sabato 6 ottobre 2018

              nessuno    tocchi    CAINO                    
         NO ALLA  PENA  DI  MORTE         



1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: LETTERA APERTA DEL PARTITO RADICALE E NESSUNO TOCCHI CAINO AL PRESIDENTE G. CONTE SU MINACCIA TERRORISMO 2.  NEWS FLASH: IRAN: MINORENNE E ALTRI QUATTRO DETENUTI GIUSTIZIATI 3.  NEWS FLASH: IRAQ: UNA CONDANNA A MORTE PER TERRORISMO 4.  NEWS FLASH: CINA: CONDANNATO A MORTE INTELLETTUALE UIGURO ‘SEPARATISTA’
5.  NEWS FLASH: GAMBIA: RATIFICATO SECONDO PROTOCOLLO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN: LETTERA APERTA DEL PARTITO RADICALE E NESSUNO TOCCHI CAINO AL PRESIDENTE G. CONTE SU MINACCIA TERRORISMO
3 ottobre 2018: In una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, trasmessa per conoscenza anche al Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e al Presidente del COPASIR Lorenzo Guerini, esponenti del Partito Radicale, di Nessuno tocchi Caino e del Global Committee for the Rule of Law - Marco Pannella, insieme a parlamentari di tutti gli schieramenti politici, hanno chiesto al Governo di agire, anche in ambito europeo, per prevenire la strategia terroristica iraniana.

L’iniziativa si riferisce all’attentato terroristico alla Convention della Resistenza iraniana dello scorso 30 giugno a Parigi sventato dai servizi di intelligence francesi, tedeschi e belgi ed alla notizia diffusa oggi da media francesi che quel piano terroristico è stato avallato dall’intelligence di Teheran e che di conseguenza la Francia ha congelato gli assets del Governo iraniano, mentre la Germania ha estradato verso il Belgio Asdollah Assadi, l’agente dei servizi iraniani che operava presso l’ambasciata a Vienna e che è coinvolto nelle indagini sull’attentato.
Si legge nella lettera: “Questo tentato attacco, volto a colpire il principale movimento di opposizione al regime iraniano, con le decine di migliaia di sostenitori riuniti a Parigi insieme a delegazioni europee, mediorientali e americane di altissimo livello politico ed istituzionale……avrebbe colpito, tra le altre, l’importante delegazione italiana di cui abbiamo fatto parte pure in ragione degli incarichi istituzionali che ricopriamo o abbiamo ricoperto. Ad essere sotto attacco dunque non ci sono solo le ragioni della nostra militanza a sostegno di un movimento di resistenza a quello che non esistiamo a definire il regime iraniano ma le nostre istituzioni ed i principi che le animano e che riteniamo di rappresentare.
Di fronte a questa minaccia alla sicurezza è urgente agire con misure che al terrore sappiano rispondere in coerenza con quei principi e valori sanciti dalle carte fondative della convivenza italiana, europea ed internazionale improntati al rispetto dello Stato di Diritto.”
A firmare la lettera sono i componenti la delegazione italiana alla Convention di Parigi: Giulio Maria Terzi, Presidente Global Committee for the Rule of Law – Marco Pannella, già Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, On. Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e coordinatore presidenza Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, On. Elisabetta Zamparutti, tesoriere Nessuno tocchi Caino e presidenza Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Sen. Roberto Rampi, Senatore per il Partito Democratico, Sen. Antonio Tasso, Gruppo Misto ex M5S, On. Gianna Gancia, consigliere della Regione Piemonte, Presidente gruppo Lega Nord, On. Nicola Ciracì, ex parlamentare Popolo della Libertà, On. Carlo Ciccioli, ex parlamentare Fratelli d’Italia, insieme a Vice Presidente del Senato Roberto Calderoli (Lega Nord), Sen. Cinzia Bonfrisco (Lega Nord), Sen. Lucio Malan (FI) Sen. Stefania Pezzopane (PD) e Sen. Luigi Compagna, 

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

IRAN: MINORENNE E ALTRI QUATTRO DETENUTI GIUSTIZIATI Zeynab Sekanvand, che aveva 17 anni quando fu arrestata per l'omicidio di suo marito, è stata giustiziata il 2 ottobre 2018 nella prigione di Urmia insieme ad altri quattro prigionieri.
Zeinab era nata il 22 giugno 1994 ed era stata arrestata il 1° marzo 2012 per l'omicidio di suo marito. Era stata condannata a morte dalla sezione 2 del tribunale penale di Urmia. La sua condanna a morte era stata confermata dalla sezione 8 della Corte Suprema dell'Iran.
Secondo quanto riferito da fonti vicine a lei, Zeinab aveva sposato un uomo quando aveva 15 anni e subiva violenze dal marito.
Iran Human Rights ha ottenuto parti del testo del verdetto relativo a Zeinab. Secondo il documento, Zeinab era stata abusata fisicamente dal marito e aveva presentato una denuncia alle autorità iraniane. Tuttavia, a quanto si dice, le autorità iraniane non avevano dato seguito alla sua denuncia.
Zeinab Sekaanvand aveva trascorso i primi due anni della sua prigionia nella prigione di Khoy (provincia dell'Azerbaigian occidentale, Iran nord-occidentale). Tuttavia, quando fu condannata a morte, fu trasferita nel reparto femminile della prigione centrale di Urmia.
La sua esecuzione era prevista per ottobre 2016, ma era stata posticipata.
Insieme a Zeinab, altri quattro curdi sono stati giustiziati nella prigione di Urmia, secondo l’organizzazione per i diritti umani Hengaw. I nomi di tre di loro sono: Changeez Irani, Mousa Jajilou, e Salman Alilou.


IRAQ: UNA CONDANNA A MORTE PER TERRORISMO Un tribunale di Baghdad ha condannato a morte un uomo per aver fatto esplodere un santuario religioso nella provincia di Ninive, ha riferito un funzionario il 3 ottobre 2018.
In una dichiarazione, Abdul Sattar al-Bayraqdar, portavoce dell’Alto Consiglio Giudiziario, ha dichiarato che "la Corte penale centrale ha condannato a morte un detenuto che ha fatto esplodere il santuario di Zein al-Abidine a Ninive, in collaborazione con altri detenuti, coinvolti in altri casi".
Gli imputati, secondo la dichiarazione, "hanno ammesso di aver contribuito all'esplosione del santuario usando la sostanza esplosiva TNT".
La corte "ha concluso che tutte le prove contro il sospetto erano sufficienti e conformi al quarto articolo della legge anti-terrorismo", ha aggiunto.


CINA: CONDANNATO A MORTE INTELLETTUALE UIGURO ‘SEPARATISTA’
Le autorità della Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang (XUAR), nella Cina nord-occidentale, hanno emesso una condanna a morte con sospensione di due anni nei confronti di un noto intellettuale uiguro per aver mostrato "tendenze separatiste", ha riportato RFA il 28 settembre 2018.
Halmurat Ghopur, presidente del Dipartimento per l'Ispezione e la Supervisione della Food and Drug Administration dello Xinjiang, nella capitale regionale Urumqi, è stato arrestato nel novembre 2017 e si trova in un luogo sconosciuto per "atti contro lo Stato", hanno riferito fonti in esilio al Servizio Uiguro della RFA, all'inizio di quest'anno.
Recentemente RFA ha saputo che Ghopur, insieme ad altri quattro importanti intellettuali uiguri che sono stati condannati a morte o ergastolo, è comparso in un film di "studio politico" prodotto ufficialmente, che è stato fatto vedere a tutti i quadri del governo nello XUAR.
Nel film viene detto che Ghopur, che è anche l'ex presidente dello Xinjiang Medical University Hospital di Urumqi, è stato condannato a morte con pena sospesa per aver pianificato di "creare un califfato musulmano" nella regione entro il 2030, hanno riferito fonti.
Alcuni degli intellettuali di cui si parla nel film erano affiliati all’Associazione della Letteratura e Arte dello Xinjiang, e RFA ha contattato il direttore del dipartimento politico del gruppo che ha confermato la condanna di Ghopur.
"[È stato condannato per] aver tentato di dividere il Paese e usato la sua posizione di docente per portare avanti la propaganda antigovernativa", ha detto il direttore, parlando a condizione di anonimato.


GAMBIA: RATIFICATO SECONDO PROTOCOLLO
Il Gambia ha ratificato il 28 settembre 2018 il Secondo Protocollo Opzionale (per l'abolizione della pena di morte) al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR), durante l’Evento sul Trattato Onu, insieme al ICCPR e alla Convenzione contro la Tortura. La firma del Gambia risale all’anno scorso. Il Paese deve ancora eliminare del tutto la pena capitale dal proprio codice penale.

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