. nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
LA STORIA DELLA
SETTIMANA : CARCERI: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONSULTA SU 41-BIS ANCORA UNA VOLTA
FARO DEL DIRITTO 2. NEWS FLASH: GIORNATA
MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE 3. NEWS
FLASH: MALESIA: IL GOVERNO FERMA LE ESECUZIONI DI 1.200 PRIGIONIERI 4. NEWS FLASH: BANGLADESH: PENA DI MORTE PER I
REATI DI DROGA 5. NEWS FLASH: USA: LO
STATO DI WASHINGTON ABOLISCE LA PENA DI MORTE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
CARCERI: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONSULTA SU 41-BIS ANCORA
UNA VOLTA FARO DEL DIRITTO I dirigenti dell’associazione Nessuno tocchi Caino,
Sergio D’Elia, Segretario, Rita Bernardini Presidente e Elisabetta Zamparutti,
Tesoriere in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato
illegittimo il divieto assoluto per i detenuti in 41-bis di cuocere cibi perché
privo di giustificazione e meramente afflittivo, come tale contrario agli
articoli 3 e 27 della Costituzione, hanno dichiarato:
“È una sentenza bellissima perché fa entrare un senso di
umanità nelle celle dei reclusi al 41-bis. Per noi, questa sentenza della Corte
Costituzionale è come un argine a quell’ondata di misure afflittive che negli
anni si è riversata su di loro in nome della sicurezza, ma che ben poco hanno a
che fare con questa, essendo piuttosto volte ad infliggere sofferenze fisiche e
psichiche volte ad indurli alla collaborazione.
Ancora una volta – hanno detto gli esponenti di Nessuno
tocchi Caino – ci riconosciamo in questa Corte Costituzionale ed in essa
riponiamo la nostra massima fiducia nell’adeguamento del nostro ordinamento
alla finalità rieducativa della pena e al rispetto della dignità umana.
Vogliamo anche esprimere – hanno concluso Bernardini, D’Elia e Zamparutti –
tutta la nostra stima al magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio
Gianfilippi, che ha sollevato questione di illegittimità costituzionale su
questo aspetto del regime detentivo del 41 bis.”
---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE Nessuno tocchi
Caino, nella giornata mondiale contro la pena di morte del 10 ottobre, ha
rilanciato l'impegno per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in
vista anche del prossimo voto previsto quest'anno all'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite sulla Risoluzione pro-moratoria.
Sergio D'Elia ha in proposito dichiarato: "Il
pronunciamento dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore di una
moratoria universale delle esecuzioni capitai si è rivelata la via maestra per
accelerare il processo abolizionista storicamente in corso. A questo proposito
- ha continuato D'Elia - siamo impegnati con la Farnesna a compiere delle
missioni in alcuni Paesi del continente africano che possono passare da un voto
contrario o di astensione ad un voto favorevole aumentano così il numero dei
Paesi pro moratoria."
Proprio ieri, alla vigilia della Giornata Mondiale contro
la pena di morte, si è riunita presso la Farnesina la Task Force Politica
MAECI-Società Civile sull’azione per una moratoria universale della pena di morte,
presieduta dal Sottosegretario di Stato On. Manlio Di Stefano.
La Task Force ha l’obiettivo fondamentale di coordinare
le attività di sensibilizzazione condotte dal Governo e dalle principali
organizzazioni della società civile impegnate su questo tema, in vista della
Risoluzione biennale dell’Assemblea Generale per una moratoria universale della
pena di morte. Vi partecipano, oltre il MAECI, la Comunità di Sant’Egidio,
Nessuno tocchi Caino e la Sezione italiana di Amnesty International.
Agli interlocutori, il Sottosegretario ha evidenziato
come “l’Italia ha svolto fin dall’inizio un ruolo di primo piano nei negoziati
per questa Risoluzione e – sapendo che si tratta di un obiettivo condiviso con
la società civile italiana – ci teniamo particolarmente a questo esercizio di
dialogo e confronto con voi”.
Di Stefano ha quindi ricordato l’evento che l’Italia ha
co-organizzato lo scorso 25 settembre, nel quadro della campagna di
sensibilizzazione e in occasione della settimana di apertura dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite, al quale hanno partecipato il Ministro Moavero
Milanesi.
MALESIA: IL GOVERNO FERMA LE ESECUZIONI DI 1.200
PRIGIONIERI L'esecuzione delle condanne a morte di 1.200 prigionieri sarà
fermata in Malesia con effetto immediato, ha riferito nst.com l'11 ottobre
2018.
Il vice ministro degli Interni, Datuk Azis Jamman, ha
dichiarato che la moratoria sulle condanne a morte segue la decisione del
governo di presentare un emendamento alle leggi che prevedono la pena capitale
nella prossima seduta del Parlamento, che si terrà il 15 ottobre.
Ha detto che la decisione relativa alla pena capitale è
in linea con la politica del governo di difendere i modi più umani nel trattare
questi casi.
"Questa è la nostra posizione e sostituiremo la pena
di morte con altre pene una volta che la legge sarà modificata", ha
affermato.
Azis ha detto che i dati al 1° ottobre mostrano che ci
sono 59.245 prigionieri a livello nazionale, con 45.388 malesi e il resto
(13.857) stranieri.
È stato riportato che il governo ha dato il via libera
all’abolizione della pena di morte.
BANGLADESH: PENA DI MORTE PER I REATI DI DROGA La
produzione, il contrabbando, la vendita e l'uso di metamfetamine saranno
punibili con la morte in Bangladesh, in base al disegno di legge approvato il 7
ottobre 2018 dal Governo.
Il disegno di legge definisce le metamfetamine, che sono
chiamate "yaba" nel paese, e altre droghe, denominate
"shisha", come sostanze stupefacenti per la prima volta nella storia
del Bangladesh.
La Legge sul Controllo dei Narcotici emendata prevede che
"la condanna a morte sia la punizione massima per la produzione,
contrabbando, distribuzione e utilizzo di più di 5 g di 'yaba'", ha detto
ai giornalisti Mohammad Shafiul Alam, segretario di gabinetto.
I reati relativi a quantità minori di metanfetamine
comportano una pena detentiva massima di cinque anni, ha aggiunto.
USA: LO STATO DI WASHINGTON ABOLISCE LA PENA DI MORTE
Washington è diventato il 20° stato degli Stati Uniti ad abolire la pena di
morte, dopo che la sua Corte Suprema l'11 ottobre 2018 ha stabilito che la
punizione è stata applicata in modo "arbitrario e su base razziale".
Le otto persone attualmente nel braccio della morte nello
stato nord-occidentale hanno subito ricevuto la commutazione in ergastolo.
Un totale di 23 persone sono state messe a morte negli
Stati Uniti l'anno scorso, ma lo stato di Washington non esegue la pena di
morte dal 2010.
I giudici della Corte Suprema dello stato di Washington
hanno appoggiato all'unanimità la decisione, presa durante l’appello del
detenuto nel braccio della morte Allen Eugene Gregory, che nel 1996 violentò e
uccise una donna.
L'appello aveva incluso uno studio che dimostrava che i
detenuti neri avevano 4,5 volte più probabilità di essere condannati a morte
nello stato di Washington rispetto ai detenuti bianchi.
Nessun commento:
Posta un commento