LA DAMA ALCHEMICA IN NOTRE DAME DE PARIS
Fulcanelli è lo pseudonimo di un Alchimista dell’era moderna (XX° secolo), la cui vera identità è sconosciuta: esistono solo supposizioni che lo identificano con vari personaggi del mondo scientifico dell’epoca (chimici, medici etc ….)
La sua fama è legata a due libri: “Il mistero delle cattedrali” del 1926 e “Le dimore filosofali” del 1931, nei quali egli espone la tesi che le Cattedrali gotiche sono libri aperti di scienza alchemica e lo dimostra con minuziose analisi.
Questi libri furono pubblicati dal suo discepolo Eugene Canseliet che non rivelò mai la vera identità del maestro.
L’unica notizia che Canseliet ci ha lasciato è che il premio Nobel per la Fisica nel 1903, Pierre Curie, scopritore dell’elemento chimico Radio e marito della più famosa Marie Curie, conosceva Fulcanelli e sapeva la sua vera identità.
Dai libri di Fulcanelli si evince che le cattedrali gotiche, per chi sa interpretare le loro complesse e misteriose raffigurazioni, descrivono tutta la “Grande Opera”, cioè il lungo e complesso procedimento per ottenere la Pietra Filosofale.
Di Fulcanelli si dice che abbia ottenuto la pietra filosofale e successivamente sarebbe scomparso nel nulla. Sarebbe stato incontrato per l’ultima volta da Canseliet nel 1952. In quell’anno Fulcanelli avrebbe dovuto avere 113 anni, ma Canseliet riferì che il maestro non era per nulla cambiato, aggiungendo che coloro che conoscono il segreto della fabbricazione della pietra, come i veri Rosacroce, sono invisibili e vivono in un eterno presente.
Qualcosa di analogo a quanto si dice che accadde nel XVII° secolo all’alchimista Francesco Giuseppe Borri, membro del gruppo di alchimisti che operavano nel circolo esoterico romano di Cristina di Svezia, che, dopo aver ottenuto la Pietra Filosofale, fu visto scomparire per sempre, passando attraverso la Porta Alchemica, tuttora esistente e visibile a Roma, in Piazza Vittorio.
I due libri di Fulcaneli sono tuttora in commercio in edizione italiana e ne consigliamo la lettura a tutti.
In questa nota riportiamo, solo a titolo di esempio, l’interpretazione della “Dama Alchemica” raffigurata nella cattedrale gotica di Notre Dame a Parigi.
Considerando la cattedrale di Notre Dame de Paris come un libro, il bassorilievo della Dama Alchemica ne rappresenta il titolo.
La sua fama è legata a due libri: “Il mistero delle cattedrali” del 1926 e “Le dimore filosofali” del 1931, nei quali egli espone la tesi che le Cattedrali gotiche sono libri aperti di scienza alchemica e lo dimostra con minuziose analisi.
Questi libri furono pubblicati dal suo discepolo Eugene Canseliet che non rivelò mai la vera identità del maestro.
L’unica notizia che Canseliet ci ha lasciato è che il premio Nobel per la Fisica nel 1903, Pierre Curie, scopritore dell’elemento chimico Radio e marito della più famosa Marie Curie, conosceva Fulcanelli e sapeva la sua vera identità.
Dai libri di Fulcanelli si evince che le cattedrali gotiche, per chi sa interpretare le loro complesse e misteriose raffigurazioni, descrivono tutta la “Grande Opera”, cioè il lungo e complesso procedimento per ottenere la Pietra Filosofale.
Di Fulcanelli si dice che abbia ottenuto la pietra filosofale e successivamente sarebbe scomparso nel nulla. Sarebbe stato incontrato per l’ultima volta da Canseliet nel 1952. In quell’anno Fulcanelli avrebbe dovuto avere 113 anni, ma Canseliet riferì che il maestro non era per nulla cambiato, aggiungendo che coloro che conoscono il segreto della fabbricazione della pietra, come i veri Rosacroce, sono invisibili e vivono in un eterno presente.
Qualcosa di analogo a quanto si dice che accadde nel XVII° secolo all’alchimista Francesco Giuseppe Borri, membro del gruppo di alchimisti che operavano nel circolo esoterico romano di Cristina di Svezia, che, dopo aver ottenuto la Pietra Filosofale, fu visto scomparire per sempre, passando attraverso la Porta Alchemica, tuttora esistente e visibile a Roma, in Piazza Vittorio.
I due libri di Fulcaneli sono tuttora in commercio in edizione italiana e ne consigliamo la lettura a tutti.
In questa nota riportiamo, solo a titolo di esempio, l’interpretazione della “Dama Alchemica” raffigurata nella cattedrale gotica di Notre Dame a Parigi.
Considerando la cattedrale di Notre Dame de Paris come un libro, il bassorilievo della Dama Alchemica ne rappresenta il titolo.
Ecco le parole di Fulcanelli tratte da “Il Mistero delle Cattedrali”:
“Il pilastro di mezzo, che divide in due il vano d’ingresso, ci offre una serie di rappresentazioni allegoriche delle scienze medioevali. Di fronte al Sagrato, ed al posto d’onore, l’Alchimia è raffigurata da una donna la cui fronte tocca le nubi. Seduta in trono, ella ha nella mano sinistra uno scettro, segno di sovranità, mentre con la destra tiene due libri, uno chiuso (esoterismo) e l’altro aperto (essoterismo). Mantenuta tra le sue ginocchia e poggiata sul suo petto si eleva la scala dai nove gradini, la scala philosophorum, geroglifico della pazienza che deve essere posseduta dai suoi fedeli nel corso delle nove successive operazioni della fatica ermetica.
Tale è il titolo del capitolo filosofale, di quel mutus Liber rappresentato dal tempio gotico. Tale il frontespizio di questa Bibbia occulta dai massicci fogli di pietra. Questa l’impronta, il sigillo della Grande Opera laica sul frontone stesso della Grande Opera cristiana. Non poteva essere meglio situato se non sulla soglia stessa dell’ingresso principale.
Così la cattedrale ci appare basata sulla Scienza Alchemica, investigatrice delle trasformazioni della sostanza originale, della Materia elementare (Materia dal latino Mater, n.d.r.).
Perché la Vergine-Madre, spogliata del suo velo simbolico, non è altro che la personificazione della Sostanza Primitiva, di cui si è servito, per realizzare i suoi fini, il Principio creatore di tutto ciò che esiste. Questo è il significato, del resto assai chiaro, di quella singolare epistola che viene letta alla messa dell’Immacolata Concezione della Vergine ed eccone il testo:
Il Signore mi ha posseduta all’inizio delle sue vie. Io ero prima che egli plasmasse qualsiasi altra creatura. Io ero nell’eternità prima che venisse creata la terra. Gli abissi non erano ancora ed io ero già concepita. Le sorgenti non erano ancora uscite dalla terra; la pesante massa delle montagne non era stata ancora formata; ero già nata prima delle colline. Egli non aveva ancora creato ne la terra, ne i fiumi, ne consolidato la terra mediante i due poli. Quando egli preparava i Cieli, io ero presente; quando circoscrisse gli abissi con i loro limiti e stabilì una legge inviolabile; quando stabilizzò l’aria attorno alla terra; quando equilibrò l’acqua delle sorgenti; quando rinchiuse il mare nei suoi limiti e quando impose una legge alle acque perché non superassero i confini loro assegnati; quando gettò le fondamenta della terra, io ero con lui e regolavo tutte le cose.
“Il pilastro di mezzo, che divide in due il vano d’ingresso, ci offre una serie di rappresentazioni allegoriche delle scienze medioevali. Di fronte al Sagrato, ed al posto d’onore, l’Alchimia è raffigurata da una donna la cui fronte tocca le nubi. Seduta in trono, ella ha nella mano sinistra uno scettro, segno di sovranità, mentre con la destra tiene due libri, uno chiuso (esoterismo) e l’altro aperto (essoterismo). Mantenuta tra le sue ginocchia e poggiata sul suo petto si eleva la scala dai nove gradini, la scala philosophorum, geroglifico della pazienza che deve essere posseduta dai suoi fedeli nel corso delle nove successive operazioni della fatica ermetica.
Tale è il titolo del capitolo filosofale, di quel mutus Liber rappresentato dal tempio gotico. Tale il frontespizio di questa Bibbia occulta dai massicci fogli di pietra. Questa l’impronta, il sigillo della Grande Opera laica sul frontone stesso della Grande Opera cristiana. Non poteva essere meglio situato se non sulla soglia stessa dell’ingresso principale.
Così la cattedrale ci appare basata sulla Scienza Alchemica, investigatrice delle trasformazioni della sostanza originale, della Materia elementare (Materia dal latino Mater, n.d.r.).
Perché la Vergine-Madre, spogliata del suo velo simbolico, non è altro che la personificazione della Sostanza Primitiva, di cui si è servito, per realizzare i suoi fini, il Principio creatore di tutto ciò che esiste. Questo è il significato, del resto assai chiaro, di quella singolare epistola che viene letta alla messa dell’Immacolata Concezione della Vergine ed eccone il testo:
Il Signore mi ha posseduta all’inizio delle sue vie. Io ero prima che egli plasmasse qualsiasi altra creatura. Io ero nell’eternità prima che venisse creata la terra. Gli abissi non erano ancora ed io ero già concepita. Le sorgenti non erano ancora uscite dalla terra; la pesante massa delle montagne non era stata ancora formata; ero già nata prima delle colline. Egli non aveva ancora creato ne la terra, ne i fiumi, ne consolidato la terra mediante i due poli. Quando egli preparava i Cieli, io ero presente; quando circoscrisse gli abissi con i loro limiti e stabilì una legge inviolabile; quando stabilizzò l’aria attorno alla terra; quando equilibrò l’acqua delle sorgenti; quando rinchiuse il mare nei suoi limiti e quando impose una legge alle acque perché non superassero i confini loro assegnati; quando gettò le fondamenta della terra, io ero con lui e regolavo tutte le cose.
Chiaramente qui si tratta dell’essenza stessa delle cose. E, infatti, le litanie c’insegnano che la Vergine è il Vaso che contiene lo Spirito delle cose: Vas spirituale.
Gli stessi testi chiamano Maria anche Sede della Saggezza, in altri termini Soggetto della Scienza Ermetica, della sapienza universale. Nel simbolismo dei metalli planetari è rappresentata dalla Luna, che riceve i raggi del Sole e li conserva segretamente nel suo seno. È la dispensatrice della sostanza passiva, animata dallo spirito solare. Quindi Maria, Vergine e Madre, rappresenta la forma; mentre Elia, il Sole, Dio, il Padre è l’emblema dello spirito vitale.
Dall’unione di questi due principi scaturisce la materia vivente, sottomessa alle vicissitudini delle leggi di mutazione e di progressione. È, cioè. Gesù, lo spirito incarnato, il fuoco corporificato nelle cose che ci sono familiari quaggiù.
Queste sono le riflessioni suggerite dall’espressivo bassorilievo che accoglie il visitatore sotto il portico della basilica. La Filosofia ermetica, la vecchia Spagiria, gli danno il benvenuto nella chiesa gotica, tempio alchemico per eccellenza. Perché la cattedrale tutt’intera non è altro che una glorificazione muta, ma espressa con immagini, dell’antica scienza di Ermes”
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