Dopo settimane di silenzio, il governo dell'Arabia
Saudita ha confermato attraverso la tv di stato
che "Jamal
Khashoggi è stato ucciso nel consolato saudita di Istanbul".
Secondo le autorità saudite il giornalista sarebbe morto dopo una
colluttazione, una spiegazione davvero poco credibile.
Le
autorità turche non confermano la versione data
dalla Arabia Saudita e, invece, ritengono che Khashoggi sia stato ucciso da agenti
sauditi all’interno del consolato e il suo corpo
sia stato smembrato.
Dov'è la verità? Solo
un'indagine indipendente delle Nazioni Unite può accertarla.
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Le
spiegazioni parziali e unilaterali e un’indagine
condotta da chi è sospettato di essere coinvolto nella vicenda non bastano.
Solo le Nazioni Unite, in un caso del genere, hanno la credibilità e
l’indipendenza per scoprire chi c’è dietro l'uccisione di Khashoggi
e chiamarlo a rispondere.
In Arabia
Saudita, da quando nel giugno 2017 Mohammad bin Salman
è diventato principe
della corona, la repressione
contro le voci dissidenti
e i difensori
dei diritti umani si è intensificata dando luogo a
un’ondata
di arresti. Khashoggi aveva lasciato il suo
paese recandosi negli Usa proprio per sfuggire alla repressione.
Siamo di fronte a un fatto senza precedenti: un assassinio all'interno del consolato, che è
territorio sotto la giurisdizione dell’Arabia Saudita, costituirebbe
un’esecuzione
extragiudiziale e seminerebbe il panico tra i
difensori dei diritti umani e i dissidenti sauditi ovunque nel mondo,
rendendo privo di significato il concetto della ricerca di protezione
all’estero.
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