1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN, NESSUNO TOCCHI CAINO E IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI
AVVOCATI DI MILANO INVITANO ALLA MANIFESTAZIONE PER NASRIN SOTOUDEH 2. NEWS FLASH: AMNESTY: ESECUZIONI NEL 2018
SCESE DI UN TERZO RISPETTO ALL’ANNO PRIMA 3.
NEWS FLASH: EGITTO: SEMINARIO NAZIONALE SULLA ‘MODERNIZZAZIONE DELLA
LEGISLAZIONE PENALE’
4. NEWS FLASH:
EAU: SALVI IN OTTO GRAZIE AL PREZZO DEL SANGUE 5. NEWS FLASH: COREA DEL NORD: ESECUZIONI
PUBBLICHE PER MANTENERE L’‘ORDINE SOCIALE’
6. I SUGGERIMENTI
DELLA SETTIMANA :
IRAN, NESSUNO TOCCHI CAINO E IL CONSIGLIO DELL’ORDINE
DEGLI AVVOCATI DI MILANO INVITANO ALLA MANIFESTAZIONE PER NASRIN SOTOUDEH
Nessuno tocchi Caino e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano
invitano ad aderire e partecipare alla manifestazione per la liberazione di
Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana condannata a 38 anni di carcere e 148
frustate per fatti essenzialmente legati alle sue attività di difensore dei
diritti umani, di detenuti politici e condannati a morte.
La manifestazione, promossa da Nessuno tocchi Caino e dal
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano, si svolgerà giovedì 18 aprile
alle ore 14.00 davanti al Consolato della Repubblica Islamica dell’Iran, Via
Monte Rosa 88 (M1-M5 Lotto) Milano.
Insignita nel 2012 dal Parlamento europeo del Premio
Sakharov per la libertà di pensiero, Sotoudeh è stata accusata di “collusione
contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro lo Stato”, “istigazione alla
corruzione e alla prostituzione” e di “essere apparsa in pubblico senza hijab”
(il velo che copre la testa obbligatorio per le donne in Iran). Braccio destro
di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace, Sotoudeh è stata vincitrice del
Premio Sakharov del Parlamento europeo nel 2012. È stata arrestata a giugno del
2018 dopo essere stata condannata in contumacia a 5 anni di prigione dal
tribunale rivoluzionario di Teheran per spionaggio.
Nessuno tocchi Caino con il Partito Radicale nelle scorse
settimane hanno lanciato un appello per la liberazione di Nasrin Sotoudeh
perché oggi più che mai siamo tutti Nasrin Sotoudeh.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
AMNESTY: ESECUZIONI NEL 2018 SCESE DI UN TERZO RISPETTO
ALL’ANNO PRIMA Le esecuzioni nel mondo sono diminuite drasticamente di quasi un
terzo (31%) nel 2018 rispetto all’anno prima, toccando la cifra più bassa da
almeno un decennio, ha rilevato Amnesty International nella suo rapporto
annuale sulla pena di morte.
I dati - contenuti nel nuovo rapporto di Amnesty di 54
pagine, “Condanne a morte ed Esecuzioni 2018” - mostrano anche che c'è stata
una diminuzione del 50% delle esecuzioni in Iran (dove l'uso della pena di
morte è diffuso) a seguito di una modifica delle sue leggi anti-droga.
Anche Iraq, Pakistan e Somalia hanno visto significative
riduzioni delle esecuzioni.
Di conseguenza, il numero delle esecuzioni è globalmente
sceso dal 993 (il dato minimo noto) nel 2017, ad almeno 690 (di nuovo, il dato
minimo noto) nel 2018.
Tuttavia, queste statistiche non includono la Cina - dove
si ritiene che migliaia di persone siano messe a morte ogni anno - perché le
autorità cinesi rifiutano di rilasciare informazioni sulla pena capitale e
tutti i dati sono classificati come segreti di stato.
Il rapporto di Amnesty - che si inserisce nella protesta
globale per l’introduzione di un codice penale in Brunei che consente la
lapidazione per atti omosessuali - mostra che ci sono state esecuzioni in 20
paesi nel 2018:
Cina (stimati 1.000), Iran (253+), Arabia Saudita (149),
Vietnam (85+), Iraq (52+), Egitto (43+), Stati Uniti (25), Giappone (15), Pakistan
(14+), Singapore (13), Somalia (13), Sudan del Sud (7+), Bielorussia (4+),
Yemen (4+), Afghanistan (3), Botswana (2), Sudan (2), Taiwan (1), Thailandia
(1), Corea del Nord (numero sconosciuto). Molti paesi non rilasciano
informazioni ufficiali sulla pena di morte e si ritiene che diversi paesi
abbiano giustiziato molto di più rispetto alle cifre minime riportate (indicate
da un simbolo "+").
EGITTO: SEMINARIO NAZIONALE SULLA ‘MODERNIZZAZIONE DELLA
LEGISLAZIONE PENALE’
Il seminario nazionale sulla "Modernizzazione della
legislazione penale in Egitto", iniziato il 6 aprile 2019, si è svolto al
Cairo e ha discusso cinque questioni relative alla modernizzazione del sistema
giudiziario in Egitto.
Il seminario fa parte del progetto internazionale sul
rafforzamento del ruolo della società civile nella promozione della giustizia
penale e nella riduzione della pena di morte, attuato dall'Organizzazione Araba
per i Diritti Umani in collaborazione con l'organizzazione Nessuno tocchi
Caino. Il seminario si è svolto in collaborazione con il Consiglio nazionale
per i diritti umani in Egitto.
Il seminario è stato concluso da Alaa Shalabi, Presidente
del Consiglio di Fondazione dell'Organizzazione Araba per i Diritti Umani, Imad
Al-Faki, professore di Diritto Penale, dal Consigliere Yaser Nabil del Comitato
per i diritti umani della Camera dei Rappresentanti e dal Consigliere Mohammed
Abdel Rahman.
Al seminario hanno partecipato 22 relatori sul tema della
modernizzazione della filosofia penale; revisione del codice penale al fine di
modernizzarlo; modi per ridurre la pena di morte nella legislazione; azione
giudiziaria e per incoraggiare le iniziative del Presidente per ridurre le pene
detentive. Inoltre, per ridurre il numero dei detenuti, promuovere la
riconciliazione tra autori dei reati e vittime, e fornire elementi legislativi
e politici per passare la sospensione della pena.
I lavori del simposio hanno anche affrontato lo sviluppo
delle proposte presentate per modificare il Codice di Procedura Penale e
accelerare la loro approvazione in quanto è la via principale per applicare la
Costituzione. Oltre a discutere i meccanismi di applicazione di pene
alternative e redigere una proposta di legge che includa anche misure
alternative a detenzione e custodia cautelare, e modi di applicazione più in
linea con la nuova legislazione nel campo della protezione dei gruppi più
bisognosi di assistenza penale.
I documenti del seminario includono presentazioni,
documenti di lavoro e progetti di legge presentati o da presentare.
È stato inoltre concordato di invitare partecipanti dello
Stato, della società civile e dei consigli nazionali specializzati, a
collaborare con il gruppo scientifico istituito dall'Organizzazione per preparare
gli emendamenti al codice penale del 1937 in un contesto moderno diverso, al
fine di aggiornarlo.
Al seminario hanno partecipato rappresentanti di gruppi
per i diritti umani, organizzazioni della società civile, università, scuole di
diritto, centri di ricerca, commissione per i diritti umani del Consiglio di
Tawab, Consiglio giudiziario supremo, Ufficio del Procuratore generale e
Ministeri degli affari esteri e degli Interni.
Rappresentanti della società civile egiziana e del
Consiglio nazionale per i diritti umani si sono incontrati lo scorso ottobre
sotto l'egida dell'Organizzazione Araba per i Diritti Umani con rappresentanti
dell’autorità esecutiva, legislativa e giudiziaria in sessioni aperte e chiuse
per preparare un processo di dialogo nazionale integrato sul sistema di diritto
penale e lo sviluppo dell'amministrazione della giustizia.
EAU: SALVI IN OTTO GRAZIE AL PREZZO DEL SANGUE Il
tribunale di primo grado della Sharia di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, ha
ordinato a otto uomini accusati di omicidio di versare 200.000 Dirham come
prezzo del sangue alla famiglia della loro vittima, e li ha condannati a 3 anni
e 6 mesi di carcere seguiti dall’espulsione, ha riferito Khaleejtimes l'8 aprile
2019.
I condannati sono stati giudicati colpevoli di aver
derubato e pugnalato a morte un connazionale.
In base agli atti l’omicidio è avvenuto quando gli
accusati, tutti asiatici, hanno attaccato la vittima che camminava lungo
un'autostrada a Sharjah. Dopo aver aggredito e pugnalato l’uomo, hanno rubato i
suoi soldi e sono fuggiti. La vittima è stata portata di corsa all'ospedale di
Al Qasimi, dove è morto a causa delle gravi ferite.
L’accusa nei confronti degli otto era di omicidio
premeditato per aver pugnalato l'uomo a morte, tuttavia gli imputati hanno
respinto l’accusa.
L'avvocato degli imputati, nominato dal tribunale, aveva
chiesto l'assoluzione.
I genitori della vittima hanno accettato il prezzo del
sangue e hanno ritirato la loro richiesta di pena capitale.
COREA DEL NORD: ESECUZIONI PUBBLICHE PER MANTENERE
L’‘ORDINE SOCIALE’
Le autorità nordcoreane nel marzo 2019 hanno messo in
scena un processo pubblico e giustiziato due donne veggenti costringendo decine
di migliaia di persone ad assistere, in quella che sembra essere una ripresa
delle esecuzioni pubbliche.
Le esecuzioni delle due donne si sono svolte lo scorso
mese nella città di Chongjin nel North Hamgyong, e miravano a spingere i
funzionari a smettere di frequentare veggenti e a tenere altri comportamenti
"superstiziosi", secondo due fonti che hanno parlato con il servizio
coreano della RFA a condizione di anonimato.
"I processi pubblici e le esecuzioni sono ripresi
quest'anno, con le autorità giudiziarie che hanno condotto questi processi in
più sedi per motivi di mantenimento dell'ordine sociale", ha detto una
fonte nella provincia di North Hamgyong, al confine con la Cina, al servizio
coreano della RFA.
Le esecuzioni pubbliche hanno "scioccato" i
residenti della città, ha detto la fonte della RFA.
"Le autorità hanno pronunciato sentenze di morte e
immediatamente dopo praticato le esecuzioni pubbliche", ha detto la fonte,
aggiungendo che due delle tre donne processate sono state giustiziate con armi
da fuoco, mentre la terza è stata condannata all'ergastolo.
"Decine di migliaia di persone provenienti da
fabbriche, college e unità abitative di Chongjin sono state costrette ad
assisitere al processo pubblico di marzo", ha aggiunto la fonte.
Le tre donne avevano creato un gruppo chiamato Chilsungjo
(Gruppo delle Sette Stelle) per svolgere ciò che le autorità hanno descritto
come "attività superstiziose", ha detto la fonte.
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