sabato 25 novembre 2017

            nessuno    tocchi     CAINO           
  NO   ALLA   PENA   DI   MORTE    






1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : EMIRATI ARABI UNITI: GIORDANO GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO E STUPRO DI UN BAMBINO 2.  NEWS FLASH: CALIFORNIA (USA): È MORTO CHARLES MANSON 3.  NEWS FLASH: MAURITANIA: RAFFORZATA LA PENA DI MORTE CONTRO LA BLASFEMIA 4.  NEWS FLASH: BANGLADESH: SEI CONDANNATI A MORTE PER CRIMINI DI GUERRA NEL 1971 5.  NEWS FLASH: SRI LANKA: CONDANNATO A MORTE PER DETENZIONE DI 147 GRAMMI DI EROINA 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


EMIRATI ARABI UNITI: GIORDANO GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO E STUPRO DI UN BAMBINO
23 novembre 2017: Le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno giustiziato il cittadino giordano Nidal Eisa Abdullah, 48 anni, in relazione all’omicidio e stupro di un bambino di otto anni di nome Obaida, avvenuti nel maggio 2016, secondo quanto riferito dai media locali.

Il quotidiano di Dubai Gulf News ha citato un procuratore capo: "Oggi (23 novembre) di mattina, il detenuto è stato prelevato dalla sua cella nella Prigione Centrale di Dubai, dove stava aspettando che i governanti approvassero l’ordine di esecuzione ... un gruppo speciale di esecuzione ha applicato la sentenza in presenza di alti ufficiali, procuratori e altri organi di polizia coinvolti. Giustizia è stata fatta e la sentenza è stata portata a termine".
A febbraio, la Corte di Cassazione di Dubai aveva respinto l'appello presentato dal condannato Nidal Eisa Abdullah e aveva confermato la condanna a morte emessa da tribunali di grado inferiore.
Cittadini degli Emirati Arabi Uniti in precedenza erano intervenuti sui social media esprimendo la propria rabbia e lo shock per il crimine, con alcuni che chiedevano l'esecuzione pubblica dell’omicida.
Il corpo di Obaida Ibrahim al-Aqrabawi fu ritrovato nella zona Al Warqa di Dubai dopo due giorni di ricerche. L'ultima volta era stato visto giocare fuori dalla sua casa nell'Area Industriale di Sharjah.
Il capo della polizia di Dubai, maggiore Khamis Al Muzeina, disse che il bambino era stato rapito di fronte a un garage nella zona industriale di Sharjah, dove lavorava suo padre.

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

CALIFORNIA (USA): È MORTO CHARLES MANSON
19 novembre 2017: È morto Charles Manson, organizzatore di uno dei più famosi omicidi di massa della storia Usa. Sarebbe morto oggi di cause naturali, a 83 anni, dopo un ricovero d’urgenza in una struttura ospedaliera.
È stato ritenuto il “mandante” di 9 omicidi.
Le vittime furono Gary Hinman (27 luglio 1969), Sharon Tate, che era incinta di 8 mesi e il bambino che portava in grembo viene considerate una delle vittime, Jay Sebring, Voityck Frykowski, Abigail Folger (9 agosto 1969), Leno LaBianca, Rosemary LaBianca (10 agosto 1969) Donald Shea (26 agosto 1969).
Secondo l’accusa Manson confidava che gli omicidi sarebbero stati attribuiti alle Pantere Nere, un gruppo che all’epoca si batteva anche con azioni armate per l’emancipazione delle persone di colore, e che questo avrebbe scatenato una guerra “razziale”.
Nel 1970 cominciò il processo contro Manson, che non confessò gli omicidi della sua banda, né le altre azioni criminali. Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della "Famiglia", ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo. Quando pochi mesi dopo, con un referendum, la pena di morte venne reintrodotta, la commutazione a Manson e ai suoi adepti era già stata disposta. All’epoca non esisteva quello che oggi viene definito “ergastolo senza condizionale”, e quindi Manson ha avuto la possibilità di chiedere la libertà sulla parola, ma gli è stata rifiutata 12 volte.
Anche i principali coimputati di Manson al processo erano stati condannati a morte, ed anche per loro nel 1972 era stata disposta la commutazione.
Patricia Krenwinkel, che oggi ha 69 anni, è detenuta nel carcere di media sicurezza denominato California Institution for Women, a Chino. La libertà sulla parola le è stata negata 14 volte, l’ultima in giugno. Potrà ripresentare la richiesta tra 5 anni.
Nello stesso carcere è detenuta anche Leslie Van Houten, 68 anni. La libertà sulla parola le è stata negata 19 volte. Due mesi fa, a settembre, una commissione carceraria le aveva concesso la libertà sulla parola, ma il governatore Jerry Brown non ha controfirmato il provvedimento, di fatto bocciandolo.
Charles "Tex" Watson, 71 anni, ha avuto la libertà su parola respinta per 17 volte.
Bruce Davis sta scontando due ergastoli per gli omicidi di Gary Hinman e Donald Shea. Anche nel suo caso una commissione carceraria a settembre gli aveva concesso la libertà sulla parola, ma il governatore Jerry Brown a giugno ha rifiutato di controfirmare il provvedimento.
Bobby Beausoleil, 70 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Gary Hinman, sta scontando la pena in una struttura medica carceraria, a Vacaville.
Susan "Sadie" Denise Atkins, condannata a morte prima e all’ergastolo poi per gli omicidi del 9 e del 10 agosto è morta, in carcere, di cancro al cervello nel 2009.
Lynette "Squeaky" Fromme, non coinvolta materialmente nei 9 omicidi, venne condannata all’ergastolo nel 1975 per aver puntato una pistola contro l’allora presidente Gerald Ford. Nel 2009 è stata rilasciata sulla parola, dopo aver scontato 34 anni.
Steven "Clem" Grogan è stato rilasciato sulla parola nel 1985 grazie allo sconto di pena ottenuto sia per condizioni mentali considerate al limite del ritardo, sia per aver rivelato il luogo dove era sepolto, fatto a pezzi, Donald Shea.

MAURITANIA: RAFFORZATA LA PENA DI MORTE CONTRO LA BLASFEMIA
17 novembre 2017: La Mauritania ha deciso di rafforzare le sue leggi contro la blasfemia e l’apostasia.
La mossa fa seguito al rilascio, avvenuto il 9 novembre, di un blogger che era stato condannato a morte per aver criticato la giustificazione religiosa della discriminazione nella società mauritana.
Una nuova legge "rafforzerà le condanne previste per i blasfemi", ha detto il governo della nazione dell'Africa occidentale in una dichiarazione rilasciata all'agenzia di stampa ufficiale AMI.
"Ogni musulmano, uomo o donna, che schernisce o insulta Maometto (la pace sia con lui), i suoi angeli, i libri ... rischia la pena di morte, senza che gli venga chiesto di pentirsi. Incorrerà nella pena di morte anche se si pente", ha detto il ministro della Giustizia Brahim Ould Daddah.
La decisione di liberare il blogger Cheikh Ould Mohamed Ould Mkheitir per il tempo trascorso in carcere, dopo la commutazione della pena di morte per blasfemia in due anni di prigione, ha provocato scontri e indignazione in Mauritania la scorsa settimana.
Musulmano sulla trentina, Mkheitir, è stato condannato a dicembre 2014 per un blog che metteva in dubbio le decisioni prese dal profeta Maometto e dai suoi compagni durante le guerre sante nel settimo secolo.
Mkheitir ha anche attaccato il maltrattamento della popolazione nera della Mauritania, facendo saltare "un ordine sociale iniquo" con una sottoclasse che è stata "emarginata e discriminata fin dalla nascita".
I pubblici ministeri hanno impugnato la decisione di rilasciare il blogger e stanno chiedendo ancora una volta che la pena di morte venga emessa.
La Mauritania non applica la pena capitale dal 1987.
Il ministro della giustizia Ould Daddah ha detto che i tempi sono cambiati da quando la legge originale è stata scritta nel 1983 e "di conseguenza la legge deve andare avanti", ha riportato l'AMI.

BANGLADESH: SEI CONDANNATI A MORTE PER CRIMINI DI GUERRA NEL 1971
22 novembre 2017: Un tribunale di Dhaka ha condannato a morte sei imputati per aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità nel corso della Guerra di Liberazione del 1971.
Un collegio di tre giudici ha stabilito il verdetto, che è stato letto dal giudice presidente Shahinur Islam.
I sei condannati sono Abu Saleh Md Abdul Aziz Mia alias Ghoramara Aziz, ex parlamentare di Gaibandha per il Jamaat, Ruhul Amin alias Manju, Abu Muslim Md Ali, Abdul Latif, Najmul Huda e Abdur Rahim Mia.
Il tribunale aveva concluso le udienze lo scorso 23 ottobre.
Latif si trova attualmente in carcere, mentre gli altri sono latitanti.

SRI LANKA: CONDANNATO A MORTE PER DETENZIONE DI 147 GRAMMI DI EROINA
19 novembre 2017: L’Alta Corte di Colombo, nello Sri Lanka, ha condannato a morte un uomo, L. Chaminda Jagath, padre di due figli, per la detenzione di 147 grammi di eroina.
Il suo arresto fu effettuato dalla Divisione Anti-Narcotici della Polizia il 10 luglio 2013.

Il giudice dell’Alta Corte Gihan Kulatunga ha dichiarato che i reati legati alle droghe hanno disastrosi effetti sulla società e sui giovani e devono essere fermati.

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