sabato 13 ottobre 2018


       nessuno    tocchi      CAINO            
       NO    ALLA    PENA     DI     MORTE     



LA STORIA DELLA SETTIMANA : CARCERI: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONSULTA SU 41-BIS ANCORA UNA VOLTA FARO DEL DIRITTO 2.  NEWS FLASH: GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE 3.  NEWS FLASH: MALESIA: IL GOVERNO FERMA LE ESECUZIONI DI 1.200 PRIGIONIERI 4.  NEWS FLASH: BANGLADESH: PENA DI MORTE PER I REATI DI DROGA 5.  NEWS FLASH: USA: LO STATO DI WASHINGTON ABOLISCE LA PENA DI MORTE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


CARCERI: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONSULTA SU 41-BIS ANCORA UNA VOLTA FARO DEL DIRITTO I dirigenti dell’associazione Nessuno tocchi Caino, Sergio D’Elia, Segretario, Rita Bernardini Presidente e Elisabetta Zamparutti, Tesoriere in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto per i detenuti in 41-bis di cuocere cibi perché privo di giustificazione e meramente afflittivo, come tale contrario agli articoli 3 e 27 della Costituzione, hanno dichiarato:

“È una sentenza bellissima perché fa entrare un senso di umanità nelle celle dei reclusi al 41-bis. Per noi, questa sentenza della Corte Costituzionale è come un argine a quell’ondata di misure afflittive che negli anni si è riversata su di loro in nome della sicurezza, ma che ben poco hanno a che fare con questa, essendo piuttosto volte ad infliggere sofferenze fisiche e psichiche volte ad indurli alla collaborazione.
Ancora una volta – hanno detto gli esponenti di Nessuno tocchi Caino – ci riconosciamo in questa Corte Costituzionale ed in essa riponiamo la nostra massima fiducia nell’adeguamento del nostro ordinamento alla finalità rieducativa della pena e al rispetto della dignità umana. Vogliamo anche esprimere – hanno concluso Bernardini, D’Elia e Zamparutti – tutta la nostra stima al magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi, che ha sollevato questione di illegittimità costituzionale su questo aspetto del regime detentivo del 41 bis.”


---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE Nessuno tocchi Caino, nella giornata mondiale contro la pena di morte del 10 ottobre, ha rilanciato l'impegno per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista anche del prossimo voto previsto quest'anno all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione pro-moratoria.
Sergio D'Elia ha in proposito dichiarato: "Il pronunciamento dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitai si è rivelata la via maestra per accelerare il processo abolizionista storicamente in corso. A questo proposito - ha continuato D'Elia - siamo impegnati con la Farnesna a compiere delle missioni in alcuni Paesi del continente africano che possono passare da un voto contrario o di astensione ad un voto favorevole aumentano così il numero dei Paesi pro moratoria."
Proprio ieri, alla vigilia della Giornata Mondiale contro la pena di morte, si è riunita presso la Farnesina la Task Force Politica MAECI-Società Civile sull’azione per una moratoria universale della pena di morte, presieduta dal Sottosegretario di Stato On. Manlio Di Stefano.
La Task Force ha l’obiettivo fondamentale di coordinare le attività di sensibilizzazione condotte dal Governo e dalle principali organizzazioni della società civile impegnate su questo tema, in vista della Risoluzione biennale dell’Assemblea Generale per una moratoria universale della pena di morte. Vi partecipano, oltre il MAECI, la Comunità di Sant’Egidio, Nessuno tocchi Caino e la Sezione italiana di Amnesty International.
Agli interlocutori, il Sottosegretario ha evidenziato come “l’Italia ha svolto fin dall’inizio un ruolo di primo piano nei negoziati per questa Risoluzione e – sapendo che si tratta di un obiettivo condiviso con la società civile italiana – ci teniamo particolarmente a questo esercizio di dialogo e confronto con voi”.
Di Stefano ha quindi ricordato l’evento che l’Italia ha co-organizzato lo scorso 25 settembre, nel quadro della campagna di sensibilizzazione e in occasione della settimana di apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al quale hanno partecipato il Ministro Moavero Milanesi.

MALESIA: IL GOVERNO FERMA LE ESECUZIONI DI 1.200 PRIGIONIERI L'esecuzione delle condanne a morte di 1.200 prigionieri sarà fermata in Malesia con effetto immediato, ha riferito nst.com l'11 ottobre 2018.
Il vice ministro degli Interni, Datuk Azis Jamman, ha dichiarato che la moratoria sulle condanne a morte segue la decisione del governo di presentare un emendamento alle leggi che prevedono la pena capitale nella prossima seduta del Parlamento, che si terrà il 15 ottobre.
Ha detto che la decisione relativa alla pena capitale è in linea con la politica del governo di difendere i modi più umani nel trattare questi casi.
"Questa è la nostra posizione e sostituiremo la pena di morte con altre pene una volta che la legge sarà modificata", ha affermato.
Azis ha detto che i dati al 1° ottobre mostrano che ci sono 59.245 prigionieri a livello nazionale, con 45.388 malesi e il resto (13.857) stranieri.
È stato riportato che il governo ha dato il via libera all’abolizione della pena di morte.


BANGLADESH: PENA DI MORTE PER I REATI DI DROGA La produzione, il contrabbando, la vendita e l'uso di metamfetamine saranno punibili con la morte in Bangladesh, in base al disegno di legge approvato il 7 ottobre 2018 dal Governo.
Il disegno di legge definisce le metamfetamine, che sono chiamate "yaba" nel paese, e altre droghe, denominate "shisha", come sostanze stupefacenti per la prima volta nella storia del Bangladesh.
La Legge sul Controllo dei Narcotici emendata prevede che "la condanna a morte sia la punizione massima per la produzione, contrabbando, distribuzione e utilizzo di più di 5 g di 'yaba'", ha detto ai giornalisti Mohammad Shafiul Alam, segretario di gabinetto.
I reati relativi a quantità minori di metanfetamine comportano una pena detentiva massima di cinque anni, ha aggiunto.


USA: LO STATO DI WASHINGTON ABOLISCE LA PENA DI MORTE Washington è diventato il 20° stato degli Stati Uniti ad abolire la pena di morte, dopo che la sua Corte Suprema l'11 ottobre 2018 ha stabilito che la punizione è stata applicata in modo "arbitrario e su base razziale".
Le otto persone attualmente nel braccio della morte nello stato nord-occidentale hanno subito ricevuto la commutazione in ergastolo.
Un totale di 23 persone sono state messe a morte negli Stati Uniti l'anno scorso, ma lo stato di Washington non esegue la pena di morte dal 2010.
I giudici della Corte Suprema dello stato di Washington hanno appoggiato all'unanimità la decisione, presa durante l’appello del detenuto nel braccio della morte Allen Eugene Gregory, che nel 1996 violentò e uccise una donna.
L'appello aveva incluso uno studio che dimostrava che i detenuti neri avevano 4,5 volte più probabilità di essere condannati a morte nello stato di Washington rispetto ai detenuti bianchi.

Nessun commento:

Posta un commento