La storia di Mohammad
Mohammad è entrato
in carcere nel 2004 quando aveva solo 15 anni
con l'accusa di omicidio. Nel corso degli interrogatori era stato lui
stesso a confessare. Durante il processo ha spiegato di averlo
fatto solo perché i
suoi due coimputati si erano offerti di dare i soldi alla sua
famiglia. Al contrario, in base a quanto dichiarato
in aula, Mohammad sostiene di non
aver preso parte all'omicidio. Tesi sostenuta anche
dagli altri coimputati che hanno ritirato le parti della loro
testimonianza che riguardavano il coinvolgimento del ragazzo.
Per sei volte è stata annunciata la sua esecuzione. Per altrettante volte è stata sospesa a seguito di
proteste pubbliche.
Il caso di Mohammad esemplifica l’uso abominevole della
pena di morte da parte dell’Iran nei
confronti di individui al di sotto dei 18 anni, in violazione alle
norme internazionali sui diritti umani. Tra il 2015 e il 2018 abbiamo
le prove che in Iran siano state eseguite le condanne a morte di almeno 90
persone minorenni all’epoca del reato. Nei
bracci della morte del paese restano in attesa dell’esecuzione almeno
altri 80
minorenni.
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