IL SANTO SEPOLCRO NELLA CAPPELLA RUCELLAI FIRENZE
Annessa alla ex-chiesa di San Pancrazio nella piazzetta omonima, nei pressi di Santa Maria Novella, sorge la cappella edificata, su progetto del celeberrimo architetto Leon Battista Alberti, per conto della famiglia Rucellai, la quale ordinò al suo interno l’ edificazione di un sacello, in forma di tempietto, che richiamasse le dimensioni del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
La cappella Rucellai sorge sul fianco sinistro della facciata della ex-chiesa di San Pancrazio, dove fu eretta per volontà di Giovanni di Paolo Rucellai che commissionò l’ opera all’ amico Leon Battista Alberti. Numerose le curiosità legate al grazioso edificio. Per prima, il fatto che la cappella Rucellai è ad oggi l’ unica parte dell’ antico complesso religioso ancora consacrata: la chiesa di San Pancrazio ospita infatti, attualmente, il Museo dedicato allo scultore Marino Marini. Il Sacello del Santo Sepolcro è costruito sul modello della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, collegamento reso esplicito dal fregio perimetrale che reca un versetto del evangelista Matteo relativo alla Resurrezione: ““Yhesum queritis nazarenum crucifixum surrexit non est hic. Ecce locus ubi posuerunt eum“, ossia, “Cercate Gesù Nazareno crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove lo hanno posto”.
Esempio perfetto dell’ architettura di Leon Battista Alberti, ispirata ai canoni della più pura classicità, il tempietto, che accoglie le spoglie mortali del committente Giovanni di Paolo Rucellai, presenta una base rettangolare le cui dimensioni risultano fra loro in rapporto aureo, ed una graziosa abside sul lato opposto all’ ingresso. La ricercata raffinatezza dell’ Alberti si esplica nella concezione dell’ edicola e della Cappella Rucellai sulla base di una stretta relazione dimensionale, in modo da creare un unico organismo architettonico.
Le magnifiche tarsie che decorano le pareti esterne del sacello del Santo Sepolcro presentano una curiosa particolarità: guardando ciascun lato del tempietto, si nota come l’ Alberti abbia posto, al centro di ciascun prospetto, le formelle istoriate che riportano gli stemmi araldici del committente (parete sud), di Lorenzo il Magnifico (abside est), di Cosimo il Vecchio (parete nord) e di Piero il Gottoso (parete ovest – ingresso). Lo stemma di Giovanni Rucellai rappresenta una vela spiegata al vento, con le sartie sciolte, forse ad indicare che la sua carriera di facoltoso mercante andava a gonfie vele. Un’ altra curiosità è legata alla collocazione dell’ ingresso, posto in maniera decentrata rispetto alla parete ovest: ciò è dovuto al fatto che la metà della camera sepolcrale, opposta rispetto alla porta d’ ingresso è interamente occupata dal sepolcro di Giovanni Rucellai, e dunque una porta centrata non avrebbe consentito l’ accesso.
Merita ricordare il fatto che la Cappella Rucellai contenente il Sacello del Santo Sepolcro fu l’ ultima opera che Leon Battista Alberti eseguì a Firenze, dopo aver svolto numerosi incarichi su commissione dei Rucellai: basti pensare al Palazzo della famiglia Rucellai e alla facciata di Santa Maria Novella patronata dalla medesima famiglia.
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