no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: NTC CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO DI ASCOLTARE LE RAGIONI DEI
PRIGIONIERI POLITICI IN SCIOPERO DELLA FAME PER LE CONDIZIONI DISUMANE DI
DETENZIONE NEL CARCERE DI KARAJ 2. NEWS
FLASH: MAROCCO: RE MOHAMMED VI GRAZIA 415 PRIGIONIERI 3. NEWS FLASH: PYONGYANG CONDANNA A MORTE
QUATTRO GIORNALISTI SUDCOREANI 4. NEWS
FLASH: NUOVA ZELANDA: SI ALL’ESTRADIZIONE IN CINA DI UN UOMO ACCUSATO DI
OMICIDIO 5. NEWS FLASH: IRAQ: CONDANNA A
MORTE PER ‘L’EMIRO CHIMICO’
6. I SUGGERIMENTI
DELLA SETTIMANA :
IRAN: NTC CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO DI ASCOLTARE LE
RAGIONI DEI PRIGIONIERI POLITICI IN SCIOPERO DELLA FAME PER LE CONDIZIONI
DISUMANE DI DETENZIONE NEL CARCERE DI KARAJ
27 agosto 2017: Nessuno tocchi Caino si unisce alla
mobilitazione internazionale a sostegno delle ragioni dei detenuti politici del
carcere di Raja’i Shahr a Karaj, in sciopero della fame da 27 giorni, e chiede
al Governo italiano di attivarsi affinché siano rispettai i loro diritti umani.
All’azione nonviolenta in corso dal 30 luglio da parte di
detenuti politici nella prigione di massima sicurezza di Raja’i Shahr si sono
uniti anche detenuti di altre carceri come quelli di Ardebil che il 24 agosto
hanno annunciato uno sciopero della fame di una settimana.
Il 30 luglio scorso, circa 53 prigionieri politici sono
stati forzatamente trasferiti nella sezione 10 del carcere di Raja’i Shahr:
picchiati e senza poter prendere i beni personali, compresi i farmaci, i
vestiti, i quaderni, le foto e le lettere si sono ritrovati in una sezione le
cui condizioni sono descritte come claustrofobiche, con le finestre delle celle
oscurate da lamiere e le porte sigillate, in ambienti umidi e privi della
circolazione dell’aria, senza che vi sia acqua potabile e con letti
insufficienti per tutti, privati anche delle visite dei familiari e della
possibilità di un contatto telefonico con loro. Telecamere a circuito chiuso e
dispositivi di ascolto sono ovunque, anche nelle docce e nei bagni.
Il procuratore generale di Teheran, Jafari-Dolatabadi,
persona che si trova nella “Lista nera” dell’Unione Europea per le gravi
violazioni dei diritti umani di cui si è reso responsabile, ha minacciato
pubblicamente i detenuti dichiarando che "le loro azioni falliranno"
e che "il sistema giudiziario non è condizionabile da azioni dei
prigionieri come lo sciopero della fame".
I detenuti che stanno portando avanti lo sciopero della
fame nel carcere di Raja’i Shahr sono almeno 21 e tra loro vi sono prigionieri
di coscienza, come militanti dei diritti umani, sindacalisti, giornalisti,
studenti, dissidenti politici e appartenenti alla comunità Baha’i perseguitata
in Iran. Con la loro azione nonviolenta, chiedono di poter tornare nelle
sezioni di provenienza e di riavere i loro beni e il risarcimento di quanto
andato perduto.
“Non possiamo restare indifferenti di fronte alle
condizioni disumane e degradanti in cui queste persone, che non dovrebbero
neppure stare in carcere per come si sono svolti i loro processi e per i capi
d’accusa che gli sono stati contestati, sono costrette a vivere – hanno
dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino ed Elisabetta
Zamparutti, tesoriera - Per questo consideriamo urgente una visita dello
Special Rapporteur delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran nel carcere di
Raja’i Shahr, così come un intervento del Governo italiano, sia in via
bilaterale che multilaterale affinchè siano accolte le richieste dei detenuti
politici della prigione di Raja’i Shahr e siano rispettati i loro diritti
umani.”
(
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
MAROCCO: RE MOHAMMED VI GRAZIA 415 PRIGIONIERI
19 agosto 2017: Re Mohammed VI del Marocco ha concesso la
grazia a 415 condannati per terrorismo, ha comunicato il Ministero della
Giustizia.
Un altro detenuto ha ottenuto la commutazione della
condanna a morte in 30 anni di detenzione, si legge nella nota del Ministero.
I graziati " hanno espresso ufficialmente il proprio
attaccamento ai valori immutabili della nazione e alle istituzioni nazionali,
hanno espresso il loro rifiuto di estremismo e terrorismo, mostrando buoni
comportamenti in carcere", è scritto nel comunicato.
L'annuncio è avvenuto un giorno prima del 64°
anniversario della Rivoluzione del Re e del Popolo del Marocco.
Tra i prigionieri liberati figurano diversi arrestati in
relazione agli attacchi terroristici nella città marocchina di Casablanca nel
maggio 2003, che portarono alla morte di 45 persone, inclusi 12 attentatori
suicidi.
PYONGYANG CONDANNA A MORTE QUATTRO GIORNALISTI SUDCOREANI
31 agosto 2017: Pyongyang ha condannato quattro
giornalisti sudcoreani a morte per recensioni di un libro che avrebbero offeso
il Nord, hanno detto i media statali.
Il Chosun Ilbo e il Dong-A Ilbo, entrambi giornali
conservatori, hanno esaminato la nuova edizione coreana di "North Korea
Confidential", un libro di due giornalisti inglesi con base a Seoul,
pubblicato per la prima volta nel 2015. Il lavoro illustra il crescente ruolo
del mercato nella vita quotidiana del Nord, dove le commedie televisive
sudcoreane vengono diffuse sul mercato nero e vengono copiati oggetti di moda e
acconciature dal Sud.
Per l'edizione coreana il libro è stato re-intitolato
"La Repubblica capitalista di Corea", in un gioco sull’intitolazione
ufficiale del Nord come Repubblica democratica e la sua copertina sostituisce
la stella rossa nello stemma del Nord con il simbolo del dollaro.
Recensendo il libro, i giornali "hanno commesso il
crimine gravissimo di offendere seriamente la dignità della RPDC" come
parte di una "campagna sordidissima", ha dichiarato la Corte Centrale
del Nord. I giornali hanno avuto la "temerarietà" di riportare un'immagine
della copertina, ha aggiunto la Corte in una dichiarazione riferita
dall'agenzia ufficiale coreana.
"Hanno raggiunto la calunnia e insultato anche il
nome inviolabile del nostro Paese e il suo emblema nazionale", ha detto.
Un giornalista di ciascun giornale e i presidenti di entrambe le pubblicazioni
sono stati condannati alla pena capitale, ha detto. "I criminali non hanno
alcun diritto di appello e l'esecuzione potrà essere effettuata in qualsiasi
momento e in qualsiasi luogo senza passare attraverso procedure
ulteriori", ha aggiunto.
Nessuna pena è stata specificata per gli autori del
libro, l'ex corrispondente dell’Economist Daniel Tudor e James Pearson, che
scrive per l'agenzia di stampa Reuters. Tudor non si trova in Corea del Nord
dalla pubblicazione e non ha intenzione di tornarci di nuovo.
NUOVA ZELANDA: SI ALL’ESTRADIZIONE IN CINA DI UN UOMO
ACCUSATO DI OMICIDIO
31 agosto 2017: Un tribunale della Nuova Zelanda ha
respinto l’appello di un uomo che aveva contestato la decisione del governo di
estradarlo in Cina, nel primo caso del genere per la nazione del Pacifico.
Il ministro della giustizia della Nuova Zelanda Amy Adams
aveva ordinato due volte che il residente Kyung Yup Kim, nato in Corea del Sud,
fosse inviato in Cina per affrontare le accuse di omicidio e entrambe le volte
Kim aveva fatto appello contro la decisione presso l’Alta Corte.
Kim ha respinto l'accusa di omicidio, secondo i documenti
della corte.
Il giudice Jillian Mallon, che aveva accettato il primo
appello di Kim l'anno scorso, ha affermato che Adams ha questa volta cercato
ulteriori informazioni che le consentono di concludere che i diritti di Kim sarebbero
rispettati in Cina.
Un avvocato di Kim ha dichiarato alla Alta Corte in
aprile che il governo della Nuova Zelanda non può fare affidamento sulle
assicurazioni della Cina secondo cui l'uomo non sarebbe torturato o condannato
a morte.
La Nuova Zelanda ha concordato nel dicembre 2015 di
estradare Kim a Shanghai per le accuse di omicidio dopo che il corpo di una
ventenne strangolata è stato trovato in un campo di Shanghai nel 2009.
La prima richiesta di estradizione dalla Nuova Zelanda
alla Cina giunge mentre Pechino cerca il sostegno internazionale per il
rimpatrio in Cina di sospetti di corruzione che sono andati all'estero.
Kim può nuovamente presentare appello.
IRAQ: CONDANNA A MORTE PER ‘L’EMIRO CHIMICO’
27 agosto 2017: Il Tribunale Centrale Penale iracheno a
Baghdad ha condannato a morte un esperto di guerra chimica dello Stato
Islamico, riconosciuto colpevole di aver sviluppato alcune delle armi più
mortali dell’organizzazione.
In una dichiarazione, Abdul-Sattar Beraqdar, portavoce
del Consiglio Giudiziario Supremo, ha reso noto che Zeyad Tarek, che ha
partecipato all'attività militante dal 2003, è stato condannato a morte sulla
base della legge irachena contro il terrorismo.
Secondo il portavoce, il condannato avrebbe confessato di
aver sviluppato armi tossiche per conto dello Stato Islamico ammettendo di aver
usato un pollaio che possedeva al fine di fabbricare le armi.
Il Consiglio Giudiziario Supremo dell'Iraq aveva
pubblicato in precedenza un'intervista con Tarek, in cui si apprende che il
condannato è stato arrestato in Libano dopo un'operazione di intelligence che è
riuscita a riportarlo in Iraq. E’ stato catturato fuori da un'ambasciata in
Libano mentre cercava di chiedere asilo.
Tarek, che i militanti avevano soprannominato
"l’emiro chimico", ha detto che uno dei razzi da lui sviluppati
potrebbe raggiungere 20 chilometri di distanza. Il documento del Consiglio
riferisce che numerosi militanti arrestati per la produzione di armi chimiche
hanno indicato durante gli interrogatori la struttura di Tarek.
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