no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : PAKISTAN: CANCELLATA LA CONDANNA A MORTE PER ASIA BIBI 2. NEWS FLASH: TENNESSEE (USA): EDMUND ZAGORSKI
GIUSTIZIATO SULLA SEDIA ELETTRICA 3.
NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATA CAMERIERA INDONESIANA 4. NEWS FLASH: SINGAPORE: MALESE IMPICCATO PER
DROGA 5. NEWS FLASH: IRAN: DONNA
CONDANNATA A MORTE PER ADULTERIO 6. I
SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : MILANO: 5 NOVEMBRE INCONTRO SULL’ORDINAMENTO
PENITENZIARIO ITALIANO
PAKISTAN: CANCELLATA LA CONDANNA A MORTE PER ASIA BIBI La
Corte Suprema del Pakistan il 31 ottobre 2018 ha assolto in appello la
cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia nel 2010, con l'accusa di
aver offeso il profeta Maometto.
"La pena di morte viene annullata. Asia Bibi è
assolta da tutte le accuse", ha detto il giudice Saqib Nisar leggendo il
verdetto della Corte.
Bibi, madre di quattro figli, fu denunciata nel 2009 da
una donna che l'accusò di aver insultato l'Islam durante una discussione nel
Punjab, nell'est del Paese. Una presunta "blasfemia", una frase
buttata lì durante un battibecco con altre lavoratrici stagionali di un
frutteto che l'avevano umiliata per aver bevuto un bicchiere dal pozzo a lei
proibito, in quanto "infedele cristiana" e quindi "impura".
Nel 2010 venne condannata a morte per blasfemia, perse il
ricorso dinanzi alla Corte di Lahore, capitale del Punjab, nel 2014, ma nel
2015 la Corte Suprema decise fermare l'esecuzione dopo aver accettato di
studiare il suo fascicolo.
Ora l'assoluzione, che arriva perchè "ci sono
contraddizioni nelle testimonianze".
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
TENNESSEE (USA): EDMUND ZAGORSKI GIUSTIZIATO SULLA SEDIA
ELETTRICA Edmund Zagorski, 63 anni, bianco, è stato giustiziato il 1° novembre
2018 per elettrocuzione.
Era stato condannato a morte il 27 marzo 1984 con
l’accusa di aver ucciso, il 23 aprile 1983, John Dale Dotson e Jimmy Porter al
fine di derubarli della somma che i due gli avrebbero versato in cambio di 100
chili di marjuana.
L’esecuzione era fissata per le 19. Alle 18.58 è arrivata
la risposta della Corte Suprema degli Stati Uniti che respingeva il ricorso di
costituzionalità basato sul fatto che al detenuto venisse chiesto di scegliere
tra iniezione letale e sedia elettrica.
Zagorski è stato fatto sedere sulla sedia elettrica e
legato polsi e caviglie. Il personale gli ha messo sulla testa appena rasata
una spugna imbevuta di soluzione salina e un “casco” di metallo.
Zagorski ha inarcato le sopracciglia, probabilmente per
comunicare con la sua avvocatessa, Kelley Henry. Zagorski ha anche sorriso in
direzione della Henry. Poi la sua testa è coperta da un cappuccio nero. Il
direttore del penitenziario ha dato il segnale di procedere.
Zagorski ha sollevato più volte la mano destra in quelli
che sono sembrati tentativi di un saluto, prima di stringere le mani a pugno
mentre la prima carica di 1.750 volt veniva inviata attraverso il suo corpo per
20 secondi. Henry ha detto che entrambi i mignoli sembravano essersi dislocati
o rotti a causa della forza con cui ha tirato contro le cinghie. Ha anche detto
che c'erano segni che Zagorski respirasse durante una breve pausa prima che una
seconda scossa di 15 secondi venisse somministrata.
Il medico che supervisionava l’esecuzione lo ha
dichiarato morto alle 19.23.
Durante il processo Zagorski aveva detto ai suoi avvocati
che, in caso di verdetto di colpevolezza, preferiva essere condannato a morte,
e che quindi non voleva si indagasse sulla sua infanzia e adolescenza per
chiedere eventuali attenuanti.
Una volta condannato ha cambiato idea, ed ha avviato una
serie di ricorsi incentrati soprattutto sul fatto che la confessione fosse
stata forzata, e che le indagini non avessero tenuto conto di altre possibili
piste.
Inoltre, nuovi avvocati difensori trovarono diversi
elementi sulla sua infanzia e adolescenza che avrebbero potuto essere usati
come attenuanti, ma diversi giudici respinsero i ricorsi perché quegli elementi
non erano stati presentati nella giusta fase processuale non per inadempienza
degli avvocati d’ufficio, ma per espressa volontà dell’imputato.
Nel 2010 uno dei difensori di Zagorski si rivolse, con
successo, ad un tribunale inglese chiedendo che non venisse autorizzata
‘esportazione di farmaci che gli Usa avrebbero utilizzato per uccidere
detenuti. In seguito Zagorski, con una strategia già utilizzata da altri
detenuti in altri stati, aveva optato volontariamente per l’esecuzione con la
sedia elettrica, confidando che questo avrebbe innescato una ulteriore serie di
ricorsi.
L’uso della sedia elettrica è diventato raro, ma non
rarissimo. L’ultima esecuzione risaliva al 16 gennaio 2013 in Virginia (Robert
Gleason). Sempre in Virginia due esecuzioni erano state effettuate nel 2009 e
nel 2010. L’ultima esecuzione per elettrocuzione in Tennessee era stata
effettuata il 12 settembre 2007.
Zagorski diventa la seconda persona giustiziata nel
Tennessee quest'anno, l’8a da quando lo stato ha ripreso la pena capitale nel
2000, la 20° dell’anno negli Usa, e la n° 1485 da quando gli Usa hanno ripreso
le esecuzioni nel 1977. Zagorski è la 159a persona giustiziata sulla sedia
elettrica dal 1977.
ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATA CAMERIERA INDONESIANA
L'Arabia Saudita ha giustiziato il 29 ottobre 2018 una cameriera indonesiana
per aver ucciso il suo datore di lavoro che cercava di violentarla.
La morte della donna ha provocato le proteste
dell'Indonesia, in quanto il governo saudita non ha avvertito la sua famiglia o
il personale consolare prima dell’esecuzione, hanno detto i funzionari.
Secondo quanto riportato, Tuti Tursilawati è stata uccisa
nella città di Ta'if.
Tursilawati, che lavorava in città, era stata dichiarata
colpevole di aver ucciso il suo datore di lavoro nel giugno 2011.
Il gruppo di sostegno indonesiano Migrant Care ha detto a
settembre che la donna aveva difeso se stessa da uno stupro.
SINGAPORE: MALESE IMPICCATO PER DROGA
Il cittadino malese Prabu N. Pathmanathan è stato
impiccato a Singapore nella prigione di Changi all'alba del 26 ottobre 2018 per
traffico di droga, ha informato l'avvocato della sua famiglia N. Surendran.
"La famiglia ha chiesto il corpo e cremerà i resti
oggi", ha detto l’avvocato in una dichiarazione inviata all’agenzia
Bernama allegando l’ultima foto di Prabu.
L'avvocato ha detto che la scorsa notte l'ufficio del
Presidente di Singapore ha consegnato una lettera alla famiglia di Prabu in
risposta alla loro richiesta di grazia.
La lettera affermava che "il processo di grazia si è
concluso" e "non siamo in grado di accogliere la vostra
richiesta".
Prabu, 31 anni, era stato condannato a morte per aver
commesso diversi atti preparatori e per il traffico di 227,82 g di diamorfina o
eroina a Singapore il 31 dicembre 2014.
IRAN: DONNA CONDANNATA A MORTE PER ADULTERIO Una donna è
stata condannata a morte in Iran per adulterio dopo essere stata citata in
giudizio dal marito, ha reso noto il 31 ottobre 2018 il Kurdistan Human Rights
Network.
La detenuta, che è stata arrestata nel novembre 2016, si
trova nel carcere di Khoy ed è stata identificata come Zahra Derakhshani, nata
nel 1982, sposata e residente nella stessa città.
È stata arrestata con un altro cittadino di Khoy con
l'accusa di adulterio.
Una fonte informata ha detto al KHRN che il marito della
prigioniera, un veterano e membro dei Basij, è stato presente alle udienze in
qualità di querelante.
Nonostante il fatto che nessuno dei due imputati abbia
ammesso l’accusa di adulterio e che l'Ufficio di medicina legale abbia respinto
qualsiasi rapporto sessuale tra di loro, il giudice Ali Hassanzadeh (il capo
del tribunale penale/sezione 1, che è anche capo dei magistrati di Khoy) li ha
giudicati colpevoli di adulterio esclusivamente sulla base di ciò che ha
definito "conoscenza del giudice" e ha condannato a morte Zahra.
La fonte ha inoltre affermato che l'uomo arrestato
insieme a Zahra è stato successivamente rilasciato su cauzione e il caso
Derakhshani è stato deferito alla Corte Suprema dopo che il suo avvocato ha
presentato ricorso. Tuttavia, la Corte Suprema non ha ancora emesso un
verdetto.
La Derakhshani è attualmente detenuta nel reparto
femminile del carcere di Khoy.
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
MILANO: 5 NOVEMBRE INCONTRO SULL’ORDINAMENTO
PENITENZIARIO ITALIANO
L’appuntamento è per lunedì 5 novembre ore 16.30 -
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO, VIA FESTA DEL PERDONO - aula 510.
All'interno di un ciclo d'incontri sul Carcere,
organizzato dagli universitari della facoltà di Giurisprudenza di Milano,
l'incontro del 5 novembre chiuderà l'evento e sarà incentrato sulle pene
detentive, in particolare sull'ergastolo ostativo e sulle modalità
d'esecuzione.
Nessuno tocchi Caino partecipa all'incontro perché
impegnato a livello nazionale e internazionale nell'abolizione dell'ergastolo
senza condizionale (che in Italia è definito come ergastolo ostativo) e sulle
modifiche del 4 bis e del 41 bis che regolamentano le lunghissime detenzioni in
Italia.
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