Nessuno Tocchi CAINO
no alla pena di morte...............................
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: ALTO COMMISSARIO ONU PER I DIRITTI UMANI CHIEDE STOP
ESECUZIONI PER DROGA 2. NEWS FLASH:
SOMALIA: GIUSTIZIATI TRE MEMBRI DI AL-SHABAB PER OMICIDI DI GIORNALISTI 3. NEWS FLASH: VIRGINIA (USA): NO ALLA SEDIA
ELETTRICA IN CASO DI MANCANZA DI FARMACI LETALI 4. NEWS FLASH: OCSE: MULTINAZIONALE MYLAN
AMMONITA PER L’USO DI UN SUO FARMACO NELLE ESECUZIONI CAPITALI 5. NEWS FLASH: NIGERIA: NELLO STATO DI OYO NUOVA
LEGGE SUI SEQUESTRI 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA : ROMA: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARIATERESA DI LASCIA “UN VUOTO
DOVE PASSA OGNI COSA”
IRAN: ALTO COMMISSARIO ONU PER I DIRITTI UMANI CHIEDE
STOP ESECUZIONI PER DROGA
14 aprile 2016: l’Alto Commissario delle Nazioni Unite
per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein ha chiesto all'Iran di fermare le
esecuzioni per reati di droga fino a quando il Parlamento non discuta una nuova
legge che permetterebbe di eliminare la pena di morte obbligatoria per questo
tipo di reati.
Cinque uomini sono stati impiccati lo scorso fine
settimana, tre di loro con l'accusa di traffico di stupefacenti. Gli altri due
erano stati condannati per omicidio. In almeno uno dei casi, quello di Rashid
Kouhi, c'erano serie preoccupazioni circa l'equità del processo e la negazione
del suo diritto di appello. Kouhi era stato condannato a morte nel 2012 dopo
essere stato trovato in possesso di 800 grammi di metanfetamine di tipo
crystal. E’ stato giustiziato il 9 aprile nella provincia di Gilan, nel nord
dell'Iran.
L'anno scorso, almeno 966 persone sono state giustiziate
in Iran - il numero più alto in più di due decenni - la maggior parte per reati
di droga. Almeno quattro dei giustiziati nel 2015 erano minorenni.
Tuttavia, nel dicembre dello scorso anno, 70 membri del
Parlamento hanno presentato un disegno di legge per modificare la pena di morte
obbligatoria per reati di droga. Il disegno di legge, che è stato depositato in
Parlamento nel gennaio di quest'anno, prevede in alternativa la condanna
all’ergastolo. Resta da vedere se sarà portato avanti nel nuovo Parlamento.
"Ci sono stati segnali incoraggianti dall'interno
dell'Iran verso la riforma della legge, da magistratura, potere esecutivo e
legislativo, e spero che il nuovo Parlamento approvi questi cambiamenti. Ma è
un peccato che le esecuzioni per reati legati alla droga - crimini che
chiaramente non superano la soglia in base al diritto internazionale sui
diritti umani per l'applicazione della pena di morte - continuino nel frattempo
ad essere praticate", ha dichiarato l’Alto Commissario Zeid.
"Dato l’ampio riconoscimento in Iran del fatto che
la pena di morte non scoraggi i reati di droga e che le leggi anti-narcotici
abbiano bisogno di essere riformate, io invito l'Iran a compiere il primo
importante passo di istituire una moratoria sull'uso della pena di morte."
Sono finora 60 le esecuzioni riportate in Iran
quest’anno. L'Alto Commissario ha osservato che questo rappresenta un calo
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Zeid ha anche espresso profonda preoccupazione per
l'elevato numero di minorenni detenuti nel braccio della morte in Iran. Ha
esortato le autorità ad assicurarsi che nessuno venga giustiziato per reati
commessi quando aveva meno di 18 anni, sottolineando che vi è un divieto
rigoroso contro l'esecuzione di minorenni nel diritto internazionale sui
diritti umani, inclusa la Convenzione Internazionale sui diritti civili e
politici, che l'Iran ha ratificato nel 1975 e la Convenzione sui diritti del
Fanciullo, ratificata dall’Iran nel 1994.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
SOMALIA: GIUSTIZIATI TRE MEMBRI DI AL-SHABAB PER OMICIDI
DI GIORNALISTI
15 aprile 2016: tre membri del gruppo jihadista
al-Shabab, legato ad Al-Qaeda, sono stati giustiziati in questi ultimi giorni
in Somalia.
I primi due uomini sono stati fucilati il 9 aprile in
relazione all’omicidio di un giornalista, commesso lo scorso anno con un'autobomba,
ha reso noto un giudice.
Abdirizak Mohamed Barrow e Hassan Nur Ali, che durante il
processo avevano ammesso di essere membri di al-Shabab, sono stati giustiziati
di mattina a Mogadiscio, ha detto ai giornalisti Abdulahi Hussein Mohamed, vice
presidente della Corte Suprema militare.
"Entrambi sono stati dichiarati colpevoli di aver
ucciso il giornalista Hindiyo Haji Mohamed, la cui auto è stata fatta saltare
in aria con un ordigno esplosivo", ha detto Hussein.
Il giornalista televisivo nazionale Mohamed fu ucciso a
dicembre, quando stava per tornare a casa dall’università di Mogadiscio.
La Corte militare aveva recentemente respinto il ricorso
dei due uomini, aumentando invece la loro condanna dall’ergastolo alla
fucilazione.
L’11 aprile un ex giornalista entrato in al-Shabab è
stato giustiziato a Mogadiscio in relazione agli omicidi di cinque giornalisti
somali.
Hassan Hanafi Haji, che era stato estradato dal Kenya lo
scorso anno su richiesta del governo somalo, è stato fucilato in un’accademia
di polizia nella capitale somala.
Nel suo ruolo di addetto stampa di al-Shabab, Haji
avrebbe minacciato giornalisti e stazioni radio al fine di ottenere resoconti
favorevoli agli estremisti islamici, costringendo molti media ad autocensurarsi
per motivi di sicurezza.
Haji in seguito ha lasciato l’unità multimediale di
al-Shabab, invitando i giornalisti a conferenze stampa e guidando tour sui
campi di battaglia.
Spesso ha invitato i giornalisti a riferire in base alle
regole di al-Shabab relative ai media, evitando cioè di riportare sconfitte
militari del gruppo.
Haji è stato uno dei pochi sospetti perseguiti dal
governo somalo dopo anni di critiche da parte dei gruppi per i diritti che
esortavano le autorità a fare di più per stabilire lo stato di diritto e per
porre fine alle uccisioni di giornalisti.
La Somalia è uno dei paesi più pericolosi per i
giornalisti, con diversi attacchi ritenuti collegati a regolamenti di conti tra
le molteplici fazioni al potere, così come agli Shabab.
Reporters Without Borders colloca la Somalia al 172 °
posto su 180 Paesi per quanto riguarda la libertà di stampa. Mohamed è il 38 °
giornalista ucciso in Somalia dal 2010 mentre svolgeva il proprio lavoro, ha
precisato il gruppo.
VIRGINIA (USA): NO ALLA SEDIA ELETTRICA IN CASO DI
MANCANZA DI FARMACI LETALI
11 aprile 2016: il governatore Terry McAuliffe
(Democratico) non ha ratificato quella parte del disegno di legge HB 815 che
avrebbe reintrodotto la sedia elettrica come metodo di esecuzione primario in
caso di mancanza di farmaci letali.
Il governatore ha emendato la legge che era arrivata alla
sua firma dopo essere stata approvata dal Senato l’11 marzo, e invece della
sedia elettrica ha inserito l’autorizzazione per l’amministrazione
penitenziaria a cercare un laboratorio artigianale dove rifornirsi dei farmaci
necessari.
Dopo l’ultima esecuzione effettuata nell’ottobre 2015, la
Virginia è in possesso di solo 2 delle 3 fiale di Pentobarbital che il
protocollo prevede vengano usate per una esecuzione, e non riesce a
procurarsene altro. La stessa esecuzione di ottobre era stata effettuata con
Pentobarbital acquistato dall’amministrazione penitenziaria del Texas, il quale
a sua volta lo aveva acquistato da un laboratorio artigianale.
Alcuni osservatori avevano prospettato che il
governatore, per quanto personalmente favorevole alla pena di morte, potesse
prendere in questo caso una posizione più prudente. McAuliffe è infatti molto
impegnato nella campagna elettorale di Hillary Clinton, e la candidate alla
primarie presidenziali per il Partito Democratico si è trovata più volte in
difficoltà davanti agli elettori del suo partito proprio sul tema della pena di
morte.
Inoltre pochi giorni fa una lettera aperta firmata da 300
leader religiosi di varie fedi aveva chiesto al governatore di non
controfirmare la legge definendo la sedia elettrica “una barbara reliquia che
uccide con indicibile crudeltà”.
Allo stato attuale, la Virginia è uno degli 8 stati che
prevede possa essere utilizzata la sedia elettrica, ma solo su richiesta del
detenuto, o nel caso l’iniezione letale venga dichiarata incostituzionale. Di
questi 8 stati, solo il Tennessee nel 2014 la ha “promossa” a metodo di
esecuzione primario, ma da allora una serie di ricorsi ha bloccato le
esecuzioni, che non è previsto possano riprendere a breve. Negli ultimi 15 anni
le Corti Supreme della Georgia e del Nebraska hanno dichiarato incostituzionale
l’uso della sedia elettrica.
OCSE: MULTINAZIONALE MYLAN AMMONITA PER L’USO DI UN SUO
FARMACO NELLE ESECUZIONI CAPITALI
12 aprile 2016: l'Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico - OCSE (in inglese Organisation for Economic Co-operation
and Development, OECD) ha censurato la multinazionale del farmaco Mylan perché
“fa troppo poco per evitare che i propri prodotti vengano usati per le
esecuzioni negli Stati Uniti”.
Il riferimento è al Rocuromium Bromide, un rilassante
muscolare, che è stato usato recentemente in Alabama per una esecuzione, quella
di Christopher Brooks.
Lo stesso farmaco è stato inserito dall’Oklahoma in uno
dei cinque protocolli di iniezione letale approntati da quando è iniziato la
crisi del Sodio Tiopentale, ma non è stato mai usato.
Anche l’Arizona aveva acquistato alcune dosi di
Rocuromium, ma a seguito di alcune azioni legali non lo ha poi usato.
L’Ocse è intervenuta su sollecitazione dell’avvocato
olandese Bart Stapert che ha avviato l’azione per conto di alcune onlus
europee.
La Mylan originariamente era una società statunitense che
in seguito, per motivi fiscali, ha trasferito la ragione sociale in Olanda. In
quanto, ora, società europea, è obbligata a seguire le leggi e i regolamenti
olandesi in materia di diritti umani.
La difesa della Mylan, in questo uguale a quella delle
altre multinazionali coinvolte in polemiche simili, è che la società cura la
vendita ai grossisti, e non è in grado di controllare tutte le diramazioni che
prende il prodotto una volta consegnato ai distributori terzi. L’Ocse ritiene
non accettabile questa giustificazione, e ha indicato alla Mylan quali misure
deve prendere.
Mylan ha assicurato che si impegnerà maggiormente. L'Ocse
è una organizzazione internazionale di studi economici con 34 paesi membri, e
sede a Parigi.
NIGERIA: NELLO STATO DI OYO NUOVA LEGGE SUI SEQUESTRI
8 aprile 2016: il Governatore dello Stato di Oyo, Abiola
Ajimobi, ha firmato una nuova legge che prevede la pena di morte per i
sequestratori in caso di decesso della vittima durante la prigionia.
Il disegno di legge era stato precedentemente approvato
dalla Camera, in seguito alla presentazione di una relazione da parte del
Presidente della Commissione sulla magistratura e la giustizia, Olukayode
Akande.
Il Presidente della Camera di Oyo, Michael Adeyemo, e il
Segretario Permanente della Camera, Paul Bankole, in precedenza aveva firmato
il disegno di legge prima che il governatore desse il proprio assenso.
La legge stabilisce che un rapitore venga condannato
all'ergastolo se la vittima viene rilasciata o recuperata dietro pagamento di
un riscatto, mentre il rapitore dovrà restituire il denaro.
Con la nuova legge una punizione simile sarà imposta ad
ogni persona che procura o fornisce direttamente informazioni che portino al
rapimento della vittima.
La legge prevede anche il carcere a vita per chi rapisce
o minaccia di uccidere, mutilare o causare danni fisici al fine di costringere
un'altra persona, ente o organizzazione a compiere o non compiere azioni come
condizione per il rilascio della vittima.
Un tentativo di rapimento sarà punito con 20 anni di
reclusione, mentre chi aiuta o favorisce un rapimento sarà punito con la
reclusione per 15 anni.
Ajimobi ha lodato i deputati per l’approvazione celere
del ddl, sostenendo che servirà a contrastare il crimine nello Stato.
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