lunedì 15 febbraio 2016


Aggrionamenti Parlamentari

RESOCONTO DELLA SECONDA RIUNIONE
SUL TESTAMENTO BIOLOGICO DELLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

di Matteo Mainardi

L'11 febbraio 2016 si sono tenuti altri 50 minuti di discussione sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati. Oltre alle 7 proposte di legge già abbinate nella precedente seduta, si aggiunge una nuova proposta a prima firma Brignone (Misto - Possibile eletta nelle Marche).
Dopo l'apertura del dibattito da parte del presidente, interviene Fucci (Misto - Conservatori e Riformisti eletto in Puglia) il quale preannuncia una sua proposta di legge in materia. Elenca i valori per lui non negoziabili: divieto di eutanasia, impossibilità di rinunciare all'idratazione e alimentazione artificiale, garanzia per i medici di agire in scienza e coscienza, regole precise per le dichiarazioni anticipate e per la figura fiduciario.

Segue Nicchi (SI-SEL eletta in Toscana) la quale interviene per sottolineare che il principale tema in discussione è quello della morte con dignità e senza sofferenza, anche in considerazione dei notevoli cambiamenti tecnologici che hanno profondamente modificato questo passaggio dell’esistenza, garantendo la libertà di scelta in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione. Nel richiamare la sentenza della Corte costituzionale n. 438 del 2008, che ha coniugato il diritto alla salute con quello all’autodeterminazione, ricorda la diffusione dei registri per le DAT in oltre cento comuni italiani. Evidenzia come il principio dell’autodeterminazione valga in tutte le direzioni e dovrebbe interessare anche coloro che sono intenzionati a perseguire fino in fondo tutti i tentativi per prolungare l’esistenza. Infine, ricorda che attualmente le cure palliative non sono assicurate in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e rileva la necessità di superare la cosiddetta «zona grigia» in materia di fine vita, superando le differenze di classe che permettono a chi ha risorse finanziare di conseguire con più facilità il rispetto delle proprie volontà.

A prendere la parola è nuovamente il presidente Marazziti (DS-CD  eletto nella circoscrizione Lazio 1) scongiurando una contrapposizione tra laici e cattolici. Per questo invita a prestare attenzione al linguaggio che si utilizza e, rivolto alla collega Nicchi, ribatte alla "questione di classe" dicendo che lui vede piuttosto una tendenza alla desistenza terapeutica da contrastare.

Interviene Giordano (M5S  eletta nella circoscrizione Campania 2) per dire che è arrivato il momento che il Parlamento intervenga nella materia in discussione, recependo in tal senso la richiesta proveniente dalla società civile. Osserva l'ampio vuoto normativo in materia, troppo spesso colmato da sentenze dell’autorità giudiziaria. L'esigenza è, come richiesto da Calabrò (AP eletto nella circoscrizione Campania 1) e Amato (PD eletta in Abruzzo) nella prima seduta, di dotarsi di un glossario per capire esattamente di cosa si sta parlando.

Burtone (PD eletto nella circoscrizione Sicilia 2) chiarisce che quando si parla di DAT non si fa riferimento a un obbligo ma a una possibilità, di cui i singoli possono avvalersi o meno. Anche lui sostiene un "diritto mite" che dia solamente linee di indirizzo.

D'Incecco (PD eletta in Abruzzo) sprona i colleghi a riconoscere l'idratazione e nutrizione artificiale come un atto medico a tutti gli effetti. Se dovesse uscire una cattiva legge, dice che sarebbe meglio non fare proprio una legge.

Conclude la discussione la relatrice Lenzi (PD eletta in Emilia Romagna) spiegando come, una volta finita la discussione, inizieranno le audizioni. Evidenzia come dal punto di vista culturale vi sia una contrapposizione tra chi ritiene prioritario il principio di autodeterminazione e chi la tutela della vita. Ricorda che, sulla base della giurisprudenza costituzionale, non c’è un principio che prevalga, ma bisogna trovare un punto di equilibrio. Per quanto concerne l’opportunità di adottare un glossario, fa presente che il compito di dare le definizioni spetta al legislatore, una volta approfondite le varie questioni inerenti a ciascuna definizione.

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