NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : RIINA. NESSUNO TOCCHI CAINO, IL 41-BIS RESTA UN REGIME DA SUPERARE
2. NEWS FLASH: BANGLADESH: DUE IMPICCATI
PER OMICIDIO POLITICO DEL 1994 3. NEWS
FLASH: OHIO (USA): NON SI TROVA LA VENA, ESECUZIONE SOSPESA 4. NEWS FLASH: PAKISTAN: CORTE SUPREMA COMMUTA
CONDANNA A MORTE DOPO 28 ANNI 5. NEWS
FLASH: SIERRA LEONE: DUE CONDANNATI ALLA FUCILAZIONE PER RAPINA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
RIINA. NESSUNO TOCCHI CAINO, IL 41-BIS RESTA UN REGIME DA
SUPERARE
17 novembre 2017: Nessuno tocchi Caino interviene sulla
morte di Totò Riina con una nota in cui si afferma:
“Il coro di voci che inneggiano alla morte di, avvenuta
in regime di 41-bis, non sovrastano l’autorevolezza degli organismi
internazionali, dal Comitato ONU per i Diritti Umani al Comitato europeo per la
prevenzione della tortura (CPT), che continuano a chiedere all’Italia modifiche
normative affinché il legittimo interesse sociale a combattere la criminalità
organizzata sia bilanciato con il rispetto dei diritti umani, con l’umanità di
un trattamento che preveda il contatto umano anche per chi finisce in questo
regime. Uno Stato che resta sordo, cieco e muto rispetto a quelli che sono i
suoi stessi impegni nei confronti della Comunità internazionale e agli appelli
degli organismi internazionali, rischia di perdere la forza necessaria a
contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, perché le emergenze si
affrontano con un’estensione dello Stato di Diritto e non con la sua
abdicazione. Come diceva Leonardo Sciascia, la mafia si combatte non con la
terr ibilità della pena ma con il
Diritto.”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
BANGLADESH: DUE IMPICCATI PER OMICIDIO POLITICO DEL 1994
16 novembre 2017: Le autorità del Carcere Centrale di
Jessore hanno giustiziato due uomini in relazione all’omicidio del “combattente
per la libertà” Monwar Hossain, avvenuto 23 anni fa.
Il sovrintendente della prigione Kamal Hossain ha detto
ai giornalisti che i boia hanno impiccato i condannati, Golam Rasul Jhorhu, 75
anni, e Abdul Mokim, 60 anni, alle 23:45 del 16 novembre.
Entrambi provenivano dal villaggio Durlovpur del
sottodistretto di Alamdanga, a Chuadanga, ed erano membri del gruppo estremista
Purbo Bangla Partito Comunista.
Riferendosi al caso, Kamal ha ricordato che alcuni membri
del gruppo estremista uccisero il combattente per la libertà e membro del
consiglio sindacale di Kumari, Monwar, nel villaggio di Durlovpur il 28 giugno
1994.
Il fratello di Monwar, Ahim Uddin, il giorno seguente
denunciò 21 persone presso la stazione di polizia di Alamdanga.
Il tribunale distrettuale di Chuadanga emise tre condanne
a morte e due ergastoli il 17 aprile 2008, assolvendo gli altri 16 imputati.
OHIO (USA): NON SI TROVA LA VENA, ESECUZIONE SOSPESA
15 novembre 2017: L’esecuzione di Alva Campbell è stata
sospesa dopo oltre 80 minuti di tentativi di inserire un ago in vena.
È la terza volta nella storia recente delle esecuzioni
Usa, che avviene un fatto del genere.
Campbell, 69 anni, bianco, è stato condannato a morte
nella Cuyahoga County con l’accusa di aver ucciso, durante un tentativo di
evasione il 2 aprile 1997 mentre veniva condotto in un tribunale, di Charles
Dials, 18 anni, un passante.
Campbell, che aveva già scontato 20 anni di detenzione
per un altro omicidio, ha ammesso il fatto. La sua esecuzione era fissata per
oggi alle 10 di mattina. Lo staff ha tentato per 30 minuti di trovare delle
vene adatte nelle due braccio. In seguito ha cercato di trovare una vena nella
gamba destra, sotto il ginocchio.
Secondo quanto riferito dai testimoni, lo staff ha
utilizzato un apparecchio che emetteva lampi di luce rossa, il cui scopo
apparentemente avrebbe dovuto essere quello di facilitare l’individuazione
delle vene.
Dopo 80 minuti Campbell e due agenti dello staff si sono
dati la mano come a complimentarsi reciprocamente di essere riusciti a trovare
la vena giusta, ma dopo altri due minuti la tenda è stata tirata, e i testimoni
sono stati fatti uscire, senza spiegazioni.
Gary Mohr, capo dell’Amministrazione Penitenziaria, in
seguito ha comunicato alla stampa di aver ordinato lui la sospensione
dell’esecuzione dopo essersi consultato con il team medico che controllava
l’esecuzione, quando gli è sembrato evidente che una soluzione non sarebbe
stata trovata facilmente.
Comunicata la decisione al governatore John Kasich,
questi ha fissato una nuova data di esecuzione per il 5 giugno 2019.
Kasich il 9 novembre aveva respinto la richiesta di
clemenza di Campbell che, malato in fase avanzata di 2 tumori e con gravissimi
problemi respiratori, chiedeva di essere lasciato morire per cause naturali.
Inoltre sembra sia comprovata la sua allergia al Midazolam, il primo farmaco
previsto dal protocollo di esecuzione dell’Ohio. Il sua avvocato d’ufficio,
David Stebbins, negli ultimi ricorsi avevano sostenuto che tentare una
esecuzione su una persona così anziana, così malata, e le cui vene erano già
state valutate negativamente nelle fasi che precedevano l’esecuzione, avrebbe
costituito una “punizione crudele ed inusuale”, vietata dalla costituzione.
Poche settimane fa lo stesso Campbell aveva detto che
avrebbe accettato la fucilazione, ma nello stato dell’Ohio non è in vigore,
nemmeno come metodo di riserva.
Alcuni commentatori hanno rilevato che non è la prima
volta che gli Usa giustiziano (o in questo caso provano a giustiziare) una
persona palesemente malata. Solo pochi giorni fa la Corte Suprema degli Stati
Uniti ha dato il via libera all’esecuzione di Vernon Madison, un uomo che dopo
due infarti è diventato cieco, non deambula, e soprattutto ha perso la memoria,
al punto di non ricordare più il reato commesso. La Corte ha però sostenuto che
è comunque ancora in grado di capire il nesso che la sua esecuzione avverrà per
un omicidio da lui commesso, e questo, secondo la Corte, è sufficiente.
Il 17 marzo 2015 il Missouri giustiziò Cecil Clayton, 74
anni, a cui era stata asportata una parte del cervello, abbassandogli il
quoziente intellettivo a 71 punti, e soffriva di demenza senile. In almeno 4
occasioni detenuti che avevano tentato il suicidio sono prima stati salvati con
interventi d’urgenza, per poi essere giustiziati.
PAKISTAN: CORTE SUPREMA COMMUTA CONDANNA A MORTE DOPO 28
ANNI
16 novembre 2017: La Corte Suprema pakistana ha commutato
in ergastolo una condanna a morte emessa 28 anni fa.
L’imputato, Muhammad Riaz, è accusato di aver ucciso una
donna ad Attock. Il Rapporto della polizia (FIR) risale al 1998, anno in cui
Riaz fu condannato a morte dall’alta Corte di Lahore.
“C’è discrepanza tra il rapporto medico e il FIR”, ha
sostenuto l’avvocato del ricorrente, Siddique Baloch. Mentre il FIR rileva due
colpi d’arma da fuoco – ha spiegato l’avvocato- il rapporto medico ne rileva
uno solo.
La moglie divorziata dell’imputato, ha aggiunto Siddique,
era presente durante l’omicidio, tuttavia si è rifiutata di dare la propria
testimonianza in tribunale, portando ad una insufficienza di prove.
SIERRA LEONE: DUE CONDANNATI ALLA FUCILAZIONE PER RAPINA
14 novembre 2017: L'Alta Corte della Sierra Leone a
Moyamba ha condannato a morte due uomini - Mohamed Swarray (detto Gbassay) e
James Alfred (detto Cow) - riconosciuti colpevoli di cospirazione, rapina a
mano armata e lesioni volontarie.
I due imputati insieme ad altri si sarebbero incontrati
nella città di Bo, avrebbero poi pianificato e realizzato attacchi contro un
certo numero di negozi e residence a Gbangbatoke, lo scorso 3 aprile.
Armati di machete, mazze e coltelli avrebbero attaccato e
ferito gravemente diversi residenti della città di Gbangbatoke, derubandoli di
oggetti di valore e ingenti somme di denaro. Uno degli imputati avrebbe
confessato la pianificazione degli gli attacchi e di aver preso parte a una
rapina a mano armata nella città di Pujehun.
Il giudice Monfred Momoh Sesay JA ha quindi condannato
entrambi gli imputati alla fucilazione per il reato di rapina a mano armata e a
10 anni di reclusione ciascuno per il reato di lesioni volontarie.
Entrambi i condannati possono presentare appello entro 21
giorni.
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