CARAVAGGIO-SCUDO CON TESTA DI MEDUSA-GALLERIA DEGLI UFFIZI
FIRENZE
Scudo con testa di Medusa è il soggetto di un dipinto realizzato nel 1597 circa dal pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Esistono due versioni di Medusa realizzate da Caravaggio:
la prima è un dipinto a olio su tela, montato su uno scudo convesso di legno di fico (50 x 48 cm), eseguito tra il 1596 e il 1598. L'opera si trova in una collezione privata in Italia. La prima versione è stata sottoposta ad interventi diagnostici che hanno evidenziato vari pentimenti e la presenza di disegni preparatori "a carbone". È detta "Murtola", a seguito del madrigale che Gaspare Murtola compose nel 1606 in onore del dipinto che ebbe grande fama. Secondo alcuni studiosi (Marini, Mahon, Gregori) si tratterebbe dell'autografo originario, mentre la versione degli Uffizi, priva di pentimenti, sarebbe una copia di mano dello stesso artista. Ciò che rende eccezionale questa prima versione è il fatto che conserva la firma di Caravaggio, impressa nel sangue che sgorga dalla testa.
la seconda, ispirata dalla prima, è stata commissionata dal cardinal del Monte per Ferdinando I de' Medici. Anche qui si tratta di un dipinto a olio montato su uno scudo convesso di legno di pioppo, e di dimensioni leggermente più grandi rispetto alla prima versione (60 x 55 cm). È conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Questa versione risulta di proprietà dei Medici dal 1598, cioè da quando giunse a Firenze il 25 luglio di quell'anno e fu collocata nella Sala dell'Armeria.In suo onore, il Marino compose un madrigale contenuto nella prima parte della sua Galeria
La seconda versione commissionata dal cardinal Francesco Maria Bourbon del Monte, ambasciatore a Roma del Granduca di Toscana, che poi la diede in regalo al granduca Ferdinando I de' Medici. Nel 1598 il Granduca stava allestendo le sale della Galleria di Palazzo Vecchio ed aveva in animo di sistemarvi la sua ricca collezione di armi. Venuto a conoscenza delle intenzioni di Ferdinando, il cardinale pensò di arricchire la collezione con un pezzo prestigioso che potesse inserirsi nel contesto delle armi e dei tornei e con l'intenzione di far conoscere a Firenze le straordinarie abilità del suo protetto, Caravaggio. Il cardinale portò personalmente il dono a Firenze consegnandolo il 25 luglio 1598 come registrato nel Guardaroba Mediceo.
la seconda, ispirata dalla prima, è stata commissionata dal cardinal del Monte per Ferdinando I de' Medici. Anche qui si tratta di un dipinto a olio montato su uno scudo convesso di legno di pioppo, e di dimensioni leggermente più grandi rispetto alla prima versione (60 x 55 cm). È conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Questa versione risulta di proprietà dei Medici dal 1598, cioè da quando giunse a Firenze il 25 luglio di quell'anno e fu collocata nella Sala dell'Armeria.In suo onore, il Marino compose un madrigale contenuto nella prima parte della sua Galeria
La seconda versione commissionata dal cardinal Francesco Maria Bourbon del Monte, ambasciatore a Roma del Granduca di Toscana, che poi la diede in regalo al granduca Ferdinando I de' Medici. Nel 1598 il Granduca stava allestendo le sale della Galleria di Palazzo Vecchio ed aveva in animo di sistemarvi la sua ricca collezione di armi. Venuto a conoscenza delle intenzioni di Ferdinando, il cardinale pensò di arricchire la collezione con un pezzo prestigioso che potesse inserirsi nel contesto delle armi e dei tornei e con l'intenzione di far conoscere a Firenze le straordinarie abilità del suo protetto, Caravaggio. Il cardinale portò personalmente il dono a Firenze consegnandolo il 25 luglio 1598 come registrato nel Guardaroba Mediceo.
Il tema della Medusa, caro ai Medici, non sembra essere stato casuale. In ambito umanistico, la testa della Medusa o Gorgone aveva un valore simbolico in quanto allegoria della prudenza e della sapienza. Tale simbologia era ben nota e presente in molti trattati di pittura dell'epoca. Infatti, nel Dialogo dei colori di Ludovico Dolce (1565), si legge che la Medusa raffigura la prudenza acquisita per mezzo della sapienza. Il dono dell'immagine di Medusa aveva dunque un valore augurale (oltre, naturalmente, a quello apotropaico tradizionale). Secondo Giorgio Vasari, nelle collezioni del Granduca Cosimo si annoverava un dipinto dello stesso tema eseguito da Leonardo (e poi smarrito).[Manca il riferimento bibliografico. Edizione Giuntina, Torrentina o contemporanea? Pagina?] Inoltre, in Piazza della Signoria era già esposta la celebre scultura in bronzo del Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini. Lo scudo o "rotella" dipinto dal Caravaggio, era invece stato posto in una sala della Galleria del Granduca, su di un manichino a cavallo vestito alla persiana, insieme ad altre armi da torneo o parata. Quando, nel Settecento, l'Armeria venne dismessa e venduta rimase la sola "rotella" a testimonianza del rispetto e l'ammirazione per l'opera del Caravaggio.
La "rotella" dipinta da Caravaggio è un saggio stimabile delle capacità ottiche del pittore, che riesce ad annullare gli effetti della convessità del supporto. La luce, proveniente dall'alto, proietta l'ombra della testa sul fondo verde dello scudo. L'osservatore ha dunque l'impressione che l'ombra venga proiettata su di un fondo concavo e quindi che la testa vi fluttui sopra. Il volto della Medusa è colto nel momento dell'urlo, scaturito dall'improvviso taglio della testa dalla cui base sgorga un fiotto di sangue. Gli occhi spalancati ed allucinati, la tensione del corrugamento della fronte, la bocca spalancata che mostra i denti e il fondo oscuro dell'interno, sono esaltati dalla luce calda e improvvisa. La luce evidenzia anche l'orrore prodotto dalla capigliatura di serpi.
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