lunedì 1 ottobre 2018

STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi

14° PARTE
TRA STORIA E FANTASIA

Ed infatti, di li a poco…………il grande portone verde si  aprì e dal piccolo spiraglio, una vocina flebile
-giovanotto, giovanotto!
Ed io stupito guardai verso la porta cercando di mettere a fuoco la figurina che si appena si intravedeva dentro quello piccolo spicchio di porta semi aperto. Mi portai le punta della mano destra sul petto un modo di dire a quella persona invisibile che mi stava chiamando:
-dice a me?
-si giovanotto dico proprio a lei, è così buono e gentile a venire dentro per darmi una mano?
Allora mi avvicinai con passo esitante e solo in quel momento vidi la figurina esile di una vecchia signora tutta vestita di nero in una foggia un po’ démodé.
-giovanotto mi perdoni…..perdoni la mia sfacciataggine, ma sa io son sola e come può vedere piuttosto in la con gli anni. Ho una vecchia pendola di quelle che battono le ore con un bel suono di campane , mi si è fermata perché ha finito la carica ed io non ce la faccio a rimetterla in funzione.
-volentieri signora, ci mancherebbe!
A quel punto lei aprì un varco più ampio per farmi entrare in casa, si scostò quasi non volesse toccarmi o essere toccata.
Il piano terreno era costituito da un unico grande ambiente che su un lato aveva un grande camino in pietra serena con sulla cappa un grande stemma gentilizio pure esso in pietra, il tutto era annerito dal fumo prodotto dal fuoco anche se aveva tutta l’apparenza di non essere stato utilizzato almeno negli ultimi tempi. Nella parete opposta c’era una monumentale credenza di legno massiccio completamente disadorna. E nel mezzo della stanza due seggioloni a spalliera alta nel cui centro c’era impresso lo stesso stemma visibile sul camino.
Un po’ di luce filtrava dalla persiana sgangherata della finestra che dava sulla strada e di fronte c’erano altre due porte finestra anch’esse chiuse da persiane  in mal arnese. Vicino alla credenza c’era la pendola che in effetti non dava segni di vita.
Solo a quel punto vidi la signora, una figurina minuta tutta vestita di nero e da una specie di corpetto usciva  una camicia bianca con un alto collo increspato che per chiusura usava una spilla dorata ove era dipinto un volto probabilmente di uomo che io non potevo ben distinguere a causa della distanza e della piccolezza del gioiello.
Un volto minuto incorniciato da capelli candidi raccolti nella nuca ma ciò che mi impressionò di più furono gli occhi di un azzurro intenso, come il cielo di quella giornata di inizio estate, privi di vita e con una  innaturale fissità.

FINE QUATTORDICESIMA PARTE


STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi

15° PARTE
TRA STORIA E FANTASIA

Dopo aver aperto il grande sportello a vetri della pendola con una chiavetta riposta su un ripiano cominciai a caricare il vecchio orologio, fatto ciò cominciai a girare le lancette delle ore  e dei minuti fino ad arrivare all’ora giusta che era mezzogiorno meno un quarto, dopo di che con un colpetto al pendolo  rimisi in azione lo strumento, richiusi lo sportello dopo aver rimesso al suo posto la chiavetta:
-grazie giovanotto, non so come ringraziarla, per fortuna ho trovato una persona gentile e disponibile, cosa non facile ai giorni nostri, purtroppo in casa non ho niente da poterle offrire, sa sono sola e son secoli che qualcuno viene a trovarmi, ma prego si sieda mi faccia un po’ di compagnia se questo non le crea disturbo!
Io guardandola con tenerezza pensavo “POVERA VECCHIETTA, LA SOLITUDINE DEVE ESSERE VERAMENTE UNA BRUTTA BESTIA CHE FA PERDERE ANCHE UN PO’ LA TESTA, ADDIRITTURA SECOLI CHE NESSUNO LE FA VISITA? MA NON AVRA’ FIGLI O MAGARI QUALCHE PARENTE? Decisi di accontentarla e mi misi a sedere sul seggiolone che mi era più vicino il quale scricchiolò in modo inquietante sotto il mio peso.
La vecchia signora mi guardò  ed i suoi occhi immobili mi sembrava che esprimessero un misto di tristezza e rassegnazione.
-Caro giovanotto mi voglio presentare il mio nome è Eleonora come la nostra grande signora e lei come si chiama?
La grande signora? Chi sarà mai questa grande signora mah, questa sua strana affermazione mi incuriosiva.
, che strana donna è mai questa?
-Signora Eleonora io mi chiamo Guido
-Un bellissimo nome Guido si è veramente un bellissimo nome!
Ed io per cortesia ribattei
-anche Eleonora è un bellissimo nome!
-grazie Guido lei è veramente gentile!
Dopo essersi rassettata i capelli iniziò la sua strana  narrazione:
-Caro Guido mi permette di chiamarla semplicemente con il suo nome?
Io annuii facendo un semplice cenno con la testa e lei continuò con una vocina flebile e monocorde:
-caro Guido, come ho avuto modo di dirle io vivo da sola ormai da tanto, tanto tempo.
Si soffermò un attimo per riprendere fiato e forse per riordinare le sue idee …….
-ero sposata con un bellissimo giovane alto, forte, coraggioso con dei bei riccioli ed una barba folta nera come le ali di un corvo, la guerra……si la guerra me lo portò via che ero ancora molto giovane. Morì vicino a…….non ricordo bene mi sembra che il paese si chiamasse Montalcino, un paese vicino alla nemica ed odiata Siena.
A queste affermazioni pensavo Montalcino ? Odiata Siena ? ma di cosa sta parlando e cominciavo ad essere a disagio.
-Quando il mio Duccio morì stavo aspettando una creatura che nacque pochi giorni prima del Santo Natale ed io in memoria del padre chiamai Duccio.
Anche come il padre era bello alto forte con un cuore gentile ed allo stesso tempo impavido ed aveva solo sedici anni che entrò al servizio di monsignore Francesco.
Questa sua strana narrazione mi incuriosiva sempre di più ed ero sempre più convinto che questa stranissima vecchietta fosse totalmente fuori di testa…………..
FINE QUINDICESIMA PARTE

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