FECONDAZIONE, ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI:
“IN ITALIA ETEROLOGA DIRITTO DI POCHI, PRATICA QUASI INACCESSIBILE IN STRUTTURE
PUBBLICHE”
PRESENTATA
INCHIESTA “IL SEME DELLA DISCORDIA”
Sono trascorsi già due anni dalla
sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di
fecondazione eterologa previsto dalla legge 40, eppure l’applicazione di tali
tecniche nel pubblico è pressoché nulla. Tra ostacoli burocratici, mancanza di
donatori e resistenze politiche, l'accesso all’eterologa nel nostro Paese resta
ancora un diritto per pochi, mentre sono sempre di più coloro che ricorrono a
metodi "fai-da-te".
E' il quadro allarmante che emerge
dalla videoinchiesta dell’Associazione Luca Coscioni "Il seme
della discordia”, realizzata da Elvira Zaccari e Filippo Poltronieri per
FaiNotizia, il format di inchieste partecipative di Radio Radicale.
Qui il video: Il Seme
della Discordia
L'inchiesta è stata presentata oggi in
una conferenza stampa alla Camera dei deputati dagli autori e dal segretario
dell’Associazione Coscioni, Filomena Gallo, che dichiarato:
“A 2 anni dalla cancellazione del
divieto di applicazione di tecniche eterologhe la situazione in Italia è di una
gravità assoluta. Nonostante tutte le strutture autorizzate ad applicare la
fecondazione assistita, sia pubbliche che private, possano procedere già dal
maggio 2014, di fatto l'eterologa in Italia è applicata solo in pochi centri
pubblici e con lunghissime liste di attesa. Il principio di garanzia di accesso
alle cure non è rispettato e ciò a causa della mancanza di volontà politica. E’
bene ricordare infatti che, sebbene a dicembre del 2014 il ministro della
Salute abbia annunciato l'aggiornamento dei LEA, fermi al 2001, a oggi non c’è
stato alcun aggiornamento e non ci sono fondi per eseguire le tecniche di PMA a
carico del SSN nelle strutture pubbliche. Da maggio del 2014 nessuna campagna
informativa è stata predisposta dal ministero sulla donazione di gameti. Sempre
il ministro della Salute ha poi consentito che il Centro Nazionale Trapianti
violasse per tre mesi l'anonimato dei pochi donatori e delle famiglie che hanno
avuto accesso a queste tecniche, senza prendere alcun provvedimento. Come
Associazione Luca Coscioni -
ha aggiunto - stiamo procedendo sia con diffide per interruzione di
servizio nei confronti delle aziende ospedaliere che non garantiscono
l'applicazione dell'eterologa, anche attivando convenzioni con l'estero per il
reperimento di gameti, sia con azioni nei confronti delle istituzioni
responsabili per il rimborso delle cure, che in assenza di servizio pubblico
vederanno l'accesso nelle strutture private. Alla vigilia della prima Giornata
nazionale della salute della donna promossa dal Ministero, chiediamo al governo
come intenda garantire la salute delle donne e delle coppie che non riescono ad
accedere a trattamenti medici per responsabilità dello stesso Ministro della
salute, che in due anni non è riuscito, nell'aggiornamento delle linee guida,
neppure a indicare il numero di donazioni per donatore sul modello francese e
inglese, come indicato nella sentenza della Corte Costituzionale che ha
cancellato il divieto di eterologa. Il ministro della Salute è il ministro
di tutti i cittadini, fertili e non, non può applicare politiche che rendono
impossibile per tante persone accedere a trattamenti medici, che potrebbero far
nascere bambini e anche nuove famiglie. Sono violati diritti fondamentali”,
ha concluso Filomena Gallo.
Ad aprire la conferenza stampa la
testimonianza toccante di Maria Elena, 44enne di Padova, che ha raccontato la
propria esperienza, difficile ed embleamatica, con la fecondazione eterologa.
La storia di Maria Elena è disponibile in
allegato, insieme agli altri documenti della cartella stampa.
Alla presentazione sono intervenuti anche
gli avvocati Gianni Baldini, docente di Biodiritto Università di Firenze, e
Pierpaolo Gavazzini, dello Studio legale Poletti.
Ufficio Stampa
Associazione Luca Coscioni
Telefono +39-06.68979.286 -
3490916848
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