lunedì 4 aprile 2016

L'ARRINGATORE-MUSEO ARCHEOLOGICO FIRENZE

L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca.
Le fonti rinascimentali non concordano sul luogo del rinvenimento dell'opera: secondo alcune fu rinvenuta nel 1566 a Sanguineto, frazione di Tuoro sul Trasimeno, e secondo altre a Pila, frazione di Perugia.
Dalla iscrizione incisa sulla toga (TLE^2 651) si sa che la statua era dedicata, forse dalla comunità, a un notabile etrusco di nome Aulo Metello, originario di Perugia o Cortona. Doveva trovarsi presso un santuario o, con meno probabilità, presso la tomba del personaggio.
Essendo un pezzo pressoché unico, la datazione si è basata su confronti con statue romane tardo-repubblicane, riferibili agli ultimi decenni del II secolo a.C., come l'ara di Domizio Enobarbo, o i frontoni di via San Gregorio. Il ritratto è pure paragonabile a lavori romani, come la Statua di personaggio da Delos, con la quale ha in comune il verismo derivato dal tardo ritratto ellenistico. La presenza dell'iscrizione etrusca anticipa poi la datazione al 100 a.C. o poco prima, altamente improbabile dopo la concessione della cittadinanza optimo iure agli Italici.





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