NOTRE DAME DE PARIS
Dopo i tragici fatti accaduti ieri 15 marzo, il gravissimo danneggiamento causato da un incendio della celebre CATTEDRALE PARIGINA, su questo social hanno proliferato, come giusto che fosse, i commenti di tante persone. Alcuni sicuramente appropriati altri di una stupidità oserei dire inaudita. Ieri non ha preso fuoco solo un simbolo religioso ma qualcosa che rappresenta la storia e la cultura di tutto il mondo occidentale. NOTRE DAME non appartiene solo ai Francesi ma è patrimonio della nostra povera Europa che alcuni scriteriati vorrebbero distruggere come e peggio della grande chiesa parigina.
LA STORIA DEL GOTICO IN ARCHITETTURA
Prima di questa nuova forma d'arte gli edifici ed in modo particolare quelli adibiti al culto venivano realizzati con uno stile chiamato romanico. Le chiese si sviluppavano secondo un ordine i cui canoni furono stabiliti da SANTA ILDEGARDA DI BIDEN. Prevalevano gli archi a tutto sesto e dovendo rappresentare il macro cosmo, il cristo cosmico, avevano la forma della croce immissa (croce latina o greca): La navata indicava l'asta lunga della croce, i due transetti i bracci della croce e l'abside la testa. Erano orientate est-ovest. L'abside la parte più sacra era posta ad est perchè doveva essere illuminata dal sorgere del sole, l'uscita era posta ad ovest al tramonto. Questi edifici erano illuminati da piccole finestre perchè l'oscurità doveva permettere al fedele la massima concentrazione nella preghiera.
Poi nel DODICESIMO SECOLO tutto cambiò. Dove nacque il GOTICO ? Quale fu la prima chiesa che fu realizzata in questo nuovo stile ?
Nel 1140 l'abate Sugerio (Suger) decide di ricostruire il coro e la facciata di Saint-Denis, l'abbazia benedettina che conservava le reliquie del patrono di Parigi San Dionigi. Questo santo era il primo vescovo delle Gallie, ma era stato confuso con il monaco siriano Dionigi l'Areopagita, chiamato così perché era stato a sua volta confuso con il presunto Dionigi che si sarebbe convertito dopo aver sentito Paolo di Tarso predicare nell'areopago di Atene.
Il Dionigi monaco siriano aveva scritto un trattato sulla luce e sulle gerarchie angeliche, ispirato al neoplatonismo, nel quale la luce era considerata come emanazione divina e, in generale, la realtà sensibile come simbolo delle splendenti realtà soprannaturali. L'abbazia, di fondazione altomedievale, era un luogo simbolico della monarchia francese in quanto sacrario dei re Capetingi che qui venivano sepolti.
L'abate Sugerio, lettore dei testi dello Pseudo Dionigi, volle ricostruire la sua venerabile abbazia ispirandosi alle teorie del filosofo, progettando un nuovo coro con una serie di cappelle radiali a forma trapezoidale direttamente collegate ad un deambulatorio che permetteva ai fedeli di muoversi liberamente anche dietro il recinto del coro. Le cappelle radiali erano coperte da volte a crociera e sulle pareti si aprivano ampie finestre che davano una grande luminosità allo spazio interno. Le vetrate colorate alle aperture rendevano l'atmosfera interna quasi soprannaturale, riuscendo a dare una forma sensibile alle teorie dello Pseudo Dionigi.
LA STORIA DEL GOTICO IN ARCHITETTURA
Prima di questa nuova forma d'arte gli edifici ed in modo particolare quelli adibiti al culto venivano realizzati con uno stile chiamato romanico. Le chiese si sviluppavano secondo un ordine i cui canoni furono stabiliti da SANTA ILDEGARDA DI BIDEN. Prevalevano gli archi a tutto sesto e dovendo rappresentare il macro cosmo, il cristo cosmico, avevano la forma della croce immissa (croce latina o greca): La navata indicava l'asta lunga della croce, i due transetti i bracci della croce e l'abside la testa. Erano orientate est-ovest. L'abside la parte più sacra era posta ad est perchè doveva essere illuminata dal sorgere del sole, l'uscita era posta ad ovest al tramonto. Questi edifici erano illuminati da piccole finestre perchè l'oscurità doveva permettere al fedele la massima concentrazione nella preghiera.
Poi nel DODICESIMO SECOLO tutto cambiò. Dove nacque il GOTICO ? Quale fu la prima chiesa che fu realizzata in questo nuovo stile ?
Nel 1140 l'abate Sugerio (Suger) decide di ricostruire il coro e la facciata di Saint-Denis, l'abbazia benedettina che conservava le reliquie del patrono di Parigi San Dionigi. Questo santo era il primo vescovo delle Gallie, ma era stato confuso con il monaco siriano Dionigi l'Areopagita, chiamato così perché era stato a sua volta confuso con il presunto Dionigi che si sarebbe convertito dopo aver sentito Paolo di Tarso predicare nell'areopago di Atene.
Il Dionigi monaco siriano aveva scritto un trattato sulla luce e sulle gerarchie angeliche, ispirato al neoplatonismo, nel quale la luce era considerata come emanazione divina e, in generale, la realtà sensibile come simbolo delle splendenti realtà soprannaturali. L'abbazia, di fondazione altomedievale, era un luogo simbolico della monarchia francese in quanto sacrario dei re Capetingi che qui venivano sepolti.
L'abate Sugerio, lettore dei testi dello Pseudo Dionigi, volle ricostruire la sua venerabile abbazia ispirandosi alle teorie del filosofo, progettando un nuovo coro con una serie di cappelle radiali a forma trapezoidale direttamente collegate ad un deambulatorio che permetteva ai fedeli di muoversi liberamente anche dietro il recinto del coro. Le cappelle radiali erano coperte da volte a crociera e sulle pareti si aprivano ampie finestre che davano una grande luminosità allo spazio interno. Le vetrate colorate alle aperture rendevano l'atmosfera interna quasi soprannaturale, riuscendo a dare una forma sensibile alle teorie dello Pseudo Dionigi.
.L'arditissimo coro della Cattedrale di Beauvais
La novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche del romanico: il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su pilastri all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e contrafforti. Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di luce, coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di elementi portanti.
A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben più ampio e diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni, gli archi di scarico sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le spinte laterali della copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di riempimento, che presentano un numero maggiore di aperture.
La novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche del romanico: il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su pilastri all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e contrafforti. Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di luce, coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di elementi portanti.
A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben più ampio e diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni, gli archi di scarico sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le spinte laterali della copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di riempimento, che presentano un numero maggiore di aperture.
Progetto di Villard de Honnecourtper la Cattedrale di Reims
Ma la straordinaria capacità degli architetti gotici non si esaurisce nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici, svuotati dal limite delle pareti in muratura, poterono svilupparsi in uno slancio verticale, arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilità della statica. La cattedrale più alta costruita è quella di Beauvais le cui volte raggiungono un'altezza di ben 48,5 metri (la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi ne misura 33). Questa caratteristica non fu una novità assoluta e si sviluppò probabilmente da chiese con verticalità preminente già nell'epoca romanica, in Normandia e in Inghilterra (che all'epoca formavano un'unità politica comune). Strumenti essenziali per questo sviluppo "aereo" furono:
• l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine mediorientale, prima nell'architettura sasanide, poi in quella bizantina, armena e araba) in uso già in epoca romanica, per esempio in Borgogna e nell'Italia meridionale, (in Sicilia: ad ogiva, nel Duomo di Cefalù 1131) , che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali rispetto ad un arco a tutto sesto. Oltre alle minori spinte laterali, rispetto all'arco classico a tutto sesto quello acuto presenta una decisiva serie di vantaggi che gli architetti gotici hanno saputo sfruttare con grande senso pratico ed estetico e che gli derivano dal suo particolare schema geometrico. Esso, infatti, è costituito dall’intersezione di due archi di cerchio aventi lo stesso raggio, cosicché con la medesima curvatura è possibile realizzare archi con differenti ampiezze e altezze, come mostrato chiaramente da Villard de Honnecourt nel suo taccuino. Questa unificazione delle curvature permette un’elevata standardizzazione dei conci in pietra e delle armature provvisorie, semplificando, economizzando e velocizzando in tutte le sue fasi il procedimento di costruzione, aspetti tanto più vantaggiosi se si tiene conto che tali strutture sono solitamente realizzate a grandi altezze, con tutte le difficoltà di cantiere che ciò comporta. La normalizzazione delle curvature degli archi consente inoltre di livellare a piacimento le basi e le chiavi di archi e volte aventi ampiezze diverse, rendendo possibile coprire ambienti dalle piante più svariate e dunque una stupefacente varietà tipologica. La particolare forma dell’arco acuto, infine, approssima abbastanza bene, dal punto di vista della pratica realizzazione, quella dell’ellisse, consentendo così di realizzare in maniera più agevole e precisa gli archi di intersezione fra volte incidenti, penetrazioni di finestre, ecc., così come anche le sagomature e i conci delle vele di riempimento. Tutto ciò si rivela decisivo nell'adozione della volta a crociera ogivale a pianta rettangolare (la cosiddetta “barlongue”) in alternativa a quella quadrata, che sancisce la definitiva differenza tecnica ed estetica tra la struttura romanica e quella gotica, consentendo a quest’ultima, insieme alle altre soluzioni esterne quali l’arco rampante, il contrafforte e il pinnacolo, la caratteristica riduzione della presenza muraria e l’elevazione delle altezze, a vantaggio delle penetrazioni luminose (finestre, rosoni, ecc.). (
• la volta a crociera ogivale, che può creare anche campate rettangolari o poligonali invece di quadrate e con l'uso di nervature e costoloni.
• gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che ingabbiano la costruzione disponendosi dinamicamente attorno a navate ed absidi.
• I pinnacoli (o guglie) collocati in posizioni strategiche sui contrafforti, elementi di cui, oltre all'indubbia valenza estetica, s’è riconosciuta una preziosa valenza strutturale in quanto riescono a ridurre le tensioni destate localmente dalle spinte del vento e delle volte, e a verticalizzare significativamente la direzione di queste ultime a vantaggio di statica.
In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei spicchi e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore distribuzione del peso a favore di una maggiore altezza.
Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi è raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di queste due tecniche permetterà la costruzione di flessibili campate rettangolari (non più soggette alla limitazione dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione di organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni, permetterà la sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni mai viste prima. Tutto il sistema di spinte e controspinte generato dalle volte a crociera e dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati all'esterno, costituirà un altro capitolo dell'estetica gotica, strettamente legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli ingegneri del ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.
Ma la straordinaria capacità degli architetti gotici non si esaurisce nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici, svuotati dal limite delle pareti in muratura, poterono svilupparsi in uno slancio verticale, arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilità della statica. La cattedrale più alta costruita è quella di Beauvais le cui volte raggiungono un'altezza di ben 48,5 metri (la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi ne misura 33). Questa caratteristica non fu una novità assoluta e si sviluppò probabilmente da chiese con verticalità preminente già nell'epoca romanica, in Normandia e in Inghilterra (che all'epoca formavano un'unità politica comune). Strumenti essenziali per questo sviluppo "aereo" furono:
• l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine mediorientale, prima nell'architettura sasanide, poi in quella bizantina, armena e araba) in uso già in epoca romanica, per esempio in Borgogna e nell'Italia meridionale, (in Sicilia: ad ogiva, nel Duomo di Cefalù 1131) , che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali rispetto ad un arco a tutto sesto. Oltre alle minori spinte laterali, rispetto all'arco classico a tutto sesto quello acuto presenta una decisiva serie di vantaggi che gli architetti gotici hanno saputo sfruttare con grande senso pratico ed estetico e che gli derivano dal suo particolare schema geometrico. Esso, infatti, è costituito dall’intersezione di due archi di cerchio aventi lo stesso raggio, cosicché con la medesima curvatura è possibile realizzare archi con differenti ampiezze e altezze, come mostrato chiaramente da Villard de Honnecourt nel suo taccuino. Questa unificazione delle curvature permette un’elevata standardizzazione dei conci in pietra e delle armature provvisorie, semplificando, economizzando e velocizzando in tutte le sue fasi il procedimento di costruzione, aspetti tanto più vantaggiosi se si tiene conto che tali strutture sono solitamente realizzate a grandi altezze, con tutte le difficoltà di cantiere che ciò comporta. La normalizzazione delle curvature degli archi consente inoltre di livellare a piacimento le basi e le chiavi di archi e volte aventi ampiezze diverse, rendendo possibile coprire ambienti dalle piante più svariate e dunque una stupefacente varietà tipologica. La particolare forma dell’arco acuto, infine, approssima abbastanza bene, dal punto di vista della pratica realizzazione, quella dell’ellisse, consentendo così di realizzare in maniera più agevole e precisa gli archi di intersezione fra volte incidenti, penetrazioni di finestre, ecc., così come anche le sagomature e i conci delle vele di riempimento. Tutto ciò si rivela decisivo nell'adozione della volta a crociera ogivale a pianta rettangolare (la cosiddetta “barlongue”) in alternativa a quella quadrata, che sancisce la definitiva differenza tecnica ed estetica tra la struttura romanica e quella gotica, consentendo a quest’ultima, insieme alle altre soluzioni esterne quali l’arco rampante, il contrafforte e il pinnacolo, la caratteristica riduzione della presenza muraria e l’elevazione delle altezze, a vantaggio delle penetrazioni luminose (finestre, rosoni, ecc.). (
• la volta a crociera ogivale, che può creare anche campate rettangolari o poligonali invece di quadrate e con l'uso di nervature e costoloni.
• gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che ingabbiano la costruzione disponendosi dinamicamente attorno a navate ed absidi.
• I pinnacoli (o guglie) collocati in posizioni strategiche sui contrafforti, elementi di cui, oltre all'indubbia valenza estetica, s’è riconosciuta una preziosa valenza strutturale in quanto riescono a ridurre le tensioni destate localmente dalle spinte del vento e delle volte, e a verticalizzare significativamente la direzione di queste ultime a vantaggio di statica.
In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei spicchi e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore distribuzione del peso a favore di una maggiore altezza.
Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi è raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di queste due tecniche permetterà la costruzione di flessibili campate rettangolari (non più soggette alla limitazione dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione di organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni, permetterà la sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni mai viste prima. Tutto il sistema di spinte e controspinte generato dalle volte a crociera e dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati all'esterno, costituirà un altro capitolo dell'estetica gotica, strettamente legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli ingegneri del ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.
GUIDO MICHI
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