Il Battistero e le colonne… Traditrici!
L'origine della leggenda di un regalo sabotato fatto a Firenze da Pisa dopo la vittoria nelle Baleari. Le colonne in porfido rosso del Battistero sono l'oggetto del regalo.
I Pirati del Mediterraneo
Come, purtroppo, accadrà molto spesso nel corso della storia, il Mare Mediterraneo non è, nel XII Secolo, un luogo di pace.
Quelle che poi saranno definite Repubbliche Marinare (le più famose, ma non le uniche, sono Amalfi, Genova, Pisa e Venezia) sono in competizione, quando non apertamente in guerra, tra loro. Talvolta combatteranno insieme contro il nemico comune, ovvero i Saraceni, i pirati musulmani che alle Repubbliche contendevano l’egemonia navale, e quindi territoriale e politica, nel Mediterraneo.
Nel 1117 Pisa è impegnata direttamente nella lotta contro il dominio saraceno delle isole Baleari. Con il grosso delle forze navali e dell’esercito impegnati in questa campagna, il rischio per la città di Pisa era quello di trovarsi bersaglio di azioni Saracene o di nemici meno “esotici”, ovvero i Lucchesi, sconfitti in quella che era stata una delle prime guerre comunali d’Italia solo qualche anno prima, nel 1003.
E contro questa minaccia i Pisani trovarono un alleato naturale in Firenze, anch’essa in guerra con Lucca, che diventa, almeno per un po’, un prezioso sostegno.
Un regalo... Sabotato!
Al ritorno vittorioso dalle Baleari, i Pisani decisero di premiare l’alleato fiorentino proprio con una parte del bottino razziato: appunto le due colonne di porfido rosso.
E qui si scivola nella leggenda: a tali colonne era attribuito (siamo nel Medioevo: le superstizioni abbondavano... ) il potere di smascherare ladri, falsari e traditori riflettendone il volto.
Un plus troppo potente secondo i Pisani: in fondo Firenze era stato un alleato solo occasionale! Così, prima di essere consegnate, le colonne furono opacizzate col fuoco, così da renderleinutilizzabili come macchina della verità.
Nonostante la beffa a cui si fa risalire tradizionalmente il detto fiorentini ciechi e pisani traditori, ripreso anche da Dante nella Divina Commedia (Inferno XV, 67: Vecchia fama nel mondo li chiama orbi), le colonne trovarono posto in uno dei più importanti luoghi di culto fiorentini, appunto il Battistero, e lì rimarranno, anche dopo il restauro e rafforzamento con perni e cerchiature in ferro, successivi all’alluvione dell’11 aprile 1424 che le aveva fatte cadere, spezzandole, fino a oggi.
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