no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ONU: TEHERAN ABOLISCA LA PENA DI MORTE PER I MINORI 2. NEWS FLASH: SUD SUDAN: PRESIDENTE GRAZIA DUE
CONDANNATI A MORTE 3. NEWS FLASH:
ISRAELE: CAPO DELLO SHIN BET CONTRARIO ALLA PENA DI MORTE PER I TERRORISTI
4. NEWS FLASH: SOMALIA: DUE SOLDATI
CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO 5. NEWS
FLASH: EGITTO: CONDANNA A MORTE DEFINITIVA 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
ONU: TEHERAN ABOLISCA LA PENA DI MORTE PER I MINORI
L'esperto indipendente ONU in materia di diritti umani in Iran il 24 ottobre
2018 ha sollecitato Teheran ad abolire la pena di morte per i minorenni.
"Invito le autorità iraniane ad abolire la pratica
della condanna a morte dei minorenni e a commutare tutte le condanne a morte
emesse nei confronti di minori in linea con il diritto internazionale", ha
detto al Comitato diritti umani dell’Assemblea Generale Javaid Rehman, relatore
speciale per i diritti umani nella Repubblica Islamica.
L'esecuzione di minori viola la legge internazionale e
viola la Convenzione su diritti del Fanciullo e il Patto Internazionale sui
diritti civili e politici.
Rehman ha detto che cinque persone sono state messe a
morte quest'anno in Iran per aver commesso un omicidio quando erano minorenni.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
SUD SUDAN: PRESIDENTE GRAZIA DUE CONDANNATI A MORTE Il
presidente del Sud Sudan Salva Kiir il 31 ottobre 2018 ha graziato James Gatdet
Dak, portavoce del leader del SPLM-IO, ordinandone il rilascio.
Kiir ha annunciato la sua decisione durante la celebrazione
dell’accordo di pace alla presenza dei leader regionali e in presenza di leader
dell'opposizione, tra cui Riek Machar.
Il presidente Kiir ha detto che James è stato condannato
da un tribunale speciale, tuttavia ha ordinato la sua liberazione dal carcere.
Il 12 febbraio 2018 un tribunale speciale di Juba aveva
condannato James a morte per impiccagione, ma i suoi avvocati avevano descritto
il verdetto come una decisione politica.
Il leader del Sud Sudan ha anche ordinato il rilascio del
cittadino sudafricano William Endley, che ha combattuto a fianco dello SPLM-IO.
Kiir lo ha definito un "mercenario" e ha ordinato di espellerlo
immediatamente dopo il suo rilascio dal carcere.
ISRAELE: CAPO DELLO SHIN BET CONTRARIO ALLA PENA DI MORTE
PER I TERRORISTI Il capo del servizio di sicurezza dello Shin Bet, Nadav
Argaman, ha dichiarato il 6 novembre 2018 di essere
"inequivocabilmente" contrario al controverso disegno di legge che
mira a rendere più facile per Israele condannare a morte gli aggressori
palestinesi di civili e soldati israeliani.
Argaman stava informando la riunione della Commissione
per gli Affari esteri e Difesa sulla crescente instabilità nei territori
palestinesi, avvertendo i deputati che la relativa calma in Cisgiordania è un
"silenzio ingannevole".
"Mi oppongo in modo inequivocabile alla pena di
morte per i terroristi - non è d'aiuto", ha risposto Argaman al
parlamentare Ayelet Nahmias-Verbin dell’Unione Sionista in merito alla
legislazione, che dovrebbe essere discussa nella Knesset la prossima settimana.
SOMALIA: DUE SOLDATI CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO Il
tribunale militare somalo ha condannato a morte per omicidio due membri delle
forze armate il 5 novembre 2018.
Mohamed Hashi Wasuge è stato riconosciuto colpevole di
aver ucciso il soldato Said Mohamed Osman il 30 agosto in un centro di
addestramento militare a Mogadiscio.
Quattro testimoni hanno testimoniato davanti alla corte
su come Hashi abbia commesso l'omicidio e tentato di fuggire, tuttavia è stato
disarmato e arrestato da altri militari.
Abdirizack Mohamed Jimale ha invece ucciso il soldato
Qeys Khalif Salad nella base di Lower Shabelle il 27 luglio.
I due ex militari condannati a morte possono presentare
appello.
EGITTO: CONDANNA A MORTE DEFINITIVA
La Corte di Cassazione egiziana ha confermato la condanna
a morte di un uomo per aver violentato una bambina di 20 mesi l'anno scorso, ha
comunicato una fonte giudiziaria il 7 novembre 2018.
Si tratta di una sentenza definitiva, in un caso che ha
provocato una diffusa protesta pubblica.
L'uomo di 35 anni è stato condannato per il sequestro e
stupro della bambina, avvenuti in un villaggio nel governatorato di Daqahliya,
nel Delta del Nilo. L'uomo fu arrestato lo stesso giorno del crimine, avvenuto
nel marzo 2017.
L'imputato era stato condannato a morte da un tribunale
penale di grado inferiore il 1° giugno dopo che il Gran Mufti, la principale
autorità religiosa del Paese, aveva approvato la raccomandazione del tribunale
sulla pena di morte, in un parere non vincolante ma giuridicamente
obbligatorio.
La Corte di cassazione il 7 novembre ha respinto
l'appello dell’imputato contro la sentenza iniziale, confermando la pena di
morte. Il verdetto è definitivo e non può essere impugnato.
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