STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
14° PARTE
TRA STORIA E
FANTASIA
Ed infatti, di li a poco…………il grande portone verde si aprì e dal piccolo spiraglio, una vocina
flebile
-giovanotto, giovanotto!
Ed io stupito guardai verso la porta cercando di mettere a fuoco
la figurina che si appena si intravedeva dentro quello piccolo spicchio di
porta semi aperto. Mi portai le punta della mano destra sul petto un modo di
dire a quella persona invisibile che mi stava chiamando:
-dice a me?
-si giovanotto dico proprio a lei, è così buono e gentile a
venire dentro per darmi una mano?
Allora mi avvicinai con passo esitante e solo in quel momento
vidi la figurina esile di una vecchia signora tutta vestita di nero in una foggia
un po’ démodé.
-giovanotto mi perdoni…..perdoni la mia sfacciataggine, ma sa io
son sola e come può vedere piuttosto in la con gli anni. Ho una vecchia pendola
di quelle che battono le ore con un bel suono di campane , mi si è fermata
perché ha finito la carica ed io non ce la faccio a rimetterla in funzione.
-volentieri signora, ci mancherebbe!
A quel punto lei aprì un varco più ampio per farmi entrare in
casa, si scostò quasi non volesse toccarmi o essere toccata.
Il piano terreno era costituito da un unico grande ambiente che
su un lato aveva un grande camino in pietra serena con sulla cappa un grande
stemma gentilizio pure esso in pietra, il tutto era annerito dal fumo prodotto
dal fuoco anche se aveva tutta l’apparenza di non essere stato utilizzato
almeno negli ultimi tempi. Nella parete opposta c’era una monumentale credenza
di legno massiccio completamente disadorna. E nel mezzo della stanza due
seggioloni a spalliera alta nel cui centro c’era impresso lo stesso stemma
visibile sul camino.
Un po’ di luce filtrava dalla persiana sgangherata della
finestra che dava sulla strada e di fronte c’erano altre due porte finestra
anch’esse chiuse da persiane in mal
arnese. Vicino alla credenza c’era la pendola che in effetti non dava segni di
vita.
Solo a quel punto vidi la signora, una figurina minuta tutta
vestita di nero e da una specie di corpetto usciva una camicia bianca con un alto collo
increspato che per chiusura usava una spilla dorata ove era dipinto un volto probabilmente
di uomo che io non potevo ben distinguere a causa della distanza e della
piccolezza del gioiello.
Un volto minuto incorniciato da capelli candidi raccolti nella
nuca ma ciò che mi impressionò di più furono gli occhi di un azzurro intenso,
come il cielo di quella giornata di inizio estate, privi di vita e con una innaturale fissità.
FINE
QUATTORDICESIMA PARTE
STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
15° PARTE
TRA STORIA E
FANTASIA
Dopo aver
aperto il grande sportello a vetri della pendola con una chiavetta riposta su
un ripiano cominciai a caricare il vecchio orologio, fatto ciò cominciai a
girare le lancette delle ore e dei
minuti fino ad arrivare all’ora giusta che era mezzogiorno meno un quarto, dopo
di che con un colpetto al pendolo rimisi
in azione lo strumento, richiusi lo sportello dopo aver rimesso al suo posto la
chiavetta:
-grazie
giovanotto, non so come ringraziarla, per fortuna ho trovato una persona
gentile e disponibile, cosa non facile ai giorni nostri, purtroppo in casa non
ho niente da poterle offrire, sa sono sola e son secoli che qualcuno viene a
trovarmi, ma prego si sieda mi faccia un po’ di compagnia se questo non le crea
disturbo!
Io
guardandola con tenerezza pensavo “POVERA VECCHIETTA, LA SOLITUDINE DEVE ESSERE
VERAMENTE UNA BRUTTA BESTIA CHE FA PERDERE ANCHE UN PO’ LA TESTA, ADDIRITTURA SECOLI
CHE NESSUNO LE FA VISITA? MA NON AVRA’ FIGLI O MAGARI QUALCHE PARENTE? Decisi
di accontentarla e mi misi a sedere sul seggiolone che mi era più vicino il
quale scricchiolò in modo inquietante sotto il mio peso.
La vecchia
signora mi guardò ed i suoi occhi
immobili mi sembrava che esprimessero un misto di tristezza e rassegnazione.
-Caro
giovanotto mi voglio presentare il mio nome è Eleonora come la nostra grande
signora e lei come si chiama?
La grande
signora? Chi sarà mai questa grande signora mah, questa sua strana affermazione
mi incuriosiva.
, che strana
donna è mai questa?
-Signora
Eleonora io mi chiamo Guido
-Un bellissimo
nome Guido si è veramente un bellissimo nome!
Ed io per
cortesia ribattei
-anche
Eleonora è un bellissimo nome!
-grazie
Guido lei è veramente gentile!
Dopo essersi
rassettata i capelli iniziò la sua strana narrazione:
-Caro Guido
mi permette di chiamarla semplicemente con il suo nome?
Io annuii
facendo un semplice cenno con la testa e lei continuò con una vocina flebile e
monocorde:
-caro Guido,
come ho avuto modo di dirle io vivo da sola ormai da tanto, tanto tempo.
Si soffermò
un attimo per riprendere fiato e forse per riordinare le sue idee …….
-ero sposata
con un bellissimo giovane alto, forte, coraggioso con dei bei riccioli ed una
barba folta nera come le ali di un corvo, la guerra……si la guerra me lo portò
via che ero ancora molto giovane. Morì vicino a…….non ricordo bene mi sembra
che il paese si chiamasse Montalcino, un paese vicino alla nemica ed odiata
Siena.
A queste
affermazioni pensavo Montalcino ? Odiata Siena ? ma di cosa sta parlando e
cominciavo ad essere a disagio.
-Quando il
mio Duccio morì stavo aspettando una creatura che nacque pochi giorni prima del
Santo Natale ed io in memoria del padre chiamai Duccio.
Anche come
il padre era bello alto forte con un cuore gentile ed allo stesso tempo
impavido ed aveva solo sedici anni che entrò al servizio di monsignore
Francesco.
Questa sua
strana narrazione mi incuriosiva sempre di più ed ero sempre più convinto che
questa stranissima vecchietta fosse totalmente fuori di testa…………..
FINE
QUINDICESIMA PARTE
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