martedì 28 novembre 2017

Enews 501, lunedì 27 novembre 2017


1. Leopolda impressionante.
Impressionante. Questo l’unico commento che posso fare dopo aver chiuso l’ottava edizione della Leopolda: impressionante.
Partecipazione superiore alle ultime edizioni, nonostante tutto quello che è accaduto in questo travagliato 2017. Racconti di storie e proposte di idee che hanno emozionato molti dei presenti e di chi ha vissuto collegato in rete l’evento. E soprattutto un clima e un’energia che si colgono solo partecipando personalmente a questo evento.
Vi invito a seguire su YouTube gli interventi che si sono succeduti: ne troverete alcuni bellissimi, credetemi. Qui potete scaricare Democratica che dedica oggi molto spazio alla tre giorni fiorentina.
E se avete seguito l’evento mandatemi una email con una critica e con una cosa che invece avete apprezzato, vi leggo con interesse: matteo@matteorenzi.it
Una cosa è certa: la Leopolda si conferma un luogo straordinario in cui la politica italiana affronta i temi veri, quotidiani, delle persone. Che magari non si è soffermata troppo sui collegi della legge elettorale ma ha dato voce a chi spesso voce non ha, formulando proposte credibili per il futuro dell’Italia. Dal servizio civile universale fino agli 80€ mensili netti per ogni figlio sotto i 18 anni, noi abbiamo lanciato proposte chiare con le relative coperture economiche. Chi ha voglia di confrontarsi ci troverà pronti e desiderosi di fare sempre meglio. Per noi questa è la buona politica.
2. Propaganda inaccettabile
In questi giorni due articoli di grandi testate internazionali hanno posto il tema dell’inquinamento della campagna elettorale in Italia.
Davanti alle prove del New York Times, il blog di Beppe Grillo ha reagito con il consueto stile gridando al complotto, ovviamente complotto “degli amici di Renzi”. Stanno messi male, non c’è dubbio.
Noi non gridiamo al lupo. O alla potenza straniera. Non evochiamo la Russia o Trump. Non proponiamo leggi nuove da approvare in fine legislatura. Non evochiamo nemici immaginari
Diciamo semplicemente a chi vive di bufale e propaganda sul web che ci siamo stancati di essere presi in giro. Il problema non è il viaggio in Lamborghini o la foto ritoccata: è l’idea che il web possa diventare territorio di conquista per i falsari. Questo è inaccettabile. E non lo permetteremo. Perché il web è il luogo dove passano molto tempo i nostri figli e questa battaglia è per loro, non solo per la prossima campagna elettorale. Del resto abbiamo già visto i danni che si possono fare sui vaccini o – notizia di ieri – sull’anoressia.
La battaglia politica acquisisce invece più significato dopo che è emerso uno strano rapporto che lega adepti del Movimento Cinque Stelle a sostenitori di Salvini. Rapporto anche economico? Non tocca a noi dirlo. A noi basta solo una riflessione: chi vuole inquinare il dibattito politico ci troverà fermamente dalla parte della verità. Se gli altri partiti politici vogliono fare altrettanto non importa che gridino al complotto: basta che dimostrino la propria trasparenza. Sono in grado di farla? Me lo auguro, glielo auguro.
Abbiamo già pagato prezzi altissimi agli spacciatori di bufale per far finta di nulla ancora.
Di conseguenza ogni quindici giorni il PD presenterà alla stampa un proprio report sull’argomento. Ci saranno numeri e fatti e ognuno si farà una propria opinione. Nessuno di noi evoca Russiagate, nessuno di noi chiede leggi per la censura, nessuno di noi fa soldi sul web. Tutti noi chiediamo semplicemente di difendere la libertà degli elettori e dei nostri figli: semplice, no?
Un sorriso,
Matteo
(Se vi va, scaricate la APP – Matteo Renzi? Non ci trovate nemmeno una fake news, ma è uno strumento utile per restare in contatto, grazie!)
Pensierino della sera. Venerdì primo dicembre entra in vigore il REI, prima misura universale contro la povertà nella storia della Repubblica. L’abbiamo voluta e finanziata da tempo e finalmente – anche se un po’ in ritardo – adesso si parte. Penso con dolore a tutte le volte in cui mi hanno detto che ci siamo occupati poco di povertà e che abbiamo pensato solo ai già garantiti. Per la mia formazione culturale e per la mia provenienza ho sofferto tanto quando mi hanno accusato di questo.
Ma per combattere la povertà conosco solo due modi: diffondere la ricchezza, facendo continuare a crescere il PIL, attività alla quale ci siamo dedicati a lungo in questi mesi. E dare una mano a chi rimane indietro, chiedendogli di rimettersi in gioco, non regalando un sussidio permanente, e questo è il REI. Queste due cose il PD le ha fatte. La povertà non si combatte con i convegni e gli interventi strappalacrime: la povertà si combatte facendo le misure giuste, rilanciando l’economia, coinvolgendo il terzo settore. Intendiamoci: il primo dicembre non avremo sconfitto la povertà. E ci sarà tanta strada da fare ancora. Ma avremo sconfitto l’idea che l’unica cosa che la politica possa fare sia qualche convegno e la faccia triste. Adesso, avanti insieme

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