no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ONU: TERZO COMITATO APPROVA CON VOTO SENZA PRECEDENTI RISOLUZIONE
PER LA MORATORIA 2. NEWS FLASH: LIBERIA:
COMITATO DIRITTI UMANI ONU CHIEDE L’ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE 3. NEWS FLASH: IRAN: 22 GIUSTIZIATI PER ATTACCO
A PARATA MILITARE 4. NEWS FLASH: TEXAS
(USA): GIUSTIZIATO ROBERT MORENO RAMOS 5.
NEWS FLASH: MALESIA: GOVERNO ABOLISCE PENA DI MORTE PER 33 REATI 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
ONU: TERZO COMITATO APPROVA CON VOTO SENZA PRECEDENTI
RISOLUZIONE PER LA MORATORIA Il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha approvato il 13 novembre 2018 la risoluzione sulla moratoria
della pena di morte.
Si è registrato un risultato positivo senza precedenti
alla votazione sulla risoluzione nel suo complesso: 123 stati hanno sostenuto
la risoluzione; 36 hanno votato contro e 30 si sono astenuti.
Per la prima volta, Repubblica Democratica del Congo,
Dominica e Malesia hanno positivamente cambiato il loro voto per sostenere la
risoluzione, mentre Antigua e Barbuda si sono spostate dalla contrarietà
all'astensione.
Guinea Equatoriale, Gambia, Mauritius, Ruanda e
Seychelles hanno ancora una volta votato a favore della richiesta di una
moratoria sulle esecuzioni, dopo che non l'avevano fatto nel 2016.
Solo due paesi hanno modificato negativamente i loro voti
rispetto a dicembre 2016, con il Bahrain che è passato dall'astensione al voto
contrario e il Suriname dal voto favorevole all'astensione.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
LIBERIA: COMITATO DIRITTI UMANI ONU CHIEDE L’ABOLIZIONE
DELLA PENA CAPITALE Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (HRC)
il 7 novembre 2018 ha ribadito il suo invito al governo liberiano ad abolire la
pena di morte che il governo ha reintrodotto nel 2008.
Rivolgendosi a una consultazione nazionale di un giorno
sui diritti umani tenutasi a Monrovia, un membro dell'HRC, Margo Waterval ha
detto che è stato un peccato che la Liberia, come Stato parte del secondo
Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici,
abbia reintrodotto la pena di morte nel suo codice penale.
Il Secondo protocollo opzionale al Patto internazionale
sui diritti civili e politici che mira all'abolizione della pena di morte è un
accordo collaterale al Patto internazionale sui diritti civili e politici
(ICCPR).
La Margo ha osservato che, sebbene nel Paese nessuna
esecuzione abbia avuto luogo dal 2008, la magistratura continua a condannare a
morte le persone.
La sua dichiarazione è in linea con una serie di
raccomandazioni che l'HRC ha presentato al governo della Liberia alla riunione
del Patto sui diritti civili e politici (CCPR) tenutasi a Ginevra nel luglio
2018.
Le raccomandazioni sono tra l'altro incentrate
sull'abolizione della pena di morte, l'impunità, le passate violazioni dei
diritti umani, l'amministrazione della giustizia e il processo equo.
IRAN: 22 GIUSTIZIATI PER ATTACCO A PARATA MILITARE L'Iran
ha giustiziato 22 persone che erano state arrestate alla fine di settembre per
il presunto coinvolgimento in una sparatoria mortale a una parata militare
nella città meridionale di Ahvaz, diverse fonti hanno riferito a due gruppi per
i diritti umani l'11 novembre 2018.
"Sembra che le autorità li abbiano giustiziati tutti
l'8 novembre 2018", ha detto una delle fonti a Iran Human Rights (IHR).
Dopo le esecuzioni, il gruppo ha detto che le autorità "hanno comunicato
alle famiglie dei prigionieri" circa le impiccagioni nella prigione centrale
di Ahvaz (ACO) e li hanno avvertiti "contro il lutto pubblico".
Diversi attivisti hanno anche riferito a un secondo
gruppo, Iran Human Rights Monitor (I-HRM), che l'Ufficio del Ministero
dell'Intelligence di Ahvaz ha telefonato ad alcune famiglie dei prigionieri e
li ha informati delle esecuzioni dei loro parenti.
Il 22 settembre, 4 uomini vestiti in uniforme militare
aprirono il fuoco su una tribuna dove i funzionari iraniani erano seduti per
osservare una parata tenuta annualmente per segnare l'inizio della guerra
Iran-Iraq del 1980-88. L'attacco provocò la morte di 25 persone, 12 delle quali
erano membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC). Altre
decine di persone rimasero ferite.
TEXAS (USA): GIUSTIZIATO ROBERT MORENO RAMOS Robert
Moreno Ramos è stato giustiziato il 14 novembre 2018.
Ramos, 64 anni, originario del Messico, era accusato di
aver ucciso, nel febbraio 1992, la moglie, Leticia, 42 anni, e i figli,
Abigail, 7 anni, e Jonathon, 3 anni.
I cadaveri delle vittime furono ritrovati sotto il
pavimento del bagno della casa di famiglia.
Venne condannato a morte nel marzo 1993. La sua teoria
difensiva era che era tornato a casa, aveva trovato i cadaveri, e li aveva
nascosti sotto il pavimento per evitare che il terzo figlio della coppia si
impressionasse.
Ad uccidere i suoi familiari secondo Ramos sarebbero
stati non meglio identificati “spacciatori di droga”. Nuovi difensori d’ufficio
negli ultimi anni hanno insistito sul fatto che nei confronti dell’uomo,
messicano, non fossero state rispettate le procedure previste dall’articolo 36
della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Consolari del 1963. L’articolo 36
di tale accordo prevede che quando un cittadino straniero viene arrestato, le
autorità locali devono informarlo esplicitamente che ha il diritto che vengano
informate le autorità consolari del suo paese, e che ha diritto a ricevere
assistenza legale nella propria lingua dal proprio consolato.
Nel marzo 2004 la Corte Penale Internazionale (ICJ)
dell’Aja aveva riconosciuto la violazione da parte degli Usa della Convenzione
di Vienna, e aveva ordinato agli Usa di rivedere i casi di 51 condannati a
morte. La posizione del Texas è sempre stata quella di non essere vincolato da
un accordo sottoscritto dal Governo Federale, ma non dal Governo del Texas, e
questa impostazione è stata avallata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Il 1° marzo 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva
deciso di non ascoltare gli appelli di sette cittadini messicani condannati a
morte in Texas e che contestavano la mancata applicazione della Convenzione di
Vienna. Uno dei 7 era Ramos. Da allora le corti di vario grado hanno
sistematicamente respinto i ricorsi dei cittadini messicani, alcuni dei quali
sono stati giustiziati, e sempre le autorità messicane hanno mosso proteste
formali. Nel caso di Ramos, il giorno prima dell’esecuzione le Nazioni Unite
avevano chiesto che la procedura venisse sospesa in considerazione della
violazione dell’accordo internazionale.
Ramos diventa l’11° giustiziato di quest’anno in Texas,
la 556° persona giustiziata in Texas da quando lo stato ha ripreso le
esecuzioni nel 1982, la 21° persona giustiziata negli Usa quest’anno, e la
1486° persona giustiziata negli Usa da quando le esecuzioni sono riprese nel
1977.
MALESIA: GOVERNO ABOLISCE PENA DI MORTE PER 33 REATI Il
Consiglio dei Ministri malese ha deciso di abolire la pena di morte per 33
reati previsti da otto leggi, inclusa la sezione 302 del Codice penale
(omicidio), ha dichiarato il Ministro nel Dipartimento del Primo Ministro,
Datuk Liew Vui Keong, il 13 novembre 2018.
Il Ministro ha aggiunto che la decisione, che è stata
raggiunta collettivamente, comprende anche la Legge sulle armi da fuoco (Pene
più pesanti) del 1971, la Legge sulle armi da fuoco del 1960, la Legge sui
Sequestri 1961, la Legge sulle Forze Armate 1972.
Nella lista ci sono anche il Water Services Industries
Act del 2006, lo Strategic Trade Act 2010 e il Dangerous Drugs Act 1952.
"In seguito alla decisione del Consiglio dei
Ministri, un memorandum del Gabinetto è stato distribuito ai ministeri
competenti per i loro commenti e per ottenere un feedback pubblico su di
esso", ha detto il Ministro durante la sessione di domande e risposte al
Dewan Rakyat (Camera dei Rappresentanti).
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