sabato 10 novembre 2018

        NESSUNO   TOCCHI    CAINO        
       no alla  pena  di   morte                                 


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : ONU: TEHERAN ABOLISCA LA PENA DI MORTE PER I MINORI 2.  NEWS FLASH: SUD SUDAN: PRESIDENTE GRAZIA DUE CONDANNATI A MORTE 3.  NEWS FLASH: ISRAELE: CAPO DELLO SHIN BET CONTRARIO ALLA PENA DI MORTE PER I TERRORISTI 4.  NEWS FLASH: SOMALIA: DUE SOLDATI CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO 5.  NEWS FLASH: EGITTO: CONDANNA A MORTE DEFINITIVA 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


ONU: TEHERAN ABOLISCA LA PENA DI MORTE PER I MINORI L'esperto indipendente ONU in materia di diritti umani in Iran il 24 ottobre 2018 ha sollecitato Teheran ad abolire la pena di morte per i minorenni.

"Invito le autorità iraniane ad abolire la pratica della condanna a morte dei minorenni e a commutare tutte le condanne a morte emesse nei confronti di minori in linea con il diritto internazionale", ha detto al Comitato diritti umani dell’Assemblea Generale Javaid Rehman, relatore speciale per i diritti umani nella Repubblica Islamica.
L'esecuzione di minori viola la legge internazionale e viola la Convenzione su diritti del Fanciullo e il Patto Internazionale sui diritti civili e politici.
Rehman ha detto che cinque persone sono state messe a morte quest'anno in Iran per aver commesso un omicidio quando erano minorenni.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

SUD SUDAN: PRESIDENTE GRAZIA DUE CONDANNATI A MORTE Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir il 31 ottobre 2018 ha graziato James Gatdet Dak, portavoce del leader del SPLM-IO, ordinandone il rilascio.
Kiir ha annunciato la sua decisione durante la celebrazione dell’accordo di pace alla presenza dei leader regionali e in presenza di leader dell'opposizione, tra cui Riek Machar.
Il presidente Kiir ha detto che James è stato condannato da un tribunale speciale, tuttavia ha ordinato la sua liberazione dal carcere.
Il 12 febbraio 2018 un tribunale speciale di Juba aveva condannato James a morte per impiccagione, ma i suoi avvocati avevano descritto il verdetto come una decisione politica.
Il leader del Sud Sudan ha anche ordinato il rilascio del cittadino sudafricano William Endley, che ha combattuto a fianco dello SPLM-IO. Kiir lo ha definito un "mercenario" e ha ordinato di espellerlo immediatamente dopo il suo rilascio dal carcere.


ISRAELE: CAPO DELLO SHIN BET CONTRARIO ALLA PENA DI MORTE PER I TERRORISTI Il capo del servizio di sicurezza dello Shin Bet, Nadav Argaman, ha dichiarato il 6 novembre 2018 di essere "inequivocabilmente" contrario al controverso disegno di legge che mira a rendere più facile per Israele condannare a morte gli aggressori palestinesi di civili e soldati israeliani.
Argaman stava informando la riunione della Commissione per gli Affari esteri e Difesa sulla crescente instabilità nei territori palestinesi, avvertendo i deputati che la relativa calma in Cisgiordania è un "silenzio ingannevole".
"Mi oppongo in modo inequivocabile alla pena di morte per i terroristi - non è d'aiuto", ha risposto Argaman al parlamentare Ayelet Nahmias-Verbin dell’Unione Sionista in merito alla legislazione, che dovrebbe essere discussa nella Knesset la prossima settimana.


SOMALIA: DUE SOLDATI CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO Il tribunale militare somalo ha condannato a morte per omicidio due membri delle forze armate il 5 novembre 2018.
Mohamed Hashi Wasuge è stato riconosciuto colpevole di aver ucciso il soldato Said Mohamed Osman il 30 agosto in un centro di addestramento militare a Mogadiscio.
Quattro testimoni hanno testimoniato davanti alla corte su come Hashi abbia commesso l'omicidio e tentato di fuggire, tuttavia è stato disarmato e arrestato da altri militari.
Abdirizack Mohamed Jimale ha invece ucciso il soldato Qeys Khalif Salad nella base di Lower Shabelle il 27 luglio.
I due ex militari condannati a morte possono presentare appello.


EGITTO: CONDANNA A MORTE DEFINITIVA
La Corte di Cassazione egiziana ha confermato la condanna a morte di un uomo per aver violentato una bambina di 20 mesi l'anno scorso, ha comunicato una fonte giudiziaria il 7 novembre 2018.
Si tratta di una sentenza definitiva, in un caso che ha provocato una diffusa protesta pubblica.
L'uomo di 35 anni è stato condannato per il sequestro e stupro della bambina, avvenuti in un villaggio nel governatorato di Daqahliya, nel Delta del Nilo. L'uomo fu arrestato lo stesso giorno del crimine, avvenuto nel marzo 2017.
L'imputato era stato condannato a morte da un tribunale penale di grado inferiore il 1° giugno dopo che il Gran Mufti, la principale autorità religiosa del Paese, aveva approvato la raccomandazione del tribunale sulla pena di morte, in un parere non vincolante ma giuridicamente obbligatorio.
La Corte di cassazione il 7 novembre ha respinto l'appello dell’imputato contro la sentenza iniziale, confermando la pena di morte. Il verdetto è definitivo e non può essere impugnato.

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