-kyo. Per essere più precisi, il termine Myoho-renge-kyo esisteva anche prima, come titolo del Sutra del Loto, ma il Daishonin fu il primo a identificare Myoho-renge-kyo come nome del principio del "vero aspetto di tutti i fenomeni"3che, come insegna il Sutra del Loto, è la profonda saggezza di tutti i Budda.
Inoltre, sebbene il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Durata della vita, narri la vita del Budda eterno dal punto di vista di Shakyamuni, fu il Daishonin a rivelare per primo che l'essenza della vita eterna del Budda - il cuore del capitolo Durata della vita - è Myoho-renge-kyo4.
Il Budda eterno, sin dal raggiungimento dell'Illuminazione nel remoto passato, attraversa ripetutamente il ciclo di nascita e morte come Budda, mentre appare in varie forme, nell'ambito dei dieci mondi, per la salvezza di tutti gli esseri. Il capitolo Durata della vitarivela che tutti gli esseri viventi dei dieci mondi, Budda compresi, così come la nascita e la morte, sono manifestazioni della grande vita eterna dell'universo. Poiché il Daishonin dice che «l'essenza del capitolo Durata della vita» è Myoho-renge-kyo, possiamo dedurre che Myoho-renge-kyo è il nome della grande ed eterna vita universale rivelata in quel capitolo.
Anche gli esseri viventi dei nove mondi che attraversano ripetutamente il ciclo di nascita e morte seguono il ritmo fatto di emersione dalla grande vita eterna di Myoho-renge-kyo (nascita) e ritorno a essa (morte). Essi sono abbracciati da Myoho-renge-kyo e allo stesso tempo possiedono Myoho-renge-kyo dentro di sé. Perciò Myoho-renge-kyo è il nome della «mistica verità originariamente presente negli esseri viventi».
Il Daishonin fu il primo a dichiarare che Myoho-renge-kyo è il Daimoku da recitare e propagare nell'Ultimo giorno della Legge.

La nascita della pratica di recitare Daimoku per percepire la mistica verità. L'istituzione del "Buddismo della gente"

«Il Sutra del Loto è il re dei sutra, autentico e corretto sia nella lettera che nella teoria. I suoi caratteri sono il vero aspetto di tutti i fenomeni, e questo vero aspetto è la Legge mistica. È chiamata Legge mistica perché spiega la relazione di mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni. È questa la ragione per cui tale sutra è la saggezza di tutti i Budda.
"Mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni" significa che la vita in ogni istante abbraccia il corpo e lo spirito, l'io e l'ambiente di tutti gli esseri senzienti dei dieci mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei tremila regni: le piante, il cielo e la terra, fino alla più piccola particella di polvere. La vita in ogni istante permea l'intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi. Quando ci risvegliamo a questa verità abbiamo compreso la mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni».

Il passo successivo del Daishonin nell'aprire questo grande sentiero consiste nell'istituire la pratica di recitare Daimoku. Il Daishonin fa precedere alla verità universale di Myoho-renge-kyo la parola nam (una variante fonetica di namu), che significa "dedicare la propria vita a". Recitare ad alta voce Nam-myoho-renge-kyo rappresenta la determinazione e il voto di dedicare la propria vita al regno della verità di Myoho-renge-kyo con pensieri, parole e azioni.
Al tempo stesso recitare Daimoku permette a ogni persona di realizzare un'esistenza basata sulla verità universale di Myoho-renge-kyo. Il punto cruciale è che la recitazione del Daimoku nel Buddismo del Daishonin non è un semplice intonare il nome di una "verità esterna", ma costituisce una pratica per "tirar fuori" concretamente la "verità interna" che pervade l'universo e il nostro stesso io e vivere in accordo con essa. Questa pratica potrebbe essere descritta come un processo che stabilisce un io in grado di attivare e attingere dal proprio interno la «mistica verità originariamente presente in tutti gli esseri viventi».
Nel corso della storia del Buddismo, anche se il Sutra del Loto ha sempre insegnato che si dovrebbero aprire gli occhi su questa mistica verità, con il passare del tempo le persone hanno perso di vista il fatto che essa esiste nella vita stessa. 
Fu in tale contesto che T'ien-t'ai istituì una pratica meditativa basata sul principio dei "tremila regni in un singolo istante di vita" e sulla "relazione di mutua compenetrazione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni", cercando in tal modo di insegnare alle persone a risvegliare il mondo di Buddità. Il metodo di meditazione di T'ien-t'ai, basato sulla "osservazione della mente", può essere considerato una pratica appropriata che ristabilì il corretto sentiero del Sutra del Loto.
Inoltre, per far sì che le persone potessero percepire e concretizzare la «mistica verità originariamente presente in tutti gli esseri viventi», Nichiren Daishonin le diede il nome di Myoho-renge-kyo e istituì la pratica d'invocare questo nome, cioè la recitazione del Daimoku, permettendo così a tutte le persone di basare la propria vita sulla Legge mistica e dedicarsi a essa.
Dunque fu il Daishonina stabilire il mezzo col quale tutte le persone possono risvegliarsi al fatto che la verità della vita e dell'universo esiste nella loro stessa vita e manifestare concretamente tale verità. Inoltre questa verità è l'illuminata saggezza di tutti i Budda ed è pienamente rivelata nel Sutra del Loto, che è il supremo insegnamento del Buddismo. Basandoci su tale verità possiamo condurre esistenze di supremo valore. Il Buddismo del Daishonin ha reso questo regno della fede accessibile a ogni persona indipendentemente dal luogo, dal tempo e dalla sua storia personale. Non sarebbe eccessivo dire che la pratica della recitazione del Daimoku nel Buddismo di Nichiren è ciò che ha dato origine al Buddismo della gente. È questa la suprema pratica buddista che ci permette di trasformare radicalmente la nostra vita.
In altre parole, recitare Daimoku è anche a far appello alla nostra Buddità innata5. È la via diretta per manifestare questa suprema condizione vitale. La saggezza e la compassione del Budda che emergono attraverso la recitazione del Daimoku arricchiscono il nostro essere, recando felicità a noi e agli altri. Inoltre, man mano che un numero sempre maggiore di persone recita Daimoku per la propria felicità e per quella degli altri, sarà possibile costruire un sodalizio di esseri umani pieni di dedizione la cui vita risplenderà della compassione del Budda in grado di trasformare sostanzialmente il destino dell'umanità.

L'alba del Buddismo del sole

Un altro punto da tenere a mente, riguardo al vero significato di Nam-myoho-renge-kyo, è che questo è anche il nome della vita del Budda dell'Ultimo giorno, Nichiren Daishonin. Il nome di Nam-myoho-renge-kyo e la vita del Budda originale sono indissolubilmente connessi. Potremmo affermare che la verità fondamentale di Myoho-renge-kyo, che pervade la vita e l'universo, fu identificata e stabilita per la prima volta soltanto grazie al fatto che il Daishonin la praticò e la manifestò nelle sue azioni. Egli diede espressione concreta alla Legge che le persone fino a quel momento non erano state in grado di percepire.
La vita di Nichiren Daishonin come Budda dell'Ultimo giorno della Legge non è altro che una vita dedicata a combattere il male e a dissolvere l'ignoranza. La lotta per liberare la gente da ogni sorta di infelicità e sfortuna, da tutto il karma e dalle sofferenze di nascita, vecchiaia, malattia e morte, richiede in ultima analisi di combattere l'oscurità fondamentale o ignoranza che dà origine al male e alla sofferenza.
Il Daimoku ha davvero il potere di dissolvere l'oscurità, come spiega il Daishonin stesso quando dichiara che il Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo, che egli recita per sé e per gli altri, per la realizzazione di kosen-rufu, «cancella le nubi dell'ignoranza»6
Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo il sole del mondo di Buddità sorge nel nostro cuore e l'ignoranza e le illusioni che, come spesse nubi, oscuravano questo sole, vengono spazzate via. Quando il sole della Buddità comincia a brillare dentro di noi, l'oscurità dell'ignoranza svanisce.
Il Buddismo del Daishonin non è un insegnamento nel quale solo il Daishonin risplende come il sole. È un insegnamento in cui ogni individuo può, come lui, far sorgere il sole nella propria vita. Siamo veramente fortunati a poter manifestare la stessa luminosa condizione vitale di Nichiren Daishonin.
Rispetto a ciò Nichikan Shonin scrive: «Quando si abbraccia questo Gohonzon, si ha fede in esso e si recita Nam-myoho-renge-kyo, la propria vita diventa immediatamente l'Oggetto di culto dei tremila regni in un singolo istante di vita. Diventa la vita di Nichiren Daishonin».7 
La pratica di recitare Daimoku è veramente il supremo sentiero per il raggiungimento della Buddità, attraverso il quale ogni persona può di diritto diventare un sole splendente.
Il poeta russo Aleksandr Puskin (1799-1837) scrive:

«Di fronte all'alba luminosa
ogni sofisma vacilla e muore
sfiancato dall'imperitura scintilla della ragione.
Salutiamo l'alba e dissolviamo l'oscurità»
.8

Quello di Nichiren è il Buddismo del sole che apre la strada a una vita di suprema vittoria per tutta l'umanità. Con l'unico comune slancio di "salutare il sole che sorge", proseguiamo con vigore e freschezza nel compito di sconfiggere l'oscurità dell'ignoranza nel cuore delle persone.


Note

1) Commentando le parole di T'ien-t'ai: «I tremila regni esistono nella vita in ciascun istante», Nichikan Shonin nei suoi Scritti in sei volumi dice: «L'intento di questo sutra [il Sutra del Loto] è rivelare il "principio di inerenza e pervasione", secondo il quale tutti i fenomeni sono inerenti a un singolo istante di vita e un singolo istante di vita pervade tutti i fenomeni».
2) Il Daishonin scrive: «Questo brano significa che il principio supremo [cioè la Legge mistica] in origine non aveva nome. Mentre il santo osservava i princìpi e assegnava i nomi a tutte le cose, percepì l'esistenza di una Legge meravigliosa [myoho] dotata simultaneamente di causa ed effetto [renge] e la chiamò Myoho-renge-kyo. Questa Legge di Myoho-renge comprende in sé tutti i fenomeni dei dieci mondi e dei tremila regni, nessuno escluso. Chiunque pratichi questa Legge otterrà simultaneamente sia la causa che l'effetto della Buddità» (SND, 9, 11-12; WND, 421).
3) Il vero aspetto di tutti i fenomeni è la verità o realtà fondamentale che permea tutti i fenomeni e non è in alcun modo separata da essi. È un principio espresso nel secondo capitolo del Sutra del Loto, Espedienti. Ne Il vero aspetto di tutti i fenomeni Nichiren definisce "tutti i fenomeni" come tutti gli esseri viventi e i loro ambienti nei dieci mondi, e il "vero aspetto" come la Legge di Myoho-renge-kyo, la realtà fondamentale che permea tutti gli esseri viventi e i loro ambienti in ciascuno dei dieci mondi. Tutti i fenomeni, egli afferma, sono manifestazioni di questa Legge universale: i fenomeni e la verità fondamentale sono inseparabili e non sono due entità distinte. Il capitolo Espedienti spiega che tutte le persone sono intrinsecamente dotate del potenziale di diventare Budda e sono in grado di attingere a questo potenziale e manifestarlo nella loro vita.
4) Vedi SND, 1, 241.
5) Scrive il Daishonin: «Perciò, quando recitiamo una volta Myoho-renge-kyo, con questo singolo suono chiamiamo e manifestiamo la natura di Budda di tutti i Budda, di tutto ciò che esiste, di tutti i bodhisattva e gli ascoltatori della voce, di tutte le divinità come Brahma, Shakra e Re Yama, del sole, della luna e delle miriadi di stelle, di tutti gli dei celesti e terrestri, di tutti gli abitanti dell'inferno, degli spiriti affamati, degli animali, degli asura, degli esseri umani e celesti e di tutti gli altri esseri viventi. Questo è un beneficio immenso, incalcolabile» (vedi SND, 8, 34 e WND, 887).
6) GZ, 414.
7) Commentario a "L'Oggetto di culto per l'osservazione della mente" in Nichikan Shonin Mondanshu (I commentari di Nichikan Shonin), Tokyo, Seikyo Shimbunsha, 1980, p. 548.
8) Aleksandr Puskin: nostra traduzione da Pushkin Threefold: Narrative, Lyric, Polemic and Ribald Verse, New York, E. P. Dutton and Co., Inc. 1972, p. 20.

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