di Matteo
Mainardi
Era il 13 settembre del 2013
quando le firme di 67.000 cittadini a sostegno della proposta di
legge “Eutanasia legale”
furono depositate alla Camera dei Deputati. Da allora, in spregio del
dettato costituzionale che prevede che “il popolo esercita
l’iniziativa delle leggi”, il Parlamento non ha discusso nemmeno 5
minuti di legalizzazione dell’eutanasia. A nulla sono valsi i
richiami dell’allora Presidente Napolitano (il Presidente Mattarella
non si è invece mai espresso), l’appello al Parlamento rivolto da
decine di persone malate e di personalità del mondo della politica e
della cultura.
Il Senato
riprenderà la prossima settimana i suoi lavori dopo l’interruzione
estiva di quasi due mesi. Anche la legge sul testamento biologico,
così come quella sull'eutanasia,seppur sia già stata approvata dalla
Camera, è di fatto affossata. Formalmente il testo è inserito nel
calendario del Senato per il 27 settembre, ma con la clausola “ove
terminato l’esame in commissione”. La commissione competente - Igiene
e Sanità - però non ha in calendario il testo perché attende il
parere della Commissione Bilancio, la quale ha il tema del testamento
biologico come ottavo punto all’ordine del giorno.
In sintesi,
siamo alla paralisi.
Lo ripetiamo: l’unica possibilità
per arrivare in tempo all’approvazione della legge è che la Presidente della
XII Commissione, Emilia Grazia De Biasi (PD), faccia
davvero ciò che lei stessa aveva “proposto”: ossia che invii il testo direttamente
in Aula, sottraendolo dall’ostruzionismo dei 2.990
emendamenti presentati in Commissione.
Nonostante le
rassicurazioni, la logica del rinvio e delle promesse continua.
L'unico fatto certo è che da un semestre nulla si muove in
Parlamento.
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