NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : MAURITANIA: RILASCIATO BLOGGER CHE ERA STATO CONDANNATO A MORTE
2. NEWS FLASH: GIAPPONE: CONDANNA A
MORTE PER LA ‘VEDOVA NERA’
3. NEWS FLASH:
INDIA: TRE CONDANNE CAPITALI NEL RAJASTHAN 4.
NEWS FLASH: NIGERIA: PENA DI MORTE NELL’EKITI PER CHI PRATICA CULTI
SEGRETI 5. NEWS FLASH: TANZANIA: 34
CONDANNATI A MORTE PER OMICIDI DI ALBINI 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
MAURITANIA: RILASCIATO BLOGGER CHE ERA STATO CONDANNATO A
MORTE
9 novembre 2017: Una corte d’appello in Mauritania ha
rilasciato un blogger che era stato condannato a morte per un post ritenuto
blasfemo dalle autorità.
La Corte di Nouadhibou ha condannato Mohamed Cheikh Ould
Mkhaitir a due anni di carcere e a un'ammenda. L’uomo ha già scontato quasi
quattro anni, quindi è stato rilasciato.
Mkhaitir era stato arrestato nel gennaio 2014 e accusato
di apostasia per un post su Facebook che condannava l'uso della religione per
giustificare la discriminazione contro la sua casta.
Era stata la prima condanna a morte per apostasia emessa
in Mauritania dall'indipendenza della nazione africana nel 1960.
Amnesty International ha accolto con favore la nuova
sentenza e ha invitato le autorità a garantire che il blogger possa vivere
senza la minaccia di aggressioni.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GIAPPONE: CONDANNA A MORTE PER LA ‘VEDOVA NERA’
7 novembre 2017: Chisako Kakehi, 70 anni, giapponese, è
stata condannata a morte per impiccagione dalla Corte distrettuale di Kyoto.
Era diventata milionaria ingannando anziani che prima
circuiva, poi uccideva con il cianuro, tanto che è stata soprannominata la
“Vedova nera”.
Kakehi è stata ritenuta responsabile per aver assassinato
tre uomini, uno dei quali era suo marito, e per aver tentato di farne fuori un
quarto.
“L’imputata ha fatto bere un composto di cianuro con
intenzione omicida alle vittime”, ha stabilito la giudice Ayako Nakagawa,
secondo la tv pubblica Nhk. “Si tratta di casi con premeditazione. Sono stati
atroci e malevoli. Non ho altra scelta – ha continuato – che imporre la pena
suprema”.
Nakagawa ha respinto gli argomenti della difesa, i quali
hanno sostenuto che l’imputata non sarebbe in grado di comprendere la pena
perché soffre di demenza.
Il processo è durato 135 giorni ed è stato il secondo più
lungo da quando, nel 2009, è stato introdotto in Giappone un sistema di giudizio
giudice-giuria.
Kakehi, presente in aula, indossava delle cuffie e ha
chiesto al giudice di parlare con voce più alta per poter sentire. Non ha
mostrato emozione alcuna quando il giudice ha pronunciato la sentenza.
La corte ha affermato che la donna ha ucciso gli uomini
dopo essere stata resa beneficiaria delle polizze di assicurazione sulla vita
degli stessi. “Amava solo i soldi”, ha affermato la giudice.
Kakehi, in 10 anni di attività, ha accumulato un miliardo
di yen (8,8 milioni di dollari). Ma, in seguito, ha perso la gran parte della
fortuna giocando in borsa.
INDIA: TRE CONDANNE CAPITALI NEL RAJASTHAN
7 novembre 2017: Una corte speciale nello stato indiano
del Rajasthan ha condannato a morte tre persone riconosciute colpevoli di aver
stuprato e ucciso una donna di 30 anni insieme a suo figlio minorenne, nel
corso di una rapina a mano armata avvenuta nel dicembre 2012.
Il giudice Girish Kumar Agrawal della corte speciale di
Kota ha emesso le condanne capitali nei confronti di Kapil alias Anna, Imran
alias Dillhi Wala, entrambi residenti nell’area Udhyognagar di Kota, e Tipu
alias Sultan alias Aabeed del distretto di Tonk. Sono stati condannati a morte
ai sensi della sezione 302 (omicidio) e 34 (intenzioni comuni) del codice
penale indiano. I tre hanno età comprese tra 22 e 25 anni.
NIGERIA: PENA DI MORTE NELL’EKITI PER CHI PRATICA CULTI
SEGRETI
7 novembre 2017: Un disegno di legge che mira a vietare
le attività dei culti segreti è stato approvato in terza lettura nella Camera
dello Stato nigeriano di Ekiti.
La sostanza del disegno di legge, che il Governatore deve
ancora firmare e convertire in legge, è la pena di morte per chi verrà
riconosciuto colpevole.
Coloro che aiutano e incoraggiano il culto potranno
essere condannati all’ergastolo se giudicati colpevoli. La nuova disposizione è
un emendamento alla legge contro il culto, promulgata da Ayo Fayose durante la
sua prima carica da governatore dello Stato.
La legge prevedeva una condanna detentiva di sette anni
per chiunque fosse stato riconosciuto colpevole di attività di culto, mentre
quelli che avevano aiutato e sostenuto l'attività dovevano essere imprigionati
per cinque anni.
Il disegno di legge intitolato "Disegno di Legge
Emendativo sul (abolizione e divieto) Culto Segreto 2017," ha guadagnato
l'attenzione dei legislatori dopo l'aumento delle attività di culto presso
l'Università Statale di Ekiti, nella capitale Ado Ekiti, che di recente ha
portato all'uccisione di diversi studenti.
TANZANIA: 34 CONDANNATI A MORTE PER OMICIDI DI ALBINI
2 novembre 2017: L'Ufficio del Direttore della Procura
Pubblica (DPP) in Tanzania ha annunciato la condanna a morte di 34 persone per
aver ucciso albini nel Paese.
Beatrice Mpembo, un avvocato del DPP, ha detto a un
meeting di due giorni sulla lotta contro la brutalità e le uccisioni delle
persone affette da albinismo, che le condanne sono legate alle uccisioni che si
sono verificate tra il 2006 e il 2016.
"I verdetti di molte altre persone accusate
dell’omicidio di albini sono ancora pendenti", ha aggiunto Mpembo.
Mpembo ha sottolineato all'incontro organizzato dalla
Commissione Tanzaniana sui diritti umani e il Buon Governo nella capitale
politica Dodoma che 67 casi sono davanti ai tribunali del Paese.
Secondo l'avvocato, il suo ufficio ha avuto difficoltà a
gestire i casi relativi all'uccisione e aggressioni di persone con albinismo a
causa di prove insufficienti.
"I membri della famiglia delle vittime sono
coinvolti in diversi casi di uccisione di albini. È pertanto difficile ottenere
prove sufficienti per la mancanza di collaborazione da parte dei parenti.
Gli attacchi più numerosi contro albini si sono
verificati nel 2008 con circa 19 persone uccise.
L'uccisione di albini in Tanzania è dovuta alla
convinzione che alcune parti dei loro corpi abbiano poteri magici. Una recente
relazione delle Nazioni Unite ha indicato che più di 70 albini sono morti a
partire dal 2000 in questo paese dell'Africa orientale.
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