no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : GUATEMALA: PENA DI MORTE ABOLITA NEL SISTEMA GIUDIZIARIO CIVILE
2. NEWS FLASH: MALESIA: SULTANO DI PERAK
COMMUTA DUE CONDANNE CAPITALI 3. NEWS
FLASH: TAIWAN: LIBERATO DAL BRACCIO DELLA MORTE 4. NEWS FLASH: ZIMBABWE: MUGABE FAVOREVOLE A
RIPRESA ESECUZIONI 5. NEWS FLASH: SRI
LANKA: CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO 35 ANNI FA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
GUATEMALA: PENA DI MORTE ABOLITA NEL SISTEMA GIUDIZIARIO
CIVILE
26 ottobre 2017: Con una storica sentenza la più alta
corte del Guatemala ha abolito la pena di morte nel sistema giudiziario civile,
fatta eccezione per i codici militari.
La decisione della Corte Costituzionale è definitiva e
avrà effetto una volta pubblicata nel bollettino ufficiale del governo.
Finora la legge guatemalteca ha permesso la pena di morte
in caso di omicidi di persone di età inferiore ai 12 anni o superiore a 60,
sequestri in cui la vittima è gravemente ferita o muore; assassinio del
presidente o del vice presidente o in certi reati legati al traffico di droga.
"Non possiamo permetterci di essere uno degli ultimi
Paesi che applicano tale sanzione", ha dichiarato Jose Alejandro Valverth
Flores, uno degli avvocati che ha presentato la petizione alla Corte
Costituzionale per dichiarare incostituzionale gli articoli pertinenti del
codice penale e una legge che disciplina i reati di droga.
"Crediamo che sia necessario per il rispetto dei
diritti umani in Guatemala", ha aggiunto.
La nazione centroamericana non applica la pena di morte
da diversi anni in linea con un accordo regionale sui diritti umani che ha
sottoscritto.
La pena di morte rimane nei codici almeno nominalmente
per il sistema giudiziario militare del Guatemala.
Secondo Amnesty International, il Guatemala è uno dei sei
Paesi nelle Americhe che hanno ancora la pena di morte, insieme agli Stati
Uniti, incluso Puerto Rico, Cuba, Guyana e Giamaica.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
MALESIA: SULTANO DI PERAK COMMUTA DUE CONDANNE CAPITALI
1 novembre 2017: Due condannati a morte sono stati
graziati dal sultano dello stato malese di Perak, Nazrin Muizzuddin Shah, e
dovranno scontare l’ergastolo.
Il quotidiano malese Sinar Harian ha riferito che il
segretario del Comitato per la Grazia di Perak, Seri Abdul Puhat Mat Nayan, ha
dichiarato che le condanne all’ergastolo dei due detenuti sono state
formalizzate il 12 ottobre, dopo l'incontro del Comitato presieduto da Nazrin.
"Sono in carcere da più di 16 anni, dal 2001. Il
Sultano di Perak ha decretato che la loro pena di morte sia commutata in
ergastolo", ha detto Abdul Puhat.
Secondo la notizia, il perdono è stato concesso in
relazione alla prossima festa di compleanno del Sultano il 27 novembre.
Abdul Puhat ha affermato che il sultano prende in esame
grazie e commutazioni solo quando il condannato si è pentito dei propri errori,
chiedendo scusa e rinnovandosi.
I due autori di reati di droga sono stati riconosciuti
colpevoli ai sensi della sezione 39(B)(1)(a) della Legge sulle Sostanze
Pericolose del 1952 e ricevettero la pena detentiva separatamente il 19 marzo e
il 15 giugno 2009, dopo aver esaurito i ricorsi presso la Corte d'appello e la
Corte Federale.
La pena di morte in Malesia è obbligatoria per crimini
come il traffico di droga e l'omicidio.
TAIWAN: LIBERATO DAL BRACCIO DELLA MORTE
26 ottobre 2017: Un taiwanese che ha trascorso più di un
decennio nel braccio della morte è stato liberato dopo essere stato assolto
dall'accusa di omicidio in un nuovo processo.
Cheng Hsing-tse era stato condannato a morte nel 2002
dopo essere stato dichiarato colpevole di aver ucciso un agente di polizia
durante una sparatoria in un locale di karaoke.
La pena di morte era stata confermata nel 2006, quando
aveva esaurito il processo di appello.
Gli era stato concesso un nuovo processo l'anno scorso ed
era stato rilasciato su cauzione quando nuove prove avevano messo in dubbio la
sua colpevolezza, suggerendo che poteva essere stato torturato per ammettere il
crimine.
L'alta corte di Taichung centrale ha ribaltato il
verdetto originale, dicendo che la confessione di Cheng potrebbe essere stata
forzata e che le prove hanno indicato un altro colpevole autore dei colpi
mortali.
"Ho aspettato questa assoluzione per 15 anni",
ha detto Cheng ai giornalisti fuori dal tribunale dopo il verdetto.
Cheng è stato un seguace del gangster Luo Wu-hsiung ed è
stato catturato nella sparatoria, dopo che Luo aveva sparato al soffitto e alle
bottiglie in una sala karaoke come protesta per il servizio.
La polizia era entrata nella sala e colpi erano stati
sparati da entrambe le parti, uccidendo Luo e un agente chiamato Su Hsien-pi.
I primi verdetti stabilirono che Cheng avesse sparato i
proiettili che uccisero Su.
Ma i giudici dell’alta corte hanno detto, dopo aver
considerato la prova delle posizioni di sparo, che non si poteva escludere che
Luo fosse l'omicida.
L'alta corte ha detto che il volto di Cheng aveva
mostrato "nuovi lividi" durante gli interrogatori, "suggerendo
che la sua confessione non fosse volontaria".
Il Control Yuan - il più alto organo di controllo del
governo - ha raccomandato all’ufficio del procuratore della corte suprema di
chiedere un nuovo processo dopo aver esaminato il caso di Cheng nel 2014.
L’organismo ha detto che la polizia ha ottenuto una
confessione di Cheng "mediante tortura" e che certi risultati
dell'autopsia sono stati ignorati.
Taiwan ha ripreso l’applicazione della pena capitale nel
2010. Le esecuzioni sono riservate a gravi crimini, tra cui omicidio aggravato.
L'ultima esecuzione risale a maggio dello scorso anno.
Ci sono attualmente 43 prigionieri nel braccio della
morte di Taiwan.
ZIMBABWE: MUGABE FAVOREVOLE A RIPRESA ESECUZIONI
1 novembre 2017: Il presidente dello Zimbabwe Robert
Mugabe ha detto di essere a favore della ripresa delle esecuzioni dopo più di
un decennio, in risposta ai crescenti tassi di omicidio nel Paese.
L'ultima esecuzione nella nazione africana è stata nel
2005.
Riconoscendo che il suo governo è diviso sulla questione,
Mugabe ha detto di essere favorevole alla revoca della moratoria sulle
esecuzioni. "Ripristiniamo la pena di morte", ha detto, parlando al
funerale di un alleato politico.
Non ha chiarito quando questo potrebbe accadere ma ha
detto che "se sentite di persone giustiziate, sappiate che il pensiero di
Mugabe ha prevalso".
La legge dello Zimbabwe consente la pena di morte per le
persone condannate per omicidio "in circostanze aggravanti". Le donne
e i responsabili di crimini più giovani di 17 anni e con più di 70 anni sono
esentati dalle esecuzioni.
Più di 90 prigionieri si trovano nel braccio della morte,
secondo le statistiche ufficiali.
Il posto di boia è vacante in Zimbabwe da oltre un
decennio, ma il segretario permanente del Ministero della Giustizia Virgina
Mabhiza ha affermato che i mesi scorsi hanno visto una "marea" di
candidature. Ha detto che più di 50 persone hanno presentato domanda.
Lo Zimbabwe ha imposto otto condanne a morte l'anno
scorso, secondo Amnesty International. Il gruppo per i diritti umani ha reso
noto che 97 persone si trovavano nel braccio della morte del Paese alla fine del
2016.
SRI LANKA: CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO 35
ANNI FA
27 ottobre 2017: Due persone sono state condannate a
morte dall’Alta Corte di Kurunegala, nello Sri Lanka, in relazione a un
omicidio avvenuto 35 anni fa.
I due sono stati riconosciuti colpevoli di aver ucciso
una persona e ferita un’altra facendo esplodere una bomba artigianale a
Maspotha, Kurunegala, il 28 luglio 1982.
I due condannati hanno oggi 63 e 77 anni e sono residenti
rispettivamente a Colpetty e Kelaniya.
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