“Il palazzo dei Visacci” e la misteriosa lapide.......
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Borgo Albizi
Al numero 18 di Borgo Albizi, si erge un magnifico palazzo inizialmente appartenuto alla famiglia degli Albizi poi ai Valori, ai Guicciardi e infine agli Altoviti, chiamato dai fiorentini il “Palazzo dei Visacci”. Il palazzo era così chiamato perchè nella facciata vi erano state scolpite con il metodo dello schiacciato 15 personaggi illustri di Firenze, sottoforma di erme.
L'erma è un pilastrino di sezione quadrangolare, sormontato da una testa scolpita a tutto tondo, che nell'antica Grecia, raffigurava Ermes. Il palazzo oggi denominato Valori-Altoviti, assunse l’attuale conformazione, grazie ai lavori voluti da Baccio Valori, il quale tra le altre cose commissionò tutte l’erme presenti allo sculture Giovan Battista Caccini.
Baccio Valori fu un letterato, umanista, politico e mecenate, scelse personaggi per molti sconosciuti come rappresentanti illustri di Firenze, cercandoli in quel mondo culturale non accessibile ai più e per questo non capito dagli stessi cittadini fiorentini che a spregio e soprattutto per ignoranza chiamarono sempre quel palazzo, “Il Palazzo dei Visacci”.
Al numero 18 di Borgo Albizi, si erge un magnifico palazzo inizialmente appartenuto alla famiglia degli Albizi poi ai Valori, ai Guicciardi e infine agli Altoviti, chiamato dai fiorentini il “Palazzo dei Visacci”. Il palazzo era così chiamato perchè nella facciata vi erano state scolpite con il metodo dello schiacciato 15 personaggi illustri di Firenze, sottoforma di erme.
L'erma è un pilastrino di sezione quadrangolare, sormontato da una testa scolpita a tutto tondo, che nell'antica Grecia, raffigurava Ermes. Il palazzo oggi denominato Valori-Altoviti, assunse l’attuale conformazione, grazie ai lavori voluti da Baccio Valori, il quale tra le altre cose commissionò tutte l’erme presenti allo sculture Giovan Battista Caccini.
Baccio Valori fu un letterato, umanista, politico e mecenate, scelse personaggi per molti sconosciuti come rappresentanti illustri di Firenze, cercandoli in quel mondo culturale non accessibile ai più e per questo non capito dagli stessi cittadini fiorentini che a spregio e soprattutto per ignoranza chiamarono sempre quel palazzo, “Il Palazzo dei Visacci”.
Nella facciata in basso sulla destra del palazzo, c’è una targa che ricorda un miracolo operato da uno dei santi protettori di Firenze, San Zanobi.
L’origine di Zanobi è molto discussa, alcuni pensano che la sua terra natia fosse greco-siriaca, altri invece che appartenesse ad una famiglia fiorentina, i Gerolami. Fu nominato diacono da papa Damaso nel 381 ed inviato lo stesso anno a Costantinopoli come legato pontificio.
Nel 383 dopo un anno dalla morte del vescovo di Firenze Teodoro, i fiorentini non erano riusciti ancora ad eleggere un nuovo vescovo, ma tornato a Firenze Zanobi, il popolo tutto lo acclama e lui viene insignito della carica vacante. Il 25 maggio del 425 dopo una vita dedicata all’evangelizzazione, muore e viene sepolto in San Lorenzo; in seguito le sue spoglie saranno traslate dalla chiesa di San Lorenzo a quelle di Santa Reparata (su questa chiesa verrà edificata Santa Maria del Fiore, il nostro attuale Duomo).
San Zanobi fu un santo molto importante per Firenze ed operò numerosi miracoli, alcuni di questi magistralmente dipinti da Sandro Botticelli e dal Ghirlandaio. Come dicevo uno di questi miracoli è ricordato da una targa in pietra posta sotto una finestra al pianterreno del Palazzo dei Visacci, se vi piegate leggermente troverete il vostro reperto storico.
B. Zenobius puerum sibi a matre gallica roma eunte
creditum atque interea mortuum dum sibi urbem
lustranti eademreversa hoc loco conquerens
occurrit signo crucis ad vitam revocat
AN. SAL. CCCC
creditum atque interea mortuum dum sibi urbem
lustranti eademreversa hoc loco conquerens
occurrit signo crucis ad vitam revocat
AN. SAL. CCCC
La lapide marmorea a memoria del “Miracolo di San Zanobi
Questa storia ci racconta di una donna francese che con il suo piccolo figlio intraprese un lungo e faticoso pellegrinaggio verso Roma ed appena arrivati a Firenze il figlio si ammalò.
La madre volle proseguire ugualmente il viaggio e pregò vivamente il vescovo san Zanobi di prendersi cura del suo unico figlio. San Zanobi accettò volentieri la richiesta di occuparsi del figlio della donna tanto che lo fece alloggiare nella propria dimora; ma il piccolo morì all’improvviso proprio il giorno stesso che la giovane “matre gallica” faceva ritorno da Roma.
La donna straziata dal dolore della perdita dell’unico figlio corse disperata alla ricerca del vescovo Zanobi, il quale partito dalla chiesa di San Pier Maggiore per una processione incontrò la donna sconvolta con in braccio il figlio morto proprio dove è stata posizionata la targa e lo pregò piangendo di aiutarla; San Zanobi preso da compassione e da così grande amore materno dimostrato, inginocchiandosi sul corpo del bambino lo benedì e questi miracolosamente resuscitò, abbracciando immediatamente la giovane madre.
Il palazzo dei visacci
lapide marmorea di San Zanobi
Sandro Botticelli, al centro la resurrezione del fanciullo.
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