BIOETICA, ASS. COSCIONI: USARE SCIENZA CONTRO CRISI
DEMOCRAZIE LIBERALI, ISTITUZIONI TORNINO A PARLARE DI LIBERTA’
Al centro della prima giornata del Consiglio Generale la
modifica del genoma umano. Da legge 40 paradosso ipocrita: sì ad
applicazione ma no a ricerca su “gene editing” per divieto utilizzo
staminali embrionali.
"La politica italiana è paralizzata e impotente di
fronte alle grandi sfide che vengono dalla scienza e dalle nuove
tecnologie", a dichiararlo
Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca
Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, aprendo a Roma il
Consiglio Generale “una delle tappe del percorso dell’associazione per
imporre nell'agenda politica italiana e internazionale questioni che
riguardano il futuro delle nostre società”. Nella sua relazione Gallo
ha indicato gli obiettivi “per scuotere le istituzioni incapaci di
misurarsi davvero con ciò che accade”, dalla legalizzazione della
modifica del genoma in tutti i campi di applicazione, al controllo
delle nascite a livello mondiale attraverso il rispetto del diritto
alla salute riproduttiva, dalla denuncia dello spreco di embrioni umani
lasciati nei congelatori, all’accesso a tutte le tecniche di
fecondazione assistita, dalle disobbedienze civili in materia di
eutanasia all'estero, alla legge di iniziativa popolare per la
legalizzazione della cannabis e la depenalizzazione di tutte le droghe.
Al centro della prima giornata dei lavori soprattutto al
gene editing su
cui la ricerca ha fatto enormi passi in avanti in particolare con
la tecnica del CRISPR/Cas9. Nell’ambito della modifica del genoma
umano, all’interno della stessa comunità scientifica internazionale si
è aperto un dibattito etico che in molti casi è approdato a una
“moratoria”, come ha spiegato nel suo intervento il professore Giuseppe Remuzzi,
dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La modifica del
genoma umano potrebbe “spazzare via molte malattie dalla faccia della
Terra”, ma “nel fronte del no la domanda è: qual è il confine?”. Eppure
- ha continuato Remuzzi - “sono proprio gli scienziati a poter trovare
le soluzioni ai problemi dell’etica”, perché “la scienza e l’etica sono
due parti stessa medaglia”, mentre “il legislatore non può non tenere
conto del punto di vista di chi beneficerebbe dell’applicazione di
queste tecniche, dei genitori di un bambino condannato altrimenti a una
tara ereditaria”.
A illustrare il quadro giuridico del gene editing la
professoressa Marta
Tomasi, dell’Università di Pavia, che ha acceso i
riflettori sul paradosso tutto italiano determinato dalla legge 40, che
da una parte non vieta e quindi lascia aperta la strada
all’applicazione delle tecniche di manipolazione del genoma umano
laddove porti dei benefici, ma dall’altra ostacola la ricerca su queste
tecniche impedendo l’utilizzo di blastocisti, cioè embrioni non idonei
a una gravidanza. Un divieto che la Corte Costituzionale nella sua
recente sentenza 84/2016 ha scelto di non rimuovere, affidando al
legislatore la discrezionalità su questi temi.
Sull’irragionevolezza di questo divieto della legge 40 è
tornato Michele De
Luca, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni:
“si legifera su ciò che non si conosce”, ha denunciato, “senza un
utero, quindi senza un progetto, le blastocisti sono un ammasso di
cellule embrionali tutte uguali tra loro”, che in Italia sono destinate
alla distruzione, mentre negli altri Paesi la ricerca va avanti su
patologie diffuse come il Parkinson: “perché i nostri malati dovranno
andare all’estero per le sperimentazioni con le embrionali?”, ha
chiesto De Luca, evidenziando la necessità di adeguare le norme al
progresso della scienza.
“La scienza e il metodo scientifico sono centrali per
arginare la crisi della democrazia liberale che è sempre più acuta”, ha
osservato Marco
Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni,
“l’agenda politica è molto lontana dalla realtà, nelle istituzioni non
si parla di libertà mentre è proprio attraverso il riconoscimento di
diritti civili e libertà individuali che si dovrebbe avviare il
recupero della credibilità istituzionale”, ha concluso.
Ai lavori della prima giornata erano presenti, tra gli
altri, i parlamentari Gea Schirò, Pia Locatelli, Gennaro
Migliore.
Il Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni
proseguirà domani 8 luglio presso la sala S. Maria in Aquiro del Senato
della Repubblica, e si parlerà in particolare delle legalizzazioni
di eutanasia e droghe.
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